La storia di ieri, il presente di oggi

Seconda giornata a Orizzonti Verticali. In quel di San Gimignano riecheggia il monito: chi non ha memoria non ha futuro.

Nella Sala Dante dei Musei Civici, Luca Scarlini rievoca le vicende che hanno interessato il Comune di San Gimignano e il suo rapporto, tra Due e Trecento, con la Repubblica di Firenze e il Papa – ovverosia il potere temporale di Roma. Sala Dante, come racconta Scarlini, perché due epigrafi di marmo ne celebrano la presenza nel 1299 – quando il poeta venne nel borgo senese per perorare la causa della Lega Guelfa e della Repubblica Fiorentina. Il confronto tra due poeti, Dante e Folgore, si sofferma sulle scelte di vita che, al tempo, li videro protagonisti. Il primo avventuratosi in politica, che ne causerà l’esilio permanente; il secondo, morto in patria, dove continuò la sua opera di scrittore, possibilmente comico-realista, narrando delle abitudini laiche e mondane della nobiltà del tempo. Il confronto si snoda analizzando gli affreschi presenti in Sala: La Maestà di Lippo Memmi, simbolo di potere, riscontrabile anche nell’oro laminato applicato sulle corone dei santi affrescati e nei colori molto ricercati e costosi (quali l’azzurro), contrapposta alla rappresentazione delle arti e dei passatempi dei nobili ritratti sulle altre pareti. Falconieri e scene di caccia, ma anche gesta cavalleresche con i signori che, a rischio della propria vita, si affrontavano nei tornei per dimostrare il proprio valore. Un excursus sui tempi in cui Carlo I° D’Angiò estese il suo potere in gran parte dell’Italia; e sui rapporti che Dante, in qualità di ambasciatore fiorentino, tenne con Bonifacio VIII° – che gli sarebbero costati, in seguito, l’esilio permanente. Nel complesso, l’occasione per ricordare come l’arte non sia mai stata neutra, bensì strettamente connessa con la volontà del potere di mettere sotto la dovuta luce fatti e personaggi, rendendoli noti a chi li osservava secondo il piacere del signore di turno.

In prima serata, una nutrita schiera di musicisti (ben 14 elementi) ha dato vita a un concerto molto coinvolgente grazie anche all’acustica sorprendentemente buona di piazza Sant’Agostino. L’Orchestre Tout Poissant Marcel Duchamp si è esibita in Sauvage Formes, ultimo lavoro realizzato da questo ensemble, composto da solisti provenienti da diverse nazioni e che, da oltre un decennio, gira il mondo grazie al proprio talento e originalità. Sostenuta da una base ritmica ben amalgamata, la Duchamp attinge a più generi – o radici – musicali, avvalendosi anche di ottime voci soliste e cori, che hanno alternato momenti di libertà espressiva ad altri dal ritmo rigoroso. Cambiamenti continui e repentini di sonorità hanno ceduto il posto a momenti più raccolti, e la voce limpida della solista è stata in grado di coinvolgere il pubblico al punto tale che si è faticato a rimanere seduti. Un’esibizione che ha dato spazio anche alle individualità artistiche, e un brano estremamente ritmato – con un crescendo partecipato – a concludere un ottimo concerto.

Alle 22.30 circa, in piazza Pecori, Koreja ha presentato La Ragione del Terrore – testo drammaturgico di Michele Santeramo, interpretato da Michele Cipriani e Maria Rosaria Ponzetta per la regia di Salvatore Tramacere. All’estremità dello spazio raccolto una scenografia, quasi un quadro ivi esposto, fa da piccolo contenitore/sfondo alla recitazione, molto caricata, del protagonista – coadiuvato dalla presenza, quasi esclusivamente mimica, dell’attrice. Un racconto di vite estreme, ispirato a un fatto in parte realmente accaduto a metà del Novecento. Un’accusa nei confronti di coloro che non si preoccupano della povertà altrui ma ne sono, consapevolmente o meno, la causa. Una recitazione in parte enfatica, alla quale manca un tocco di surrealismo che, peraltro, la drammaturgia in bilico tra sogno e realtà consentirebbe. Da che parte stanno i buoni e/o i giusti è la domanda che potrebbe chiudere lo spettacolo: una richiesta forse di assoluzione o di condivisione dell’azione commessa e, al contempo, un’accusa. Un racconto dal quale i buoni sentimenti e le amicizie, l’aiuto reciproco e la generosità sono messi al bando in virtù della diffidenza e dell’isolamento, visti quali estreme difese contro una violenza che tutto circonfonde. Un testo forse un po’ datato – sia per la collocazione temporale dei fatti narrati sia per l’impostazione dello spettacolo stesso – ma il cui fulcro tematico, se allargato al fenomeno migratorio in atto a livello mondiale, trova, purtroppo, un corrispettivo nella nostra realtà quotidiana.


Gli spettacoli sono andati in scena nell’ambito di Orizzonti Verticali 2019:
San Gimignano, varie location

giovedì 4 luglio, ore 18.30
Musei Civici
Sala Dante
Luca Scarlini in:
La penna e la spada

ore 21.30
piazza Sant’Agostino
Orchestre Tout Puissant Marcel Duchamp in:
Sauvage Formes

ore 22.30
piazza Pecori
Koreja – Centro di Produzione Teatrale di Sperimentazione presenta:
La Ragione del Terrore
di Michele Santeramo
regia Salvatore Tramacere
con Michele Cipriani e Maria Rosaria Ponzetta

Foto di Francesco Spagnuolo