La casa della noia

teatro-filodrammatici-milanoFino al 18 gennaio al Teatro dei Filodrammatici va in scena Notturno. La ragione al sonno: spettacolo ispirato non senza vigore al best seller di Jonathan Coe, seppur quasi mai all’altezza.

Qualche anno fa, un’amica recensì La casa del sonno di Jonathan Coe (1997; Feltrinelli, 2002) e lo descrisse come «un lungo viaggio lucido e quasi reale, con i contorni sfumati dei sogni più vividi che si sfaldano un attimo prima del risveglio». Non troverò mai definizione più bella, credo. Partirò da qui per la mia riflessione sullo spettacolo di Filippo Renda, liberamente tratto dal romanzo. Mi spiace solamente non poter assistere, prima di sviluppare questo scritto, all’incontro pubblico tra il giovane regista e l’autore britannico che si terrà sabato 16 gennaio al Teatro Filodrammatici.
I contorni del sogno sarebbero resi dal telo che filtra la nostra visione del palcoscenico. Su di esso un proiettore rigetta immagini (persino Luis Buñuel) dal subconscio di una paziente, e del primo piano di un medico che riferisce e commenta sintomi e cause della malattia della stessa (narcolessia da esaurimento nervoso). I personaggi pescati dal cappello sarebbero anche interessanti: l’isterica e narcisista dottoressa Cleo Madison, la confusa e ridicola Sarah, lo psicolabile e tragicomico Robert. Ma tutto sfuma rapidamente in un susseguirsi inorganico di siparietti simpatici e vuoti. Un tentativo malriuscito di esprimere qualcosa senza sentirlo. Il tutto attraverso un filtro (questa volta drammaturgico) pseudo-freudiano e privo di reale autoironia.
Non avevo grandi aspettative, bisogna dirlo. L’idea di una trasposizione di una narrazione costruita sull’alternanza di episodi temporalmente non consecutivi mi metteva a disagio. La tendenza di certo teatro contemporaneo è, però, quello di non adagiarsi sulla continuità, quanto piuttosto di lavorare sul contrasto. Allora sì, comprendo la scelta di usare quel materiale in forma drammatica. In più, non vorrei sottovalutare la dicitura liberamente tratto da, che forse salva in corner regia e testo sul campo del rispetto dell’autore, il quale ha evidentemente concesso il suo benestare.
L’impressione, in definitiva, è che la satira presente in Coe sia andata perdendosi per strada, lasciando spazio a un certo compiacimento intellettuale. Ne sarebbe prova la citazione dei pensieri tratti da L’ombra e la grazia di Simone Weil in apertura. Ci si potrebbe anche sbagliare, ovviamente, e in questo caso toccherebbe rivedere messa in scena e recensione. A ogni modo, il progetto scenografico funziona e si fa ricordare nella sua (ormai inevitabile) efficacia minimalista.
Tutto ciò per assicurare che questa è la critica non di un intransigente purista, quanto di un semplice osservatore deluso soprattutto da un nuovo modo di fare teatro che non convince mai abbastanza.

Lo spettacolo continua:
Teatro Filodrammatici

Via Filodrammatici, 1 – Milano
Dal 13 gennaio al 18 gennaio 2015
martedì, giovedì e sabato ore 21.00 – mercoledì e venerdì ore 19.30 – domenica ore 16.00

CRASC
Notturno. La ragione al sonno
di Filippo Renda
regia Filippo Renda
con Alice Redini, Filippo Renda e Irene Serini
scene, grafica e costumi Eleonora Rossi
musiche originali Patrizia Rossi
disegno luci Marco Giusti