L’Out Off inaugura la propria stagione teatrale il 15 settembre e promette molti appuntamenti interessanti.

Programma della stagione 2009/10 del Teatro Out Off di Milano

Milano non è certo una città ospitale né tanto meno conviviale. A sedersi alla sua mensa sono in pochi, i più rimangono in piedi sognando gli studi di Cologno Monzese.

In questo panorama desolante, alcuni giorni prima dell’inaugurazione della Settimana della Moda, quando Milano si tira a lustro, cercando di sembrare la metropoli europea che non è, l’Out Off inaugura la nuova stagione teatrale, a due passi dal quartiere fashion dell’Isola, che per anni è stato un quartiere popolare, variegato e multicolore con i suoi grandi mercati all’aperto, la mitica Pergola, gli artigiani, le iniziative artistiche e culturali di chi viveva davvero quella zona.

Oggi è tutto diverso, per i giovani nascono come funghi bar trendy dove bere l’aperitivo, la nuova tendenza milanese – un modo, fra l’altro, per mangiucchiare qualcosa spendendo relativamente poco; per tutti si moltiplicano i ristoranti etnici che, dati alla mano, non sembrano risentire della crisi; gli inquilini anziani vengono sfrattati e al loro posto arrivano i nuovi proprietari con auto di lusso che chissà dove pensano di parcheggiare…

Ma con l’autunno un modo diverso per vivere Milano esiste ed è sicuramente tornare a teatro, per ritrovarsi e scoprire emozioni che difficilmente nascono nei luoghi della rinnovata Milano da bere.

Il programma dell’Out Off sembra molto interessante sulla carta e sicuramente Persinsala lo seguirà da vicino, a cominciare proprio da Animelle 1 euro al chilo, che si riallaccia bene al tema scarno e scabroso del profitto.

Lo stesso profitto che svende un quartiere carico di anime al migliore offerente, che impone la compra-vendita di corpi che dai doppifondi dei camion e dalle stive delle navi sbarcano tutti i giorni in Paesi stranieri per sedersi uno sgabello di night-club o consumare le suole lungo una strada periferica.

Il teatro come mezzo per riflettere sulla società contemporanea, come occasione per condividere pensieri che, altrimenti, crederemmo appartenere solo a noi.