Černobyl’ mon amour

Un abbraccio, un bacio, persino un’arancia. Tutto diventa fatale nei Monologhi dell’atomica di Elena Arvigo, in scena al Teatro Due per la rassegna Una stanza tutta per lei.

L’essenziale è invisibile agli occhi. Opinabile, ma nel caso dei due disastri nucleari di Nagasaki e Černobyl’, irrefutabile. Perché il passato è difficile da vedere quando le lamiere mutilate dal fuoco vengono smaltite e rimpiazzate da nuovi eco-mostri. Perché le radiazioni sono un ottimo, per quanto insospettabile, compagno di vita. Fedeli sino alla morte: la tua.

Elena Arvigo ci costringe ad aguzzare la vista, ad affinare l’orecchio e a sentire il lamento di questo invisibile passato generato, creato e ribadito dalla sconfinata pretesa di onnipotenza dell’uomo. Prendendo in prestito le voci di Svetlana Aleksievich e Kyoto Hayashi, superstiti dei disastri più tremendi mai firmati da mano umana, l’attrice porta in scena l’altra faccia della catastrofe, quella di chi l’ha vissuta da dentro, senza la protezione della consapevolezza e della verità, da sempre appannaggio dell’impunità statale e militare.

Due testimonianze scomode perché semplicemente vere, pronunciate da altrettanto semplici donne che hanno dovuto, loro malgrado, diventare straordinarie. Un amore interrotto dalla chimica tremenda della grafite e dell’idrogeno e una città spazzata via da una tremenda rabbia ingiustificabile sono il pretesto per parlare dei pericoli che l’accoppiata essere umano/energia nucleare ha imposto e impone ancor oggi al mondo intero.

Il percorso che Arvigo intraprende è sicuramente interessante e una limitante reading potrebbe non dare abbastanza fiato alle voci che esigono di urlare il loro sdegno e la loro morte forzata da un progresso economico insostenibile. Attendiamo quindi con curiosità l’evoluzione di questi monologhi in vere e proprie «Voci di Černobyl’ e Nagasaki».

Con i Monologhi dell’Atomica prosegue la «rassegna teatrale per immaginare il femminile del terzo millennio» dal titolo Una stanza tutta per lei, voluta da Marioletta Bideri e Melania Giglio e diretta da Daniele Salvo. Questo «carro di Tespi» verrà rodato a Roma per poi spostarsi, con i suoi tredici spettacoli, in altri teatri d’Italia, dove saranno analizzate, rappresentate e fomentate le due rivoluzioni moderne: «la rivoluzione tecnologica e la rivoluzione femminile».

Lo spettacolo è andato in scena
Teatro Due

Vicolo dei Due Macelli, 37 – Roma
dal 21 al 24 gennaio

All’interno della Rassegna Una stanza tutta per lei
Monologhi dell’atomica
letture da Kyoko Hayashi e Svetlana Aleksievich
a cura di Elena Arvigo
allestimento scenico Paolo Calafiore