I libri, la voce, le parole, la storia

Nell’ambito della rassegna VolterraTeatro 2015, all’interno della Fortezza-carcere di Volterra, Chiara Guidi porta in scena Nuvole.Casa, tratto dall’omonima opera del Premio Nobel per la Letteratura, Elfriede Jelinek.

Solo nove metri per tre le misure del piccolo Teatro Graziani, dove – per la prima volta all’interno del penitenziario – Chiara Guidi con Daniele Roccato, e la partecipazione del giovanissimo Filippo Zimmermann, si esibiscono nella performance che prende spunto dal libro Nuvole.Casa.

9×3 fa 27 e, curiosamente, da 27 anni la Compagnia della Fortezza di Armando Punzo utilizza questo luogo quale sede per le sue creazioni, ispirate spesso alle storie scritte nei libri.

Anche qui, un fiume di parole, a volte scollegate, travolge gli spettatori presenti. La voce è quella di Chiara Guidi. Dentro il teatro il caldo è soffocante, fuori il cielo è arroventato. Chiara Guidi recita senza sosta i vocaboli tratti dal libro dell’autrice austriaca. Un abile gioco di voce quello dell’attrice, co-fondatrice della Socìetas Raffaello Sanzio, Compagnia in attività da oltre un trentennio in diverse nazioni.

Le note del contrabbasso di Roccato, un po’ distorte e gementi, sottolineano puntuali, ogni sussurro, ogni significato, ogni evocazione, ogni sfumatura vocale laddove ridondanti emergono la parole “noi” e “casa”. A casa siamo protetti. “Noi qui siamo, là sono gli altri”.

Protagonisti della performance sono i libri. Libri che riportano puntualmente la storia, libri carichi di significati, dalla quale la Nobel per la Letteratura 2004 strappa alcune parole, prendendole in prestito da altri – come Heidegger e Hölderlin – per immetterle nelle sue opere. Stralci di frasi che, estrapolate dal loro contesto, non hanno più un senso logico e assumono immancabilmente altri significati.

I tanti tomi voluminosi assumono un ruolo scenografico, oltre che evocativo e simbolico. Alcuni libri sono posati perfino sui sedili perché gli spettatori li custodiscano sulle ginocchia fino alla fine allo spettacolo, quando il ragazzo/Filippo Zimmermann – la speranza, la gioventù – li ritirerà uno a uno dalle mani del pubblico, per impilarli sullo spazio scenico. Libri e ancora libri che il giovane interprete (ha solo quattordici anni) porta in scena custoditi in stracci, protetti dopo essere stati bruciati, scorticati – come gli animi delle persone coinvolte negli eventi tragici che, spesso, travolgono l’umanità.

Si allude anche agli orrori dell’Olocausto: “Con quale fine innumerevoli vittime sono state immolate? Chi ha dato inizio alla ruota?”. Il testo rimanda alla Germania nazista e alle origini ebraiche dell’autrice. L’odore acre delle ceneri, della carta data alle fiamme, entra nelle narici degli spettatori più vicini al minuscolo palco: “Chi brucia i libri finisce per bruciare anche gli esseri umani”. Ma il giovane Zimmerman reca con sé un contenitore di utensili di precisione, come quelli di un orologiaio e li usa per rimettere a posto i frammenti delle pagine arse, per rattoppare i buchi della storia. E invano suona a pieni polmoni un flauto muto, come un moderno pifferaio magico che cerchi di insufflare nuova vita nei propri libri e nei racconti in essi contenuti.

La storia, purtroppo, non ha fine e i libri non avranno mai pace. La musica incalza, deformata, ansiogena. Con passi incerti, camminando all’indietro, avanzando verso il futuro con lo sguardo rivolto al passato, gli attori escono dal teatro. Rimangono solo le note del contrabbasso del bravo Roccato ad accompagnare gli spettatori negli ultimi attimi della coinvolgente performance. Poi il silenzio avvolge tutto: le parole e la sofferenza sono ricacciate nell’oblio.

Resta a mezz’aria una domanda: la storia, il vissuto, le macerie e il dolore, questa volta, ci avranno insegnato qualcosa?

Lo spettacolo è andato in scena all’interno del Festival VolterraTeatro 2015:
Teatrino Graziani – Fortezza Medicea
Volterra (Pisa)
mercoledì 22 luglio, ore 17.00

Nuvole.Casa
testo Elfriede Jelinek
traduzione Luigi Reitani
regia Chiara Guidi
collaborazione Elena Di Gioia
con Chiara Guidi e la partecipazione di Filippo Zimmermann
musiche Daniele Roccato, eseguite al contrabbasso dall’autore
produzione Socìetas Raffaello Sanzio/Festival Focus Jelinek
(durata: 45 minuti, prima regionale)