Della calunnia e del destino

Il trittico che l’Opéra di Lione ha concepito per le celebrazioni del centenario dalla nascita di Benjamin Britten si conclude con Peter Grimes, un’opera tragica che propone una riflessione sulla verità, e sulla sua opacità, che si insinua tra le pieghe di una condanna pubblica. Kazushi Ono torna a dirigere l’orchestra dell’Opéra e lo fa con una prestazione di altissimo livello apprezzatissima dal pubblico.

Il Festival Britten proposto all’Opéra di Lione ha registrato un grande successo di pubblico e di critica e l’ultima tappa di questo percorso, rappresentato dal Peter Grimes, non ha solamente costituito un altro tassello di questo omaggio al grande compositore inglese, ma ne ha rappresentato la punta più alta e quella maggiormente riuscita.

Dopo Curlew River (https://teatro.persinsala.it/curlew-river/10424) e Le tour d’écrou (https://teatro.persinsala.it/le-tour-decrou/10489), abbiamo assistito alla rappresentazione del Peter Grimes. Su libretto di Montague Slater e ispirato dal poema The Borough di George Crabbe, il Peter Grimes di Benjamin Britten è il racconto di una condanna che mostra la sua presa sulla realtà ancor prima di essere effettivamente emessa. Peter (un Alan Oke che ha emozionato il pubblico fino alle lacrime) è un pescatore scorbutico e poco incline alla socievolezza. In un allestimento che si muove tra il post apocalittico e l’ottocentesco (l’ideazione e la realizzazione scenica di Yoshi Oida è perfetta), il pescatore rema in una costante solitudine. Sulla sua vita aleggia la morte di un giovane mozzo, scomparso in condizioni poco chiare e sulla cui morte si costruirà il castello della calunnia e della condanna pubblica. Il processo che segue la misteriosa scomparsa del ragazzo assolve Peter dall’onta dell’omicidio, ma crea tutte le condizioni per la costruzione dell’odio e del sospetto. Una condanna ambigua e processuale.

La costruzione dell’azione sfonda la quarta parete, portando il pubblico del tribunale tra i palchi dell’Opéra, fustigando, in questo modo, il ruolo di spettatore-voyeur moralista che rappresentiamo tutti noi nella società. La messa in scena generale mostra un importante stacco rispetto alle due altre opere britteniane rappresentate durante questo festival. Lontano dal minimalismo di Curlew River e dal doppio registro scenico di Le tour d’écrou, in quest’opera ci muoviamo in un mondo che, nonostante dichiari coordinate spaziali e temporali piuttosto chiare, si stempera in un’atmosfera indefinibile, post apocalittica e priva di speranze.

La vicenda di Peter Grimes assume toni epici grazie ad una composizione musicale e vocale di estrema potenza e importanza. Il comparto vocale, come di consueto diretto da Alan Woodbridge, mostra una compattezza straordinaria che nulla ha a che spartire con la Messa dolorosa di Curlew River. Qui siamo molto più vicini ad un’epica laica che si posiziona in un luogo diametralmente opposto all’accompagnamento intenso e spirituale di una lunga messa gregoriana. L’energica direzione orchestrale di Kasushi Ono ha permesso un grande dialogo tra la musica e i cori, creando un immaginario marino nel quale vengono immersi i personaggi e la storia tutta.

E tra i flutti burrascosi della condanna iniziale e la calma di un mare che fatica a offrire pesci, Peter Grimes continua la sua vita solitaria. L’intervento del personaggio maggiormente positivo dell’opera, Ellen Orford (una commovente Michaela Kaune), un’istitutrice che prende a cuore la situazione di Peter, cerca di cambiare le cose e i pensieri degli abitanti del villaggio. Nonostante trovi resistenze ovunque, Ellen vuole procurare un nuovo apprendista al pescatore. La scelta cadrà sul piccolo John, un ragazzino orfano privo della voce. Questo suo handicap, volontà scenica o vero attributo del ragazzo, fa sì che il piccolo non comunichi il disagio provato nella vita comune con Peter. Ma, nonostante l’assenza di comunicazione, Ellen non potrà fare a meno di notare i segni di una violenza che le suggeriscono un terribile scenario. E questo scenario si cristallizzerà quando il povero John perderà la vita per una fatale distrazione. Di fronte all’ovvio perfino il cuore d’oro della ragazza dovrà farsi una ragione, terminando per collimare con la condanna pubblica verso un uomo oramai considerato universalmente un omicida e un pedofilo. La calunnia e la certezza generale porranno l’uomo alle strette e, in un drammatico crescendo terminale, Grimes raggiungerà la scena d’apertura dell’opera. Solo sulla sua povera imbarcazione, con un martello in mano, egli si lascerà andare alla deriva. Là, nascosto dagli occhi di tutti, egli potrà porre fine alla sua esistenza, portando a compimento una condanna che lo voleva fuori dalla società.

Il pubblico lionese, critico ma sempre pronto a mostrare il proprio apprezzamento per le migliori composizioni, regala diversi minuti di applausi, giungendo fino ad una rara e intensa standing ovation. Si chiude così uno straordinario trittico dedicato all’opera di Benjamin Britten. In attesa della presentazione della nuova stagione, ci sentiamo di dire che il mese di aprile ha rappresentato il culmine di una programmazione intensa e intelligente. Serge Dorny, dato in partenza per l’Opera di Dresda, sarà ancora alla guida dell’istituzione lionese e questo non può che essere un dato positivo per tutti gli ammiratori della grande arte che vivono in questa splendida regione.

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©Jean Pierre Maurin

Le Festival Britten proposé à l’Opéra de Lyon s’achève avec la représentation de Peter Grimes. Dans une extraordinaire mise en scène conçue par Yoshi Oida et sous la parfaite direction musicale de Kazushi Ono, le Peter Grimes de Benjamin Britten a marqué un moment fort de la saison de l’Opéra de Lyon. Le conte dramatique d’une condamnation qui mène à la mort traversant une pulsion homoérotique qui reste en deçà du visible.

Lo spettacolo è andato in scena all’interno del Festival Britten:
Opéra de Lyon
1, Place de la Comédie – Lione (Francia)
fino a martedì 29 aprile 2014
orari: giovedì 10 e 22 aprile, martedì 15 e 22 aprile, sabato 19 e 26 aprile ore 20.00, domenica 13 aprile ore 16.00

L’Opéra de Lyon presenta
Peter Grimes op. 33
di Benjamin Britten
su libretto di Montague Slater
ispirato dal poema The Borough di George Crabbe, 1830
direzione musicale Kazushi Ono
regia Yoshi Oida
scenario Tom Schenk
costumi Richard Hudson
luci Lutz Deppe
direttore dei cori Alan Woodbridge

con
Alan Oke – Tenore (Peter Grimes)
Michaela Kaune – Soprano (Ellen Orford)
Andrew Foster-Williams – Baritono basso (Balstrode)
Kathleen Wilkinson – Mezzo Soprano (Tantine)
Caroline MacPhie – Soprano (prima nipote)
Laure Barras – Soprano (seconda nipote)
Colin Judson – Tenore (Boles)
Karoly Szemeredy – Baritono (Swallow)
Jeff Martin – Tenore (Révérend Adams)
James Martin – Basso (Carter Hobson)
Rosalind Plowright – Mezzo soprano (Mrs Sedley)
Benedict Nelson – Baritono (Keene)
Gilles Dugrand – (dottor Crabe)
Marin Bisson – (il giovane apprendista John)
Brian Bruce, Charles Saillofest, Didier Roussel, Jean-François Gay, Yannick Berne, Kwang Soun Kim (abitanti del villaggio)
Orchestra e cori dell’Opéra de Lyon

http://opera-lyon.com/
http://festival.opera-lyon.com/