Retorica e drammaturgia

Al Prato una tre giorni dedicata alla Compagnia Scimone Sframeli, nell’ambito della rassegna Il Luogo dei Mondi Possibili 6 autori italiani al Fabbricone.

Al Fabbricone di Prato arrivano Spiro Scimone e Francesco Sframeli con una trilogia che comprende Il cortile, Pali e Nunzio.
Ospitati nella rassegna dedicata agli autori italiani (che continuerà fino a maggio), Spiro Scimone e Francesco Sframeli – che, in questi anni, si sono aggiudicati diversi premi (tra i quali l’Ubu come Nuovo testo italiano per il primo e il secondo spettacolo) e che alcuni critici hanno paragonato persino a Beckett nel modo di scrivere e interpretare il teatro – dimostrano in Pali le proprie capacità autorali e attorali, decisamente apprezzabili ma ben distinte da quelle dell’autore irlandese.
Del resto, la giacchetta di Beckett è stata tirata in ogni senso, ma paragonare alcuni mezzi retorici di Scimone Sframeli – quali l’uso dell’epanadiplòsi e dell’epanalessi, ossia di forme di ripetizione di parole o parti del discorso – con la negazione del linguaggio propria di Beckett, o i giochi di parole – per esempio, “mare di merda” – degli italiani con lo “humour et le néant” (Maurice Nadeau) del secondo sembra inopportuno e deviante. Così come confondere l’asciuttezza di pièce di 50 minuti con la scarnificazione operata da Beckett – che lo condusse a eliminare il movimento, per esempio in Giorni Felici (Happy Days) o nei personaggi di Nagg e Nell di Finale di partita (Fin de partie), a sperimentare il radiodramma per fare a meno della fisicità dell’attore (si veda CeneriEmbers), fino a giungere al puro movimento nello spazio, di figure private ormai di espressione, parola e gestualità personificante, nei televisivi Quad I e Quad II – appare del tutto pretestuoso.
In realtà, Pali è una pièce breve, un ossimorico “monologo a quattro”, sulla base di un testo che usa una serie di figure retoriche e immagini metaforiche interessanti, e dove il messaggio indubbiamente profondo e positivo – ulteriore differenza con Beckett: qui si invita il pubblico a reagire al “mare di merda” nel quale stiamo affogando, non ci si ferma a denunciare l’assurdità di un’esistenza alla quale ci si può opporre solo con una fede cieca, e obiettivamente senza speranza, nell’arrivo di un improbabile Godot – è condensato in pillole volutamente intessute di luoghi comuni, banali giochi di parole, battute che suscitano la risata di pancia. Sebbene – e questo va sottolineato – il testo nasconda salaci denunce del nostro belpaese e di un intero sistema di produzione che fanno “acqua” da tutte le parti.

Lo spettacolo è andato in scena:
Fabbricone
Via Targetti, 10/12 – Prato
sabato 12 gennaio, ore 21.00, e domenica 13 gennaio, ore 16.00
Pali
di Spiro Scimone
regia Francesco Sframeli
con Francesco Sframeli, Spiro Scimone, Salvatore Arena e Gianluca Cesale
scene e costumi Lino Fiorito
disegno luci Beatrice Ficalbi
regista assistente Roberto Bonaventura
foto di scena Gianni Fiorito
direttore tecnico Santo Pinizzotto
amministrazione Giovanni Scimone
organizzazione Cadmo Associazione – Roma
produzione Compagnia Scimone Sframeli, Espace Malraux, Scène Nationale de Chambéry et de la Savoie, Carta Bianca projet alcotra coopération France/Italie in collaborazione con Asti Teatro 31
premio UBU 2009 Nuovo testo italiano

Di Scimone Sframeli andrà in scena:
Teatro Corsini
Barberino di Mugello
venerdì 25 gennaio, ore 21.00
La Festa
di Spiro Scimone
regia Gianfelice Imparato
con Francesco Sframeli, Gianluca Cesale e Spiro Scimone