Portogallo in scena

Il Festival di Almada, giunto quest’anno alla sua trentottesima edizione, torna a ospitare nella sua programmazione spettacoli internazionali e portoghesi, incentrando tutta la sua identità sul dialogo tra teatro e danza estera e locale.

Tra gli spettacoli di danza presenti nella programmazione O canto do cisne è decisamente uno spettacolo con una storia di backstage tutta al portoghese: punto di partenza ed elemento essenziale è l’unione e la contaminazione di classico e contemporaneo.

Tanto negli assoli, nei duetti e nelle coreografie d’insieme, quanto nella musica componenti più tradizionali e classicheggianti – associabili alla disciplina e all’identità artistica del Balletto Nazionale portoghese – si uniscono a elementi e componenti di danza contemporanea grazie alle scelte estetiche e registiche della di Clara Andermatt.

Considerata una coreografa pioniera nel processo di divulgazione della danza contemporanea in Portogallo, Andermatt in realtà tesse, in questa coreografia in collaborazione con il Balletto nazionale portoghese, i fili tagliati e logori di un lavoro che, circa vent’anni fa, a causa di forze maggiori non poté proseguire (l’omonimo spettacolo della compagnia Gulbenkian Ballet che andò in scena nel 2004). La storica compagnia dovette chiudere i battenti di lì a un anno, una misura drastica della fondazione Gulbenkian, a cui la faceva capo, dovuta ad un lavoro di ristrutturazione e di quello che chiamano “sconvolgimenti del panorama della danza in Portogallo”.

O canto do cisne non a caso parla di morte e di una rinascita: da una parte un testo, quello di Saint-Saens indugia sullla prima, dall’altra la fine della compagnia Gulbenkian e la ripartenza con questa rielaborazione di una vecchia produzione.

Bisognerebbe in realtà aver visto lo spettacolo del 2004 per fare paragoni, ma, nella versione del Festival di Almada, si percepisce questa doppia condizione di “esaurimento”. Il legame con la Gulbenkian e con tutto il passato è come un sogno che si ripercuote, ricorrente e senza via di fuga, senza risoluzione nei movimenti e nelle danze dei ballerini e delle ballerine sul palco del Teatro Municipal di Almada.

Altro allestimento portoghese, questa volta di prosa, è Fake di Formiga Atomica, compagnia da sempre in prima linea nell’elaborazione di spettacoli che tengono conto delle esigenze del pubblico attraverso periodi di formazione, dialogo e ricerca-inchiesta sulle tematiche che necessitano un approfondimento creativo, per un teatro sociale ma non didascalico.

In Fake viene messo in dubbio il ruolo della verità e di come essa venga sempre più manipolata dalla rete, dai social e della consuetudine della diffusione di falsità virali.
Una viralità che si allarga come una macchia a olio, indipendentemente dalla veridicità e credibilità delle fonti e dei contenuti. Il punto non è nella notizia in sé, ma in come essa venga presentata, impacchettata e venduta. Lo sa bene tutta la troupe che usa il titolo di Nancy Crampton Brophy (Come uccidere il proprio marito) quale pretesto per creare un vero e proprio set di creazione fake news intorno alla sua figura.

Ottima l’interazione tra un’estetica cinematografica e una teatrale, con attori e operatori cinematografici che sfrecciano come dardi in una serie di mini set. Il pubblico gode di una sorta di montaggio alternato fatto di teatro e video live. Un buon livello di recitazione unito a un buon livello di immagine video e fotografia fanno sì che lo spettatore si perda in un bombardamento di immagini e di notizie; bombardamento che assomiglia allo stesso di notizie o fake virali.

Formiga Atomica fa – dal punto di vista scenico -una un’analisi futuristica ma reale di come al giorno d’oggi la società odierna divori e inglobi informazioni e, per quanto lo spettacolo sia in portoghese e non abbia sottotitoli, fattore che non facilita una fruizione e comprensione immediata del testo dello spettacolo, Fake si lascia guardare ed esplorare con piacere per il suo dinamismo e il suo ritmo.

Gli spettacoli sono andati in scena all’iinterno del Festival di Almada
Teatro Municipal Joaquim Benite, Sala Principal, Almada

O canto do cisne
coreografia e regia Clara Andermatt
consulenza artistica Amélia Bentes
assistenza con la coreografia Barbara Griggi
musica Vitor Rua
costumi Aleksandar Protic
con Almudena Maldonado, Anyah Siddall, Inês Ferrer, Leonor de Jesus, Patrícia Main, Tatiana Grenkova, Dylan Waddell, Francisco Couto, Francisco Sebastião, Gonçalo Andrade, João Costa, Miguel Ramalho, Miguel Esteves, Tiago Amaral

Auditorio Fernando del Fórum Municipal Romeu Correia, Almada

Fake
ideazione di Miguel Fragata e Inês Barahona
con Anabela Almeida, Carla Galvão, Duarte Guimarães, João Nunes Monteiro, Beatriz Batarda, (Isabel Abreu o Sandra Faleiro), Beatriz Batarda, Cirila Bossuet, Isabel Abreu, Madalena Almeida, Márcia Breia, Sandra Faleiro, Sílvia Filipe, Teresa Madruga
video Tiago Guedes, João Gambino
scenografia Henrique Ralheta
costumi José António Tenente
musica Hélder Gonçalves