La gioia di fare teatro

Al Teatro Leonardo, la commedia di Shakespeare Molto rumore per nulla – tra musica, balli, uso della fisicità e pause significative.

Le regole del gioco di Quelli di Grock sono ormai inconfondibili: recuperare testi tradizionali e caricare l’elemento fisico facendo leva sul linguaggio del corpo. È quanto accade anche in Molto rumore per nulla, commedia  scritta da Shakespeare tra il 1598 e il 1599.

La vicenda – ambientata a Messina – ruota intorno agli intrighi amorosi della compagnia di Don Pedro, principe appena rientrato in città. In breve: Claudio si innamora di Ero, figlia del gentiluomo Leonato e chiede aiuto proprio a Don Pedro per conquistarla. Benedetto, invece, rifiuta qualsiasi coinvolgimento amoroso, fino a quando rimane vittima di un inganno a fin di bene che gli fa perdere la testa per Beatrice, cugina di Ero. Tuttavia Don Juan – fratello di Don Pedro e in astio con lui per passate vicende – intende ostacolare in tutti i modi l’amore tra Claudio ed Ero e progetta un piano meschino.

La messinscena dello spettacolo sfrutta al meglio le diverse componenti sceniche risultando ricca e sfarzosa: punta sia sui costumi – che alludono al mondo mediterraneo secentesco; sulla musica – talvolta di accompagnamento, a tratti travolgente; sulle luci – chiarori, buio e colore si alternano con disinvoltura. Ma, ancor più originale, sull’elemento propriamente scenico che può essere definito, nel senso più autentico della parola, “mobile”: una serie di arredi domestici montati su ruote, infatti, sono spostati con agilità dagli attori per comporre, di volta in volta, un ambiente interno, un giardino o una sala addobbata per le nozze.

Particolarmente riusciti anche i momenti festosi dedicati al ballo, quando la gestualità e il linguaggio del corpo – tipico della compagnia – emergono e si fondono con efficacia alla danza e alla musica, sprigionando una forte carica di energia e suscitando il divertimento del pubblico.

Meno riusciti, al contrario, alcuni momenti di recitazione pura, nei quali molti interpreti appaiono un po’ rigidi: la sensazione è che riescano a esprimersi al massimo quando sfruttano la componente gestuale e fisica e che si ritrovino quasi disorientati nel momento in cui il ritmo rallenta e la scena richieda staticità. Ma ciò non toglie nulla all’ottima interpretazione dell’intera compagnia, dove spiccano Maurizio Salvalalio nel ruolo di Benedetto e i comprimari – Brugnano e Ruberti – nei panni di due guardie strampalate in grado, durante i loro siparietti comici, di esaltare la platea.

Nel complesso si tratta sicuramente di una buona produzione: ricca, briosa, curata nei dettagli, popolare, colorata, divertente che, solo a tratti, sembra perdere di smalto ed efficacia.

L’ultima immagine dello spettacolo, in particolare, è capace di imprimersi nella mente dello spettatore quasi fosse una fotografia: gli attori, dopo aver assistito all’uscita di scena di Don Juan e delle guardie, mentre le luci cominciano ad abbassarsi, si scambiano sguardi fugaci e ridono dei problemi superati e del tanto rumore creato. Per nulla.

Una risata che racchiude la gioia di fare e di guardare teatro e, in fondo, la gioia di vivere, nonostante tutto e tutti.

Lo spettacolo continua:
Teatro Leonardo
via Ampère, 1 – Milano
fino al 29 aprile
orari: da martedì a sabato ore 20.45, domenica ore 16.00
 
Molto rumore per nulla
da William Shakespeare
traduzione e adattamento di Valeria Cavalli
 
regia Valeria Cavalli e Claudio Intrepido
con Giulia Bacchetta, Maurizio Salvalalio, Debora Virello, Antonio Brugnano, Andrea Ruberti, Alessandro Larocca, Fernanda Calati, Pietro De Pascalis, Max Zatta, Gianpaolo Gambi e Marco Oliva
scene e costumi Carlo Sala
disegno luci Claudio Intrepido
musiche originali Gipo Gurrado
coreografie Valeria Cavalli
direttore di produzione Daniela Quarta
assistente Francesca Leopardi
produzione Quelli di Grock