La circolarità delle atmosfere italiche

fourviereIl titolo della serata recitava Nuit italienne, ma il programma si è spinto certamente più in là, abbracciando sonorità e artisti non obbligatoriamente e anagraficamente italiani. Una serata speciale, dedicata non tanto ai nostri compatrioti, ma a un sentire comune che spezza qualsiasi tipo di frontiere.

Accompagnato al violoncello da Vincent Segal, l’italo-inglese Piers Faccini sembra giocare con le ombre, con l’aspetto chiaroscurale della voce, muovendosi delicatamente su atmosfere country, napoletane, blues, sahariane o peculiarmente inglesi. Uno dei primi brani che aprono l’ora di esibizione è No reply, dolce ballata che ricorda la sensibilità, la voce e le atmosfere di Nick Drake. La triste Cammina cammina di Pino Daniele precede una magnifica Make me down a pallet on your floor di Mississippi John Hurt e che anticipa, a sua volta, la delicata To see is to believe, opera dello stesso Faccini. Anche se il repertorio presentato in questo concerto mostra un’impronta maggiormente napoletana (la serata, in qualche modo, imponeva una scelta “italiana”), come mostrano Dicitencello vuje o Villanella di Cenerentola, Faccini offre ai numerosi spettatori accorsi all’Odéon, un riuscitissimo incontro tra tradizioni e stili musicali lontani da loro, uniti e resi omogenei dall’inconfondibile, quanto delicata, voce dell’artista. Quest’ultima sembra correre su di un file teso sull’universo musicale, ma Faccini dà prova di uno straordinario equilibrismo e di una sensibilità tale che la traversata giunge ad assomigliare maggiormente a una danza, lieve come la sua voce.

Gianmaria Testa appare sul palco ricevendo una generosa accoglienza. Elegante, come suo solito, ironico e profondo, l’artista italiano, esprimendosi in un perfetto francese, intrattiene un ininterrotto dialogo con il pubblico. Il rapporto privilegiato che egli nutre con l’universo francese, gli permette di instaurare un clima di confidenza che gli spettatori apprezzeranno senza alcun tipo di remora. Inaugurano due canzoni sognanti come Le traiettorie delle mongolfiere e Nuovo. Poi arriva il momento di Lele, dall’album Vitamia del 2011 e il pubblico sembra riassorbito dalle melodie, aggrappato a quelle parole proferite da Testa. Una canzone intensa, struggente, dedicata a una donna del Mezzogiorno che emigrò al Nord e che un giorno si diede la morte, schiacciata dal peso della propria quotidianità (questa donna apparteneva, come tiene a sottolineare giustamente l’artista, a quelle «donne del Sud che contribuirono a migliorare il sangue del Nord»). Ma c’è anche spazio per un inno a un’icona italiana come la Fiat 500: ecco L’automobile (da Montgolfières del 1995). Testa si sente di cambiare abito e mise perché è il momento della sola canzone rock-blues che ha scritto: Voce da combattimento. E il blues, si sa, non si canta senza un bel paio di occhiali da sole. Tra ironia e serietà il concerto si appresta a finire ma il cantante cuneese ci tiene a presentare una delle sue canzoni più polemiche (e meglio riuscite), cioè 20 mila Leghe (in fondo al mare). Un preambolo per spiegare ai francesi cos’è la Lega Nord introduce il recitato di Testa che descrive come dalla “sacrosanta indipendenza” si arrivi alla follia separatista: fino a giungere alla scomparsa dell’acqua e, di conseguenza, della vita stessa. Gianmaria Testa, in questa calda serata lionese, si dimostra ancora una volta, uno dei più grandi poeti musicanti che l’Italia possiede. Un tesoro da seguire, sempre.

Una serata impostata su di una direzionalità generale-particolare (con un necessario ritorno) e che ha previsto un intenso tuffo nelle tipicità pugliesi. Ecco sbarcare sul palco francese la “pizzica indiavolata” del Canzoniere Grecanico Salentino. L’ensemble pugliese dà una scossa di energia vitale e danzante alla serata e gli spettatori non possono fare altro che seguire questi ritmi alzandosi in piedi e ballando. Ni Pizzecau Lu Core, Cogli la rosa, Tira cavallu sono alcuni dei brani che aprono le danze (è proprio il caso di dirlo). Ma c’è spazio anche per serenate tristi come Bella ci dormi, seguita immediatamente da un’indiavolata Nu te fermare. Le voci di Maria Mazzotta e di Mauro Durante (che unisce al canto anche una grande maestria al violino), provocano un effetto fisico sugli spettatori, che si ritrovano danzanti senza nemmeno accorgersene. E come in una logica circolare dove la fine si ricongiunge con l’inizio, la chiusura è riservata alla dolcissima La voce toa, cantata da Piers Faccini in inglese e in pugliese. Lo spaesamento territoriale e linguistico passa in secondo piano mentre emerge, con la delicatezza tipica di Faccini, una consapevolezza dell’appartenenza a una comunità abituata ad attraversare le frontiere, quasi non sentendole.
Una notte forse italiana, forse non solo, ma di certo magnifica.

La Nuit italienne du festival Nuits de Fourvière a été l’occasion de ressembler trois façons différentes de concevoir les sonorités transalpines. Piers Faccini e Vincent Segal ont proposé un mélange fort réussi de chansons napolitaines, anglaises et américaines, tandis que Gianmaria Testa et son groupe n’ont pas lésiné sur la poésie sonore. Le Canzoniere Grecanico Salentino a secoué l’Odéon de Fourvière avec la «pizzica indiavolata» des Pouilles. Une soirée riche des musiques très différentes et très proches qui ont montré l’absurdité de toute séparation.

Lo spettacolo è andato in scena:
Odéon, Parc archéologique de Fourvière
6, rue de l’antiquaille – Lione (Francia)
domenica 21 luglio, ore 20.00

Il festival Nuits de Fourvière presenta
Nuit italienne: Piers Faccini & Vincent Segal, Gianmaria Testa Quartet, Canzoniere Grecanico Salentino en concert
www.nuitsdefourviere.com