Senza confini

Martedì 13 gennaio presso il Teatro Studio Gianni Borgna dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, due eccelsi maestri – Michele Campanella, pianista tra i maggiori interpreti di Franz Listz e il sassofonista jazz argentino Javier Girotto – presentano il loro ultimo, splendido cd, Musique sans frontières.

Un duo d’eccezione sul palco, un sassofonista jazz e un pianista classico che insieme rinnovano musiche (da Ravel a Debussy), senza stravolgere la partitura pianistica, ma ricavando comunque spazi per improvvisazioni jazzistiche.
Un concerto del tutto nuovo e tra il pubblico se ne avverte tanta curiosità su come potranno veramente colloquiare questi due strumenti.
Teatro non molto grande, situazione familiare, luci soft, i due musicisti vestiti casual, Campanella scherzoso al microfono s’improvvisa conduttore essendo il pubblico sprovvisto del programma di sala. I requisiti per gustare al meglio il concerto sembrano esserci proprio tutti.
Nel breve e molto melodico primo brano, Pavane pour une infante défunte di Ravel, s’inserisce in vari punti il sax soprano raddoppiando le frasi più significative, ma sempre con perfetto allineamento alla voce del pianoforte tanto da lasciar percepire un solo strumento,
Se c’era ancora qualche scettico tra il pubblico circa il possibile dialogo tra questi due mondi apparentemente lontani, ora si può senz’altro rasserenare e mettere comodo. Come ricorda in un’intervista lo stesso Campanella: «Le frontiere non ci sono, basta non vederle»
Il concerto continua con la famosa Suite Bergamasque di Debussy articolata in quattro movimenti: Prélude, Menuet, Clair de lune, Passepied. Nel preludio le frasi sono brevi, il pianoforte alla melodia, il sax con trilli d’abbellimeto. Ora, con i due strumenti si rincorrono, inizia il secondo movimento e sul finale si assiste alla prima delle splendide cadenze del sassofonista. Con un improvviso ed emozionante jazz, Girotto suona corpo e anima il suo strumento dorato, alternando melodie nella coda del pianoforte per voltarsi poi verso il pubblico e continuare il solo con l’eco della melodia precedente in sottofondo. Termina così il secondo movimento a cui si lega con molta naturalezza il terzo con il romanticissimo Clair de lune, interpretato magnificamente da Michele Campanella e terminato d’insieme, per poi così voltare velocemente all’ultimo. Cambia completamente l’atmosfera, Passepied è in allegro forte, ritmo incalzante, e i due musicisti sembrano divertirsi moltissimo.
Terminato il brano il pianista si alza in piedi, al microfono fa i complimenti al suo collega il quale merita un grande applauso e in due parole introduce il prossimo brano: Rêverie in fa maggiore, una delle prime composizioni di Debussy, un brano melodico e molto intimo, purtroppo poco eseguito. E questa sera il duo ha il piacere di riproporlo al pubblico dell’Auditorium con il sax che ne sottolinea i passaggi più significativi.

Ormai giunto a metà concerto, il duo propone la suite Children’s Corner di Debussy dedicata alla figlia Emma-Claude, detta Chou-chou, «con le più tenere scuse di suo padre per quel che segue», e comprende in tutto sei brani.

L’opera intende rappresentare in modo poetico il mondo dell’infanzia e scritta dal compositore per solo pianoforte, il pubblico ha avuto il piacere di ascoltarne una versione più originale e dinamica. A metà esecuzione uno spazio è lasciato al solo del sax dove il tempo si dilata, grazie allo splendido improvviso di Girotto, prima di concludere con uno scherzo – che potrebbe piacere molto anche ai più piccoli – suonato insieme, divertente, puntato, ballabile.

È la volta dell’ultima nonché più impegnativa prova della serata, tre dei cinque brani originariamente composti per Miroirs (La Vallée des Cloches, Oiseaux tristes e Alborada del gracioso) di Ravel. Ed è proprio in quest’ultima esecuzione che si apprezza al meglio il duo: l’intesa tra i musicisti nelle diverse dinamiche, nei cambi di tempi, è impreziosita dal delizioso, un po’ malinconico, solo del sax baritono che, con frasi articolate da spezzare il fiato, volge poi al termine in una carrellata di note in fortissimo e velocissimo.
Il concerto è terminato, ma naturalmente Campanella e Girotto non si possono tirare indietro alla richiesta di un bis che il pubblico richiede a gran voce, regalando un magistrale, inedito e di non facile costrutto Preludio di Bach.

Le barriere che separano i due generi classico e jazz sono state abbattute. Un concerto più unico che raro, due grandi artisti molto preparati e dotati di una modestia incredibile, lasciano forte l’impressione che sia stato un vero e proprio onore, per chiunque fosse presente all’Auditorium, poter assistere a un tale concerto.

Il concerto è andato in scena:
Auditorium Parco della Musica

Teatro Studio Gianni Borgna
Viale Pietro de Coubertin, 30 – Roma
Martedì 13 gennaio 2015, ore 21

Musique sans frontières
Michele Campanella – pianoforte
Javier Girotto – sassofoni