La storia e il fascino

fourviereNella ricca programmazione delle Nuits de Fourvière non poteva certo mancare uno dei più grandi nomi del rock contemporaneo, guerrigliero e impermeabile ai compromessi. Stiamo parlando della sacerdotessa del rock, Patti Smith che ha aperto un’intensa serata, elegantemente conclusa dalla musica della cantante maliana Rokia Traoré.

La scelta di esibirsi per prima, aprendo le danze e la serata, è apparsa forse improbabile, ma indubbiamente riuscita. Sono solamente le otto e mezza di sera e Patti Smith fa la sua entrata in scena infiammando il numerosissimo pubblico accorso per vederla, sentirla, ascoltarla. E una delle intramontabili icone del rock non delude le aspettative. L’artista statunitense canta le sue universali canzoni, urla slogan, declama poesie, sfiora delicatamente il pubblico con parole sempre puntuali e, immediatamente dopo, lo inonda con energiche scariche musicali. Patti Smith è un vero e proprio “animale da palco”: lei è in grado di sostenere e mantenere un intero concerto con la sola presenza fisica. E questo aspetto dimostra che il suo essere “icona” (una definizione che di certo lei non apprezzerebbe), possiede un’effettività che si presenta e si infiamma sotto gli occhi di tutti. La cantante di Chicago non è un’immagine senza carne che vive nei discorsi e negli slogan, ma è presenza fisica viva che non lascia indifferenti. Amarla o evitarla. Noi, ovviamente, siamo per la prima scelta.

La persuasiva April Fool, la maledetta Dancing Barefoot, l’autenticamente americana Summertime Blues di Eddie Cochran, seguite da una dolce e intensa Maria dedicata all’attrice francese Maria Schneider, formano la struttura di un concerto di alto livello. Non mancano Because the night e la bellissima Pissing in a river. Chiudono il concerto tre ottimi brani: prima Gloria e poi i due encore, Banga e Rock’n’roll nigger. Un’ora di musica che è apparsa estremamente densa e vitale, colma della visionarietà dell’artista e dei continui appelli alla libertà di ogni individuo.

La voce di Patti Smith non è certamente più quella che compariva sui primi rivoluzionari dischi come Radio Ethiopia (1976), Easter (1978) o Wave (1979), ma l’energia, la rabbia contro ogni tipo di oppressione e di limitazione della libertà sembra essere accresciuta ed essersi radicalizzata con il passare del tempo. Non vi sono più le magliette a lanciare slogan: ora è rimasta solamente la voce, potentissimo strumento di persuasione e di conquista, che insiste nella testimonianza di questa vita rock.
E’ la sua aggressività che termina il concerto, facendole rompere tutte le corde della chitarra. Un gesto rock. Rimane un’ultima immagine: quella di un’artista maledetta e inimitabile.

La seconda parte della serata ha visto approdare sul palco del Théâtre Romain la delicatezza di Rokia Traoré. Voce, mente e immagine del gruppo, l’artista del Mali è il nome azzeccato per succedere alla prima ed esplosiva parte di serata. L’inedito mix tra rock e sonorità africane sortisce un effetto di delocalizzazione indeterminata: riusciamo a riconoscere quello che ascoltiamo ma sono proprio quelle melodie che, proponendo lievi cambiamenti rispetto alle nostre abitudini, ci impediscono di riconoscere l’esatta provenienza e di cadere negli stereotipi. Beautiful Africa, Sara, Tuit Tuit sono solamente alcuni dei titoli delle numerose canzoni, ma danno un saggio della piega che la cantante maliana, accompagnata dal suo ottimo gruppo, ha voluto dare alla serata. La musica di Rokia Traoré agisce in una direzione salvifica e questo, se mi è permesso di semplificare brutalmente il discorso, ci risparmia dalla stupidità e dalla volontà di incasellare, rubricare, definire. Ci salva, in altre parole, da noi stessi. E questo tipo di astrazione dalla particolarità avviene grazie ad atmosfere gioiose e terrene, vive, che ci ridonano il respiro ancestrale del quale avevamo perso memoria. Quella che ha avvolto tutta la collina di Fourvière è una musica vitale che tocca tanto l’anima quanto il corpo, e grazie a questa duplicità di azione, i corpi di presenti si ritrovano, necessariamente, a danzare quasi senza accorgersene. La pioggia scende dal cielo, portando un po’ di sollievo in questa calda serata estiva, e Rokia Traoré si scusa di non poter partecipare anche lei a questa comunione con l’elemento naturale. Magnifica.

Le festival Nuits de Fourvière a accueilli Patti Smith, l’une des musiciennes fondamentales du rock mondial qui, avec son style unique entre poésie et violence musicale, a enchanté la colline de Fourvière. La «papesse du rock» a ouvert une soirée musicale enrichie et accomplie par la douceur et l’élégance de Rokia Traoré.

Lo spettacolo è andato in scena:
Grand théâtre, Parc archéologique de Fourvière
6, rue de l’antiquaille – Lione (Francia)
martedì 23 luglio, ore 20.30

Il festival Nuits de Fourvière presenta
Patti Smith & her band, Rokia Traoré
www.nuitsdefourviere.com