In corso Buenos Aires, sabato 6 marzo si inaugura l’Elfo Puccini, teatro d’Arte Contemporanea. Nel luogo dove si sarebbe voluto un supermercato, si restituisce a Milano uno spazio per la cultura. Ci spiegano il perché Elio De Capitani e Ferdinando Bruni.

La nostra città ha sempre sollecitato appellativi ambigui: isola della moda e sede dell’Expò, ma anche capitale morale d’Italia e Milano da bere. Eppure, Milano è soprattutto qualcos’altro: con i suoi 55 teatri è il polso vivo che batte al ritmo di piccole e grandi compagnie – soprattutto stabili – dimostrando la vitalità di questo mezzo artistico che, dopo migliaia di anni, è ancora capace di emozionare, divertire e far riflettere.

In un quartiere ricco di storia e abitato da milanesi e migranti, quel corso Buenos Aires identificato troppo spesso come via dello shopping e che, al contrario, conserva piccoli gioielli architettonici come casa Felisari – esempio di stile Liberty all’angolo tra via Settembrini e via Boscovich – o i resti del Lazzaretto di manzoniana memoria lungo via San Gregorio; ebbene, lungo questo corso, al posto dell’ennesimo supermercato, il 6 marzo si inaugura l’Elfo Puccini, un teatro multi-sala che unisce l’esperienza della compagnia dell’Elfo con la restituzione di uno spazio nato all’alba del ‘900 come palazzo di divertimenti, trasformato negli anni 20 in palcoscenico per la lirica e la rivista e, infine, dal ‘69 cinema con una programmazione popolare intercalata da qualche spogliarello – ma palcoscenico inaspettato per un regista impegnato come George Wilhelm Pabst, che nel 1950 presentava al Puccini Il processo, film premiato al Festival di Venezia.

L’Elfo Puccini ha grandi ambizioni, quindi. In un Paese che troppo spesso ha identificato il teatro con le compagnie di giro costituite ad hoc per un solo spettacolo – che muore in una o, al massimo, due stagioni – qui si punterà sul repertorio e sulla compagnia stabile perché, come racconta Elio De Capitani, direttore artistico dell’Elfo: «Quando abbiamo cominciato avevamo vent’anni e il nostro punto di riferimento era il Piccolo: un teatro d’arte per tutti. Oggi abbiamo finalmente una rete di teatri d’arte per tutti, della quale facciamo parte con orgoglio perché Milano, nel frattempo, è diventata il modello di un diverso modo di fare teatro».

La sfida però è persino più impegnativa, come spiega Ferdinando Bruni, anch’egli direttore artistico, regista e attore: «L’Elfo Puccini possiede tre sale. La più grande dedicata a Shakespeare perché, pur essendo un autore teatrale, nelle sue opere ritroviamo la poesia, la letteratura e la filosofia e le sue pièce sono sempre contemporanee, offrendo ogni volta nuove chiavi di lettura della realtà» e continua: «La seconda sala è intitolata a Pina Bausch – in grado di unire teatro e danza – mentre la terza a Fassbinder, che ha trasformato alcune tra le sue opere teatrali in film e viceversa. Questo è quello che vogliamo fare: incrociare i saperi, le arti e i momenti di comunicazione col pubblico.

Ne sono un esempio le esperienze musicali portate avanti con la collaborazione di Sentieri Selvaggi, quelle artistiche dell’associazione culturale Careof – con la quale abbiamo iniziato a dialogare – e i nuovi progetti con la Cineteca Italiana. Vorremmo che questo spazio esaltasse tutto quanto il teatro ha in sé: insieme punto di incontro e commistione di arti».
Nell’atrio campeggerà la frase di Ingmar Bergman: “Il teatro è soltanto l’incontro tra esseri umani, tutto il resto serve solo a confondere”. Anche questa scelta ci rende sicuri che l’Elfo Puccini rinnoverà il rapporto con il suo pubblico con lo stesso spirito e impegno che ha contraddistinto la compagnia in quasi qurant’anni di attività.

Elfo Puccini
Teatro d’Arte Contemporanea
corso Buenos Aires 33 – Milano
tel. 02.716791 – 02.00660606
www.elfo.org

Sabato 6 e domenica 7 marzo
edizione integrale
di Angels in America
inizio spettacolo ore 16.00
intervallo con buffet ore 19.45
inizio parte II ore 20.45