Un infinito istante di pura bellezza

nuits-de-fourviere2014Anche quest’anno Persinsala torna a seguire il festival lionese Les Nuits de Fourvière con un lungo speciale che vi accompagnerà fino a fine luglio. La prima tappa di questo percorso musicale è stato il concerto di Petra Magoni e Ferruccio all’Auditorium del nuovissimo Musée des Confluences. Semplicemente magnifico.

Trovarsi a scrivere di un concerto di Petra Magoni e Ferruccio Spinetti è cosa tanto bella quanto ardua. I loro spettacoli sono, infatti, degli splendidi omaggi al mondo musicale mondiale, senza che questo sia interrotto da barriere, ostacoli e separazioni d’ogni sorta. Ma immergersi in cotanta bellezza, se da un lato rappresenta un regalo che ogni spettatore si fa (e il sottoscritto rientra appieno in questa logica), dall’altro ripropone quel’immensa difficoltà che è il cercare di tramutare in parole, rispettando un’ipotetica ekphrasis, quello che questi due magnifici esseri riescono a creare. Ci si ritrova, quindi, nell’impossibilità della traduzione, del report che vorrebbe far riecheggiare quel mondo così sublimemente dipinto dai Nostri. E allora non si può che errare, nel doppio senso del termine, tra le parole e le atmosfere, tra le lacrime e quella pelle d’oca che non se ne vuole proprio andar via.

Petra e Ferruccio fanno il loro ingresso, senza quasi guardare il pubblico, impugnando immediatamente gli strumenti della loro opera: microfono e contrabbasso. Anche se andrebbe detto che lo strumento che Petra utilizza è solamente la sua voce, quella che la accompagna ovunque. Il microfono rappresenta solamente una protesi della quale si potrebbe anche far a meno. La dolcezza con la quale i due affrontano Speak low di Kurt Weill sprofonda immediatamente tutti noi spettatori in un mondo così propriamente loro, così musicale e così nudo come solamente questi musicisti sanno creare. Affrontando Ain’t no sunshine Petra Magoni ribadisce il proprio del suo ruolo: portarci dove vuole lei. Quando lo decide lei. Non per nulla l’attenzione dell’uditorio è impigliata in quella voce che prende e porta via, tra deserti sonori spazzati da una silenziosa brezza fino a scagliare tutti quanti contro delle quasi insostenibili mura acustiche. Anche la respirazione e il battito cardiaco sono dettati dalle sue scelte e dai suoi scatti, nervosi, tormentati ma che sanno anche temperarsi in movimenti delicati e malinconici. Il tutto senza però che la tristezza prenda il sopravvento. Qui è questione di una malinconia priva di qualsivoglia fatalità. Si tratta del fondo della vita comune, di quel basso continuo che mantiene la nostra vita e che prova ad crearne il senso, le ragioni, senza, per questo, obbligarci a fare i conti con una finalità. La fatalità è, così facendo, spossessata delle proprie forze e si ritrova ad essere un termine come un altro, immerso in questa continuità, navigando senza meta.

Ma Musica Nuda non è solo la voce di Petra Magoni. Musica Nuda è un duo che fa corpo, un corpo prettamente musicale. E come non sentire il peso di questa corporeità quando Petra intraprende, senza sosta, un dialogo intenso, fisico, di sfida, anche violenta, con il contrabbasso di Ferruccio Spinetti? La cantante pisana non si esibisce come una brava cantante sanremese, rivolta ed offerta totalmente al pubblico (l’interpretazione di Non ho l’età è altamente chiarificante in questo senso), ma sempre di trequarti, in un continuo movimento che si mantiene nel rapporto con l’ingombrante strumento musicale lì accanto. Le grida, i sospiri, le parole pronunciate o quelle conficcate in gola, accarezzano, penetrano o rimbalzano sulle corde del contrabbasso, fino all’interno della cassa acustica, senza interrompere ma il dialogo con esso.

Si passa da Paolo Conte a Monteverdi, da Bob Marley a Sting, da Mina a Gainsbourg. Il jazz cantautorale dei Nostri appiattisce le divergenze mantenendo in vita le differenze, quelle tipicità che dicono l’unicità di ogni mondo musicale. Il risultato è quello di un bassorilievo affrescato, che possiede un corpo, un peso, una propria profondità ma anche una miriade di colori, di varietà che propongono un vero e proprio universo musicale. Nudo, sì, ma è proprio grazie a questa messa a nudo che risaltano ancora di più le sfumature del mondo. Nessuna crudezza, nessuna tristezza. Ma una leggerezza di calviniana memoria.
Grazie Petra. Grazie Ferruccio

Après la Nuit italienne de 2013 et Cantami una poesia, le concert-spectacle des frères Servillo de 2014, le festival lyonnais Les Nuits de Fourvière propose cette année trois soirées consacrées à l’Italie. La première étape de ce parcours a été le concert de Musica Nuda, le duo composé par Petra Magoni e Ferruccio Spinetti au Grand Auditorium de Musée des Confluences. L’élégance de leur musique a conquit le publique en proposant un très personel condensé du patrimoine musical mondial.

Set
Speak low
Ain’t no sunshine
It is love
Lei colorerà
Quand il est mort, le poète
Il cammello e il dromedario
Practical Arrangement
Amazing grace
Nature boy
Sandino/Norwegian wood
Un vecchio errore
Si dolce è il tramonto
Non ho l’étà
Tout s’arrange quand on s’aime
Couleur café
Come together

Encore
Roxanne
Guarda che luna !

Encore II
Non andare via

Lo spettacolo è andato in scena:
Musée des Confluences – Grand Auditorium
86 Quai Perrache – Lione (Francia)
mercoledì 24 giugno, ore 20.30

Il festival Les Nuits de Fourvière presentano
Musica Nuda en concert

http://nuitsdefourviere.com
http://www.musicanuda.com