Opera Panica – Alone in the dark – Il pasto degli schiavi

Al Teatro dell’Orologio, fino al 24 maggio, va in scena Inventaria 2015, la festa romana del teatro indipendente.

Giunto alla sua quinta stagione, Inventaria può dirsi un festival maturo e desiderato, come dimostra la grande partecipazione di pubblico fin dalle prime giornate.

A comporre il «Focus del Festival [di] drammaturgia contemporanea, comprensiva delle sue forme più moderne, come quelle del teatro-danza, delle partiture fisiche, della sperimentazione», sono nove eventi fuori concorso, sei nella sezione Spettacoli, cinque in quella Monologhi/Performance (quattro, dopo l’annullamento dell’atteso Lauren di e con Elena Arvigo) e una giornata conclusiva di (sette) corti teatrali. A potenziare l’offerta e la scommessa di Inventaria, un progetto lodevole anche per la natura completamente gratuita del bando di partecipazione, due concorsi, uno dedicato alle foto di scena (Scene da una fotografia), l’altro alla drammaturgia italiana (il Premio nazionale di drammaturgia DCQ – Giuliano Gennaio).

Un bouquet estremamente ricco di proposte mai banali, come dimostrato dagli spettacoli cui abbiamo finora assistito, che Inventaria offre anche quest’anno all’interno del Teatro dell’Orologio, location che ancora una volta conferma la propria disponibilità alla contaminazione artistica del proprio cartellone con realtà off e/o indipendenti (che, ovviamente, non sono sempre coincidenti), facendo rete con Dominio Pubblico, EXIT, Her.s, EDEN – Connect the dots e, appunto, Inventaria.

Apre l’edizione di quest’anno, la ripresa A grande richiesta di una produzione storica di DoveComeQuando, Opera Panica diretto da Pietro Dattola.
L’allestimento tenta un recupero della complessità di Alejandro Jodorowski, mettendo in scena – senza soluzione di continuità – una serie di sketch interpretati da ben nove attori e una voce fuori campo. Il tentativo, molto generoso, di strutturare «l’ostentata frammentarietà» originaria, costruendo «mini-quadri […] nella sfera dell’assurdo, […] dal comico al poetico, dall’ironico al malinconico, dal logico-matematico al melò-tragico», condividendo «lo stesso tema: l’impossibilità, per l’uomo, di vivere senza ritrovarsi, alla fine, in qualche modo insoddisfatto», cercando di «incantare lo spettatore con situazioni comiche, paradossali o poetiche, rese in scena in un contesto unitario dall’atmosfera circense», si scontra con la criticità di fondo relativa all’eccessiva dilatazione dei tempi scenici. Una scelta che, piegando la drammaturgia alla ridondanza e reiterazione, ha finito per palesare i limiti della tenuta attorale di diversi protagonisti, eccezion fatta per la solida Flavia Germana de Lipsis, ottima nel restituire vivacità e sfumature di registro interpretativo di un personaggio di suggestivo stampo felliniano.

Per la sezione monologhi, assistiamo a Alone in the dark, ossia il tentativo di un poetico omaggio al mondo dei clochard con cui Maria Luisa Usai narra del drammatico rapporto della protagonista, Giulietta Delli Fiori, con l’amore per tre uomini cruciali (il fidanzato Moreno, il cugino Giacomo e il padre Luigi).

Un allestimento che, nel raccontare un rapporto spezzato con la normalità, pur offrendo alcuni spunti di interesse, allo stesso tempo, sembra mancare l’auspicato contatto empatico, riducendosi alla dimensione privata del personaggio e finendo per inficiare la pur discreta prova della Usai. Se alcune intuizioni risultano di alto potenziale (dal seducente parallelismo con il mondo dei fiori alla complicata operazione di recupero dell’infanzia), altre sembrano pagare meno, come costumi inopportunamente lindi e fuori contesto e l’eccessiva nettezza con cui i confini psicologici di Giulietta oscillano dal delicato al rabbioso.

Acerbo, probabilmente, Il pasto degli schiavi, messa in scena di un testo di Adriano Marenco presentato a Calcata durante lo scorso festival Ad Arte – TeatroCineFestival. Convincente più sul piano delle soluzioni visive (una gabbia scenografica dal valore altamente simbolico, i quadri plastici d’ensemble) che su quello interpretativo e di regia (entrambe scolastiche e didascaliche), lo spettacolo si mostra comunque promettente e da attendere al varco per una più compiuta valutazione, magari nell’occasione della sua partecipazione alla prossima edizione del Roma Fringe Festival.

Gli spettacoli sono andati in scena:
Festival INVENTARIA 2015 – V edizione
Teatro dell’Orologio, Roma
11-24 maggio 2015

11 maggio, ore 21.30 sala Moretti
Fuori concorso / A grande richiesta
DoveComeQuando / Opera Panica
di Alejandro Jodorowski
regia Pietro Dattola
con Letizia Barone Ricciardelli, Flavia Germana de Lipsis, Carlo Disint, Alfonso Germanò, Alessandro Marrone, Adriano Missori, Andrea Onori, Maria Francesca Palli, Laura Toro
costumi Maria Francesca Palli
scenografia Alessandro Marrone

13 maggio, ore 20.30 sala Gassman
Sez. Monologhi / Prima romana
Alone in the dark
di e con Maria Luisa Usai
collaborazione artistica Marco Sanna e Irene Maiorino

13 maggio, ore 21.30 sala Moretti
Fuori concorso / Fresco di stagione
Patas Arriba Teatro / Il pasto degli schiavi
di Adriano Marenco con uno squarcio di Alessandra Caputo
regia Valentina Conti e Simone Fraschetti
con Pamela Adinolfi, Francesca Di Vincenzo, Simone Fraschetti, Barbara Greco, Chiara Pavoni
coreografia Pamela Adinolfi e Barbara Greco
costumi Lisa Rosamilla
effetti speciali Domenico Latronico