Istillare dubbio nell’era dei nuovi dogma

Orizzonti VerticaliImporre l’incontro al dibattito virtuale. Dissacrare solitudini da tastiera, svelarsi, differire anche. Ritornare al teatro-luogo, organo vocale di comunità

Da qualche parte è (ancora) possibile. Fuori dai ruoli, dalle etichette, dal perbenismo elitario, dal parlarsi addosso. Un teatro accessibile, fruito, che raccoglie.
Orizzonti Verticali vive da sette edizioni a San Gimignano. E fa rivivere un borgo meraviglioso, dalla forte vocazione turistica e ricettiva, di sembianze altre. Puntellare di nei un corpo meraviglioso e glabro.
L’attenzione al confronto generazionale, ampliare il discernimento, l’interdisciplinarietà, i punti focali delle buone pratiche. Coerenza con l’originario, far echeggiare la voce dell’indimenticato Roberto Guicciardini, un padre del teatro del secolo scorso. E uno sguardo allo specchio, sui sette anni appena trascorsi.
Mentre altrove è arena per gladiatori da tastiera. Pubblicità. E corsa all’audience development. A chi fa prima a mettersi in bocca il nome altisonante o a vantarsi conoscenze altolocate e poteri tentacolari. Regressione sociale nella mentalità del niente possibile fuori dal consorzio, dalla piramide, dai nepotismi. Un teatro minimizzato agli effetti dell’esercizio del potere, anziché il contrario. Palcoscenico di individualismo, proiettato in arabeschi fuori dalle scene da “atleti dello sguardo” interessati a compiacere a buon prezzo invece di lavorare.
Disistruirsi allora. Astenersi. Presenziare la discussione circolare, favorire il contatto a metà strada, non l’assenso subordinato o lo sdegno fazioso e borghese. Riverberare le armi bianche dell’enunciato. Di contro al formalismo ipocrita e interessato.

Due le visioni di sabato 6 luglio. A seguito del consueto incontro pomeridiano sulle età del teatro.

L’imputato non è colpevole, dei padroni di casa di Giardino Chiuso, la Compagnia di Tuccio Guicciardini e Patrizia de Bari, a Palazzo della Propositura: la parola fedele alla sua vita reale, liberamente tratto dagli atti del processo Talaat Pascià in cui fu assolto l’assassino, nel 1921, di Talaat Lascia, ministro turco e responsabile del genocidio degli Armeni. Ammazzato per mano di un giovane studente, dichiarato non colpevole. La sala ricreata in un’aula di tribunale; gli spettatori disposti come dei giurati, nel corridoio tra un attore e un altro, giudice e imputato, nel canale vocale della recitazione. L’assetto dello sguardo dislocato riproduce una diversa attenzione all’ascolto, caratterizzata da un dinamismo coinvolgente l’intero apparato teatrale (pubblico e scena), ché la parola perda teatralità, aderisca alla ragione, poco mediata dall’immaginifico. Sotto forma ancora di studio, lo spettacolo svela le ingenuità dell’assenza di palco, di rodaggio: attori poco comunicanti, interpretazioni solipsistiche, dominanze recitative. Dalla potenza politica ed etica strabordante, se alla bontà del testo e della ricerca drammaturgica corrisponderà la grazia di un allestimento confacente.

Danzatori negli scorci mozzafiato di San Gimignano, a notte, in Juliette on the road, della compagnia Cie Twain Physical Dance Theatre. Danza e teatro in una composizione in cui in rilievo la materia viva del processo creativo, vocalizzato nelle poetiche del bardo e assemblato in plastiche gestuali di riferimento alla danza contemporanea e al balletto. Tecnica e inventiva, rigore e trasgressione della regola. In piazza, fra ulivi, sotto porticati. Luogo e scena mistificati per approdi inconsueti. Efficaci le soluzioni corali e di trovata ideate e vivificate. Poco sciolto tutto il resto. Zigrinando più del dovuto una messa in scena di per sé annodata, riducendo il fulgore dell’idea, mozzandone la fruibilità. Rapiscono le movenze e gli accenti espressivi dei danzattori, segno di spiccata vocazione e indiscutibile competenza, non supportata da un’adeguata direzione.

E sguardi reciproci, intimità, gli uni verso gli altri. A San Gimignano. A Orizzonti Verticali.


Gli spettacoli sono andati in scena nell’ambito di Orizzonti Verticali 2019:
San Gimignano (SI), varie location
dal 3 al 7 luglio 2019

sabato 6 luglio
ore 21.00
Palazzo della Propositura
L’imputato non è colpevole
drammaturgia Tuccio Guicciardini
con Sebastiano Geronimo
voci Bob Marchese, Annibale Pavone e Igor Horvat
messa in scena Tuccio Guicciardini e Patrizia de Bari
video Andrea Montagnani
consulenza drammaturgica Fulvio Cortese
produzione Giardino Chiuso

ore 22.00
itinerante
Juliette on the Road
regia e coreografie Loredana Parrella
testi e drammaturgia Loredana Parrella e Aleksandros Memetaj
interpreti/performer Yoris Petrillo, Elisa Melis, Maeva Curco Llovera, Luca Zanni, Caroline Loiseau, Maria Stella Pitarresi, Aleksandros Memetaj, Gianluca Formica, Marco Pergallini e Giulia Cenni
produzione Twain Centro di produzione danza