L’assassino torna sempre sul luogo del delitto

John Graham Hall calca nuovamente il palcoscenico della Scala come protagonista di un’opera di Benjamin Britten – dopo Morte a Venezia – e, ancora una volta, dimostra le sue grandi doti musico-attorali per esaltare una tra le figure psicologiche più complesse del panorama lirico, Peter Grimes.

Per coloro che, nel marzo del 2011, applaudirono una tra le versioni di Morte a Venezia più convincenti in assoluto, grazie alla prova tenorile di Hall, alle scene suggestive ed essenziali di Tom Pye e alla regia fresca, pulita ed emotivamente coinvolgente – firmata da Deborah Warner – non sarà certo una sorpresa emozionarsi nuovamente sulle note di Benjamin Britten, esaltate da un at-tenore che esprime al meglio le esigenze interpretative dell’opera moderna e, ancor più, contemporanea.

A dirigere musicalmente il genio polisemico ed eclettico di Britten, il giovane – classe 1983 – talentuoso e brillante direttore d’orchestra, Robin Ticciati, in grado di dimostrare con fulgida fermezza cosa pretende da sé e dall’intera orchestra, restituendo con levità la magia di archi e fiati tra prologo e primo atto, così come i rimandi alle suggestioni e all’immaginario collettivo de La sagra della primavera di Igor Stravinskij – nella Fantasia di disneyana memoria. E ancora, Ticciati conduce con perfetta consonanza emotiva e brio le irriverenti ballate inglesi, che filtrano con calore nelle parti eseguite dal coro, e porta i crescendo degli ensemble a una gioiosa espressione e all’esuberanza, soprattutto nel primo atto, di un quasi-musical.

Ottima la scelta del regista, Richard Jones, di dare spazio, anche fisicamente sul palco, al coro e ai mimi, a sottolineare il lato corale di un’opera a tinte drammatiche, dove la folla è insieme testimone e carnefice – come nel capolavoro cinematografico di Fritz Lang, Furia (Fury), del 1936 – e, soprattutto, colpevole di quelle maldicenze, di un pettegolezzo infondato – il gossip, oggi tanto in voga – che producono, a loro volta, “mostri” da prima pagina e leggende metropolitane. A origliare tra i vicoli che si scorgono grazie a un sagace uso delle diagonali create dalle ricostruzioni mobili di pub e chiesa, seduti sulla perfetta linea orizzontale delle panchine che delimitano il porto e il confine ideale tra terra e mare, a premere in ordine sparso fuori dalla baracca di Grimes: i protagonisti sono sempre loro – quel vicinato morboso che è onnipresente minaccia per chi non accetti le apparenze imposte dalle sue regole “morali”. E proprio in quest’ottica va vista la scelta di privilegiare la terra, il paese con i suoi abitanti, e lasciare a margine, in platea, l’altro elemento dualistico dell’opera: il mare. Che però, e questa è l’unica nota negativa di un autentico capolavoro sotto ogni profilo, manca: nel finale soprattutto, dove i finti gabbiani sui tetti e un quadro con un veliero non riescono a restituirne la forza e l’importanza, perché in nessun momento del Peter Grimes si può dimenticare il ritratto lucido della difficile vita dei pescatori, la voglia di riscatto sociale di questa versione British de Il vecchio e il mare.

Lo spettacolo continua:
Teatro alla Scala

via Filodrammatici, 2 – Milano
Peter Grimes
di Benjamin Britten (1913-1976)
libretto di Montagu Slater, dal poema The Borough di George Crabbe
Opera in un prologo e tre atti
(Prima: Londra, Sadler’s Wells, 7 giugno 1945)
fino a giovedì 7 giugno, ore 20.00
nuova produzione Teatro alla Scala
(durata spettacolo: 2 ore e 55 minuti)
direttore Robin Ticciati
regia Richard Jones
scene e costumi Stewart Laing
movimenti coreografici Sarah Fahie
luci e mimi Jordan Sherin

Personaggi e interpreti:
Peter Grimes John Graham-Hall
Ellen Orford Susan Gritton
Captain Balstrode Christopher Purves
Auntie Felicity Palmer
First Niece Ida Falk Winland
Second Niece Simona Mihai
Bob Boles Peter Hoare
Swallow Daniel Okulitch
Mrs. Sedley Catherine Wyn-Rogers
Rev. Adams Christopher Gillett
ed Keen George Von Bergen
Hobson Stephen Richardson
A Lawyer Luca Di Gioia
A Fisherwoman Annalisa Forlani