Comunicato stampa

Nel mondo in cui viviamo le parole, a quanto pare, hanno un peso enorme. Tutti i saperi e le informazioni sembrano passare attraverso di esse. Ma siamo sicuri che sia davvero così?

In realtà studi documentati ci dicono che la maggior parte delle informazioni, nell’interazione fra le persone, passa attraverso la comunicazione non verbale. Addirittura, in un dialogo di argomento emotivo, solo il 7% viene trasmesso attraverso il significato letterale delle parole. Da qui deriva quel 93% – materiali per una politica non verbale che dà il titolo al nuovo blog realizzato da ALDES (il comitato scientifico sarà composto dal danzatore e coreografo Roberto Castello, dalla giornalista e critico teatrale Francesca De Sanctis e dal danzatore e coreografo Dario La Stella).

La piattaforma sarà online con il primo numero a partire dal 15 di settembre e verrà aggiornata il 15 di ogni mese, ogni numero approfondirà un tema specifico. Sarà un luogo di riflessione e confronto sul linguaggio non verbale e sulle sue implicazioni in cui scrittori, intellettuali, politici, accademici, registi, coreografi, artisti e fotografi metteranno in relazione discipline diverse, dalla psicologia all’antropologia, dalla sociologia alla geografia, dalla politica ai diritti umani, dalla filosofia all’arte, dall’anarchismo alle questioni di genere e in generale al ruolo sociale del benessere e del piacere.

L’obiettivo è quello di aprire uno spazio di dibattito: può la comunicazione non vernale diventare uno strumento di cambiamento sociale capace di rendere il posto in cui si vive più simile a quello in cui si vorrebbe vivere? Al di là delle parole che si dicono, il modo in cui si parla, i gesti che si fanno, le distanze che si mantengono, se, quando e come ci si saluta, ci si da la mano o ci si abbraccia possono aiutarci a vivere felici?

Lo spunto per un blog sul potenziale politico dei comportamenti deriva dai Dance Club, una pratica che ALDES ha avviato circa un anno fa nel territorio lucchese. Appuntamenti in cui semplicemente ci si trova per ballare, dove nessuno insegna nulla e non c’è niente da imparare, solo buona musica, movimento e gioco. Un esperimento che discende dalla constatazione della scomparsa di luoghi in cui persone di tutte le età, classi sociali, colori e religioni possano ritrovarsi a ballare insieme; dalla constatazione che il ballo, diversamente dalla parola, annulla le differenze e consolida i legami sociali; dalla relazione che il folgorante aforisma di Emma Goldman If I can’t dance to it, it’s not my revolution stabilisce fra politica e qualità della vita; dalla constatazione della divaricazione fra arte contemporanea e piacere in occidente e dalla capacità invece di sintesi fra politica, arte e piacere di molta arte, musica e letteratura africana contemporanea; da considerazioni su quanto la qualità delle relazioni influisca sulla qualità della vita.

93% – materiali per una politica non verbale vorrebbe essere uno spazio aperto di riflessione su quale ruolo sarebbe giusto avessero oggi quegli aspetti della vita sociale che ci accomunano ai nostri cugini primati e da cui dipendono in larga misura il benessere, il piacere e la felicità degli individui. Il blog conta molto sul contributo di tutti quelli che vorranno arricchire il confronto con suggerimenti, segnalazioni o interventi.

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