Quando la maglia vale (inutilmente) una vita

Bravissimi gli interpreti: Claudio di Palma e Ciro Damiano, al Pim Off di Milano raccontano un inedito bardo visto dal Vesuvio.

Il merito degli attori di Nest è di non aver voluto giudicare a priori. Troppo facile: chi, dotato di buon senso, penserebbe che val la pena uccidersi per una squadra di calcio? La compagine di Nest, Napoli Est Teatro, è partita da un evento di cronaca: «Martedì 24 giugno 2014 alle ore 6.00 il cuore di Ciro Esposito, il tifoso del Napoli di 28 anni ferito il 3 maggio da un tifoso romanista, mentre si avviava allo stadio Olimpico per assistere all’incontro Napoli-Fiorentina, ha smesso di battere. Il giovane ragazzo è spirato al policlinico Gemelli dopo 52 giorni di agonia e dopo aver subito sei interventi chirurgici». Perché? Che senso ha una morte del genere? Per spiegare il perché i giovani di Nest, arrivati al successo con la versione teatrale di Gomorra, si sono messi a studiare. Nello spettacolo Non Plus Ultras, un movimentato monologo di Adriano Pantaleo, che ne è autore con Gianni Spezzano, che firma anche la regia, riferiscono la frase del presidente Sergio Mattarella del 2018: «Il modello di vita dell’Italia non può essere e non sarà mai quello degli ultras violenti degli stadi di calcio, estremisti travestiti da tifosi. Lo sport è un’altra cosa». Ma poi illustrano molto bene alcuni principi: gli ultras sono davvero poco interessati sia alla società di calcio, che anzi contestano per le sue logiche commerciali, sia ai singoli giocatori perché “tradiscono” la maglia. Dopodiché Napoli ha avuto un suo “dio”, Diego Maradona, ma è stata un’altra storia. Che cosa vuol dire “avere la mentalità” dell’ultras, dunque? Vuol dire, molto in sostanza, aderire a un bisogno di identità di gruppo che si fonda sull’identificazione di un nemico (gli ultras delle altre squadre), contro cui esiste una sola modalità di relazione, la violenza, e su una fortissima territorialità. Gli ultras del Napoli si “battono” per Napoli più che per “il Napoli”. Visto da fuori è senza dubbio tribale. Ma poiché è un fenomeno esteso hanno fatto bene gli autori di Nest a cercare di comprenderlo e spiegarlo. Il monologo, in scena nell’interessante spazio Pim Off di Milano, ha ritmo, la scena è ben costruita. Forse Pantaleo esagera a far tutte le parti: la donna, Susanna, amata da Ciro, non gli riesce benissimo. Ma è credibilissimo come Ciro. Da vedere.

Lo spettacolo è in scena
Pim Off
Via Selvanesco 75 – Milano
il 28 e 29 gennaio 2020
Visto il 28 gennaio alle 20,20

Non Plus Ultras
di Adriano Pantaleo e Gianni Spezzano
con Adriano Pantaleo
regia e drammaturgia di Gianni Spezzano
scenografia di Vincenzo Leone
costumi di Giovanna Napolitano
disegno luci di Giuseppe Di Lorenzo
contenuti multimediali di Carmine Luino
collaborazione alla drammaturgia di Adriano Pantaleo
assistente alla regia di Raffaella Nocerino
organizzazione di Carla Borrelli
produzione Argot Produzioni/Teatro Eliseo/Nest Napoli Est Teatro
(durata: un’ora e 5 minuti)