Profumo di ioni

Le Tesla Coil di Masque Teatro protagoniste di un esperimento notevole: trasferire potenza elettrica wireless alla distanza di 2,5 metri. Esperimento riuscito. Al Teatro Félix Guattari di Forlì, lampi e scintille con Nikola Tesla. Lectures.

Penombra sulle macchine in scena. Nel silenzio, solo un forte ronzio che a intervalli periodici cresce e muore. Poi qualcosa si attiva, finché dal toroide che sovrasta la Tesla Coil, le scariche disruptive (i lampi) iniziano a colorare l’aria. La gabbia di Faraday avanza dal fondo, si avvicina alla bobina e i lampi prendono a scaricarsi su di essa. Dentro c’è un uomo. L’aria si ionizza.
Come lo stesso Tesla faceva spettacolo della sua padronanza dell’elettricità, così Masque Teatro apre il suo Nikola Tesla. Lectures, lasciando il pubblico affascinato da questi incredibili effetti speciali.
Eppure, considerarli semplicemente degli effetti speciali sarebbe riduttivo e fuorviante. Questo è, sì, lo spettacolo dell’elettromagnetismo e di Nikola Tesla, ma non è inteso in senso teatrale, artistico o d’intrattenimento (al contrario, come precisa il titolo, si tratta di una conferenza/esperimento). Questo è lo spettacolo della natura, stupore e gioia per gli occhi e soprattutto per la mente, che resta attonita in aristotelica meraviglia.
Si sarebbe portati a scrivere “meraviglia della scienza”, ma è proprio questo uno dei nodi cruciali di questa conferenza/esperimento: puntare il dito su una grande mistificazione interna al mondo scientifico. È facile ripensare alle vicende di Galileo e scandalizzarsi di fronte alla sua storia. Rimanere scioccati per l’ingerenza della Chiesa, per la violenza, per l’abiura sotto minaccia del rogo. Ebbene, si rimane ancora più disgustati – probabilmente perché ci si crederebbe salvi da logiche in qualche modo oscurantistiche – nello scoprire cosa è accaduto a Nikola Tesla, inventore del ventesimo secolo. A quanto pare, aldilà del metodo sperimentale e del principio di falsificazione, la ricerca scientifica può sempre attraversare momenti oscuri, e il principio guida può non essere la ricerca della verità, ma il profitto, la convenienza.

Nikola Tesla è stato vittima di una grande mistificazione. Il suo sogno, e progetto, di illuminare via wireless il globo (siamo a cavallo fra diciannovesimo e ventesimo secolo) fu osteggiato perché il suo finanziatore, J. P. Morgan, aveva interessi nella tecnologia di trasmissione via cavo, e il wireless sarebbe stato un “problema”. Di conseguenza, non lo finanziò.
Sapere è potere, diceva Bacone. Conoscere la natura ci porterà ad avere il dominio su di essa.
Eppure lungi dall’essere la terra della verità e dell’obiettività, anche il mondo della scienza è edificato sull’inganno e gli interessi. Perché il potere orienta il sapere, e se da sempre la ricerca è stata patrocinata in primis dalla politica e da necessità belliche, nel caso di Tesla, Edison e il banchiere Morgan, sono stati gli interessi strettamente economici a fare la differenza.
E così, sotterraneo, si alimenta il sospetto: e oggi? C’è una vulgata per cui lo studio e la ricerca scientifici sono fonte di conoscenza e verità.
Tuttavia i grandi poteri economici, come ai tempi di Tesla, non stanno a guardare, ma sono parte dell’avanzamento scientifico. Il caso di Tesla ci invita a nutrire un sano sospetto e a togliere quel velo di ingenuità per cui la ricerca scientifica è volta alla conoscenza per il bene comune.
Aldilà dei racconti, sono gli esperimenti a dimostrare che lo scienziato serbo aveva ragione. Basandosi sui suoi progetti, Masque ha ricreato le sue macchine riproducendo, durante lo spettacolo, un esperimento chiave: fornire potenza elettrica wireless con un sistema di bobine di Tesla posizionate a 2,50 metri.
Se lo spettacolo si nutre anche di narrazione, non è questa a essere centrale, e serve fondamentalmente a dare spiegazioni, fornire informazioni e dati per comprendere l’accaduto. L’esperimento dimostra che le teorie di Tesla erano esatte e che, quindi, l’oblio a cui è stato consegnato è sospetto, indagabile, colpevole (ancora oggi i manuali di elettromagnetismo non dedicano a Tesla tutto lo spazio che meriterebbe, considerata la portata delle sue scoperte e che il futuro è lanciato verso il trasferimento di energia wireless).
Una delle riflessioni che fa nascere Nikola Tesla. Lectures è quanta immaginazione sia necessaria per comprendere la portata di quello che si dimostra. Anche il pensiero razionale e quello scientifico hanno bisogno di immaginazione. Se per generare una scarica che attraversa un millimetro d’aria servono 3000 volt, lo spettatore medio comprende la potenza eccezionale generata dalla Bobina di Tesla, capace di creare fenomeni disruptivi (i lampi) di quelle dimensioni? Comprende la loro eccezionalità? Lungi dall’essere un effetto speciale, gli stessi sono frutto di un processo che a partire dai 15.000 volt dei trasformatori principali arriva, grazie alla bobina, a circa un milione di volt (senza contare che si tratta di un apparecchio costruito da una compagnia teatrale con materiale di recupero). Riesce a capire lo spettatore che la gabbia non è una simpatica, gotica scenografia metallica, ma un salvavita? E a sentire la magia del filo attraversato da corrente ad alta tensione, che diventa immediatamente incandescente?
Insomma: lo spettatore medio, a secco di nozioni di fisica o il cui ricordo è troppo remoto, può apprezzare appieno la portata di quanto viene detto?
Sebbene il nostro conferenziere/officiante (il suo tono e la sua postazione, una sorta di altare dell’elettricità, rende l’evento in qualche modo simile a una celebrazione) lo dica chiaramente, il dubbio è che a orecchie poco pratiche il messaggio arrivi stentato: tutto ciò è straordinario e Tesla aveva ragione. È stato vittima di una colossale mistificazione – e quanto è successo una volta, può darsi accada ancora oggi.
Nel presentare al pubblico le vicende di Tesla, Masque fa una scelta estetica e poetica precisa: la verità della dimostrazione sperimentale non ha bisogno e non deve essere traviata dalla benché minima ombra di finzione, che indebolirebbe il suo statuto di verità. La domanda quindi passa di livello, diventa teorica, e si trasforma in quesito antico quanto la filosofia, ossia tanto antico quanto senza risposta. La verità può servirsi della retorica affinché il discorso diventi più efficace, e sia immediatamente chiaro a tutti e non solo a coloro che già sanno o sono disposti ad ascoltare? Chi non sa, dovrebbe essere conquistato, sedotto dal discorso? Servirsi dell’arte retorica è cadere nella finzione? L’urgenza dell’argomento di cui si parla può cambiare le priorità?

Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro Félix Guattari

via Orto del Fuoco, 3 – Forlì (FC)
venerdì 12 e sabato 13 maggio, ore 21.00

Nikola Tesla. Lectures

conferenza / esperimento
di e con Lorenzo Bazzocchi
assistente alle macchine Eleonora Sedioli
elettronica Matteo Gatti
Tesla Coil Lorenzo Bazzocchi
coproduzione Mood Indigo (BO)
produzione Masque Teatro