350 anni dopo, Le Belle Bandiere rispolverano Milton

Al Francesco di Bartolo di Buti va in scena la lettura musicata liberamente tratta dal Paradiso perduto di Milton, nell’interpretazione di Marco Sgrosso ed Elena Bucci.

Buio. Poi due figure si stagliano altissime nella fioca luce che lentamente invade il palcoscenico, accompagnata dalla musica dal vivo di Dimitri Sillato – al violino e pianoforte – sempre precisa e pronta a sottolineare gli scarti emotivi e le situazioni che Marco Sgrosso ed Elena Bucci ci proporranno nella loro particolare lettura scenica del capolavoro miltoniano.
Si passa dalla pacatezza all’urlo senza soluzione di continuità, la musica – se possibile – accentua ancor più i momenti di scontro e si amalgama con le voci nei racconti delle battaglie che hanno preceduto la caduta di Satana; le voci di vincitori e vinti nella lotta per la libertà e il potere, perduti al momento, ma che comunque non trasformano l’indomita protervia del padrone dell’inferno in rassegnazione.
Una ricerca di vendetta che è afflato di sopravvivenza – così come il coinvolgimento di altri nella ribellione, facendo leva sul desiderio di conoscenza. Un gioco sottile che parte da una considerazione forte: meglio essere padroni all’inferno che servi in paradiso. La sconfitta è solo fisica e la nuova situazione, imposta ma non accettata, è insieme rivendicata in nome delle proprie convinzioni e scelte.
La conoscenza, del bene e del male ma anche di se stessi e delle ragioni del proprio essere al mondo, sarà la molla che spingerà anche Eva – in questa versione teatrale sempre in bilico tra lo sbarazzino e il trasognato – al superamento della propria posizione nell’esistenza e nell’esistente, e a consumare quello che sarà poi considerato il peccato originale che investirà tutta l’umanità.
Il testo così come proposto esalta le capacità vocali e interpretative dei protagonisti con continui cambi di ritmo, coralità che si stemperano in riflessioni intimistiche, anche se non traspare mai, in Eva, quella ricerca di se stessa convogliata e riversata in una sete di conoscenza di carattere scientifico, accompagnata dalla possibilità di superare i propri limiti terreni. La sua razionalità e il suo orgoglio, la sua necessità di vivere anche esperienze altre sembrano del tutto assenti in un Adamo compresso nella sua figura di donatore di vita, tradito dalla sua creatura, ma che per amore – o per mancanza di fantasia, incapacità di essere in sé – sceglie consapevolmente di partecipare alla trasgressione e successiva condanna. Condanna che, però, li accomuna in un nuovo percorso – che, a questo punto, dovranno costruirsi liberamente.
Uno spettacolo che privilegia scelte e percorsi della coppia rispetto alla battaglia per la libertà tra angeli e demoni ricollocati, questi ultimi, nella loro forma più vetero clericale. Millantatori, fautori di promesse che saranno disilluse, tesi solo a dirottare, anche altri, dalla cosiddetta retta via. Una figura minore, quasi caricaturale, quella di Satana – che contrasta con l’imponenza tragica propria del testo di Milton. Più vicina ad alcune letture bibliche dove, la donna un po’ vanitosa, e molto sciocca, col desiderio di andare oltre a ciò che le è stato dato di conoscere, si fa coinvolgere e, a sua volta coinvolge, un Adamo tutto preso nelle sue concretezze che accetta l’offerta pur di rimanere unito a lei – incapace di staccarsi, come un Pigmalione/stalker, dalla sua creatura.
Belli gli effetti di luce/ombra che avvolgono attori e musicista – quasi fossero un unico e compatto ensamble.

Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro Francesco di Bartolo
via F.lli Disperati, 4 – Buti (PI)
lunedì 26 marzo, ore 21.15
Le Belle Bandiere presentano:

Paradiso perduto, Paradiso ritrovato
liberamente tratto dal Paradiso Perduto di John Milton e altre scritture
ideazione Elena Bucci
elaborazione drammaturgica e interpretazione Elena Bucci e Marco Sgrosso
con Dimitri Sillato (violino e pianoforte)
drammaturgia del suono Raffaele Bassetti
luci Loredana Oddone