Disperatamente Giulia

Al Teatro Ghione, diretti da Massimo Venturiello, Paolo Triestino e Nicola Pistoia sono i protagonisti di Muratori, uno straordinario testo di Edoardo Erba che, dopo sedici anni di repliche, mantiene vive e inalterate le emozioni.

Nel buio della sala, Fiore (Paolo Triestino) e Germano (Nicola Pistoia) cercano ostinatamente il contatore della luce per raggiungere il palco. Hanno una sola notte, quella, per costruire un muro sul palcoscenico di un teatro in disuso, che un supermercato confinante vuole utilizzare per ampliare il proprio magazzino. Si tratta di un abuso edilizio e solo la notte potrà essere loro complice.

Trovato l’interruttore i due operai si mettono subito all’opera su quello scenario di tanti successi, luogo di emozioni, che hanno incontrato infinite volte il favore del pubblico, lo stesso che, ora in silenzio, deve quasi fingere la propria assenza per lasciar spazio a due personaggi così veri e genuini. In pochi istanti, per geniale volere del testo di Erba, il teatro si trasforma in un polveroso cantiere, con tanto di carriola, che giunge sul palcoscenico piena di mattoni, a più riprese spinta con energia da Germano su una palanca posizionata come scivolo, mentre Fiore, intonando una canzone di Venditti, prepara la calce.
I due straordinari attori, visti già in scena – sempre al Ghione – con Fausto e gli sciacalli e La cena dei cretini, si calano perfettamente nei panni logori di quei Muratori, con l’accento romanesco e una cofana come compagna. Di muri, entrambi, ne hanno tirati su veramente tanti, essendo lo spettacolo divenuto con gli anni un vero e proprio cult. Triestino e Pistoia, infatti, dopo ben sedici anni di repliche hanno sicuramente appreso anche tutti i segreti di quel ruolo che, sera dopo sera, hanno portato in tour con successo; difficile scindere i due mestieri, quello dell’attore da quello del muratore, essendo perfetta la fusione che si è creata tra persona e personaggio in grado di ferirsi anche le mani con uno dei diversi forati.
Il ritrovamento di una locandina di uno spettacolo di August Strindberg, utilizzata per avvolgere un topo morto, è l’occasione per discutere de La signorina Giulia, figura che Germano sembra aver visto aggirarsi tra le quinte del teatro e la cui storia coincide perfettamente con quella rappresentata anni prima su quelle tavole.
È Lydia Giordano a dare corpo e soprattutto anima a Giulia, donna, appunto, che creerà scompiglio nei cuori prima di Germano e poi di Fiore. Vestita con un abito di pizzo bianco, la giovane è colei che permetterà di alzare un altro muro, quello dell’ostilità tra i due contendenti e di abbatterne un altro: quello dell’ignoranza.

La dimensione onirica fa da contraltare alla commedia, così come il sottile gioco che nasce tra la speranza e la realtà, trasformandosi poi in poesia. È quest’ultima, infatti, ha erigersi improvvisamente su quel palcoscenico, dove un ponteggio, all’inizio del secondo atto, è in uso per completare quel muro, metafora sempre più forte. Sono innumerevoli, infatti, le attività culturali, come cinema e teatri, che nel corso degli ultimi anni hanno abbassato la serranda uccidendo l’arte. Lo spettacolo di Edoardo Erba, però, così raffinato e visionario, l’arte la fa vivere in eterno, merito di un’intelligente intuizione che ha saputo incontrare i perfetti interpreti e un regista impeccabile come Massimo Venturiello, magnifico nel dirigere due di noi.

Muratori è andato in scena per l’ultima volta, chiudendo un ciclo fortunatissimo di stagioni, il 13 maggio, senza lasciare muri, bensì aperture verso un futuro fatto di sogni.

Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro Ghione

via delle Fornaci, 37 – Roma
fino a domenica 13 maggio
orari: da martedì a sabato ore 21.00, domenica ore 17.00
(durata 1 h e 40 minuti circa intervallo escluso)

Muratori
di Edoardo Erba
regia Massimo Venturiello
con Nicola Pistoia, Paolo Triestino, Lydia Giordano
scene Francesco Montanaro
costumi Sandra Cardini
musiche Ennio Rega
disegno Luci Marco Laudano
produzione Diaghilev srl