Incubo di una notte di mezza estate

Al Roma Fringe Festival è la volta di Scimmie Nude, per il primo tempo di una crudele e sconvolgente indagine sull’animale-uomo.

«Credo che oggi più che mai la scena teatrale debba essere un luogo dove scoprire e indagare con coraggio le radici della nostra umanità». Così recita nell’incipit il manifesto di Gaddo Bagnoli, fondatore dell’Associazione teatrale Scimmie nude. Questo l’obiettivo del regista concretizzato dall’attore, non di certo del pubblico. Oltre la linea del palco non pare esservi dialogo e l’atmosfera estiva è fredda. Il linguaggio scelto dalla compagnia milanese appare incomprensibile, non fornendo allo spettatore gli strumenti per decodificarlo. E cala il sipario del nonsense. L’immagine dell’uomo offerta in questo Primo Capitolo della Trilogia di indagine non riesce a identificarsi con quella della platea. E allora ci si chiede se fosse questo l’intento: sconvolgere e basta.
Nella bella cornice di Villa Mercede per tre serate (2-6 e 7 luglio) è in scena Pauraedesiderio, uno dei settantadue spettacoli in concorso al Roma Fringe Festival, suggestivo parco del teatro dell’estate capitolina. Lo spettacolo, che nel titolo e per una minima tematica della guerra richiama la pellicola di Kubrick del ’52, si presenta ben coeso (le parole non sono separate da spazi), ma è in realtà altamente scollegato. Tre scene, tre attori, tre colori, tre oggetti per una perfetta trilogia dell’insensato. Si tratta di un copione assurdo lungo 64 minuti, fatto di versi ansimanti e gesti strani più che di parole, in una trama che non vuole, né può essere raccontata. È una sequenza illogica di espressioni facciali che fanno il verso all’horror, ai cartoni giapponesi e alla religione riducendo l’uomo a una bestia. Su di uno sfondo cupo che paralizza il tempo, la scena iniziale vede una donna legata e bendata (interpretata da Claudia Franceschetti) e due uomini (Andrea Magnelli e Marco Olivieri) che la minacciano e la interrogano, e da lì la prosa non lascia scampo.
Il motto della compagnia nata nel 2003 fonde l’etologia animale di Dennis Morris alla drammaturgia della crudeltà di Antonin Artaud, in un mix in cui l’attore fa del male a se stesso interpretando quei ruoli (madre, fanciullo, soldato che sia). Scimmia nuda vuol dire allora homo sapiens rimasto primate, dando vita a impulsi vecchi milioni di anni; dove l’appellativo “nuda” non ha nulla di pirandelliano. A cosa sono ridotti paure e desideri connaturati all’uomo? Solo ad appetiti sessuali e brama di dominio sull’altro? Se questo è l’uomo, ci si può accordare al pensiero. Altrimenti no. Di ogni cosa non si può dare una visione totalmente negativa come non se ne può offrire una pienamente positiva. L’equilibrio è sempre instabile, ma ciascuna delle componenti non può mancare. E del sentimento, del rispetto, degli ideali, delle passioni che cosa rimane? Si sono estinti anch’essi? Le cronache di giornale talvolta ci infondono questo dubbio, ma sempre se, come fa questo tipo di approccio teatrale (sicuramente sperimentale ma troppo sconcertante), si legge una sola faccia della medaglia. Quella più brutta e arrugginita che forse andrebbe pulita o nascosta. Dell’ uomo allora andiamo a riscoprire la vera umanità, non la bestialità. Oggi più che mai ne abbiamo bisogno.

Lo spettacolo è andato in scena all’interno del Roma Fringe Festival
Villa Mercede
Via Tiburtina, 113 – Roma
mercoledì 2 luglio ore 22.30, domenica 6 luglio ore 20.30, lunedì 7 luglio ore 23.30

L’Associazione culturale Scimmie Nude presenta
Pauraedesiderio
di Gaddo Bagnoli
regia Gaddo Bagnoli
con Claudia Franceschetti, Andrea Magnelli e Marco Olivieri
musiche e composizioni originali Sebastiano Bon e Francesco Canavese
produzione Federica Maria Bianchi