L’arte teatrale tra Napoli e San Pietroburgo

elfo-puccini-80x80Al Teatro Elfo Puccini, un originale spettacolo di Punta Corsara che accosta l’avanguardia russa alla Commedia dell’Arte.

Il nome Petitoblok affianca in maniera apparentemente stridente due grandi nomi del teatro: Antonio Petito  – drammaturgo napoletano ottocentesco e grande interprete della maschera di Pulcinella – e Aleksandr Blok – uno tra i maggiori poeti russi di inizio Novecento e autore di Balagancik (Il baraccone dei saltimbanchi), che Mejerchol’d mise in scena e a cui Stravinskij e Diaghilev si ispirarono per il balletto Petruska.

Un Ciarlatano napoletano torna da un esilio russo a San Pietroburgo durante il quale ha appreso le tecniche dell’avanguardia teatrale e intende cancellare Pulcinella e Felice Sciosciammocca – rappresentanti dell’antica tradizione della Commedia dell’Arte – uccidendoli in scena. Li attira nel suo baraccone facendo leva sui loro istinti: la paura per la Morte – rappresentata in maniera tutt’altro che tradizionale, sanguigna e in carne; la fame; e l’attrazione per una sorta di ragazza meccanica – ideata da Blok e simbolo, probabilmente, della tecnica biomeccanica teorizzata da Mejerchol’d. Il Ciarlatano li costringe, quindi, a rappresentare uno spettacolo (Balagancik, appunto) che prevede un finale tragico. Ma non tutto va come previsto.

Lo spettacolo nasce da un’idea della compagnia teatrale Punta Corsara – nata nel 2007 e affermatasi in pochi anni – ed è rappresentato all’Elfo Puccini sfruttando al massimo tutti gli elementi scenici.

La minimale scenografia consiste in alcuni pali di legno che il Ciarlatano sposta per delimitare gli spazi e, nel finale, grandi teli rossi e azzurri; i costumi sono studiati con attenzione e spaziano dai vestiti da commedianti napoletani – semplice e tradizionale per Pulcinella, sgargiante per Felice – a tuniche e trucco quasi tribali per la Morte, passando per un lungo giaccone nero e occhialini scuri in stile Matrix per il Ciarlatano. La musica, tra mandolini e tamburi, è complementare agli indumenti di scena e riesce a evocare diverse ambientazioni. Le luci sono chiare ma tenui e si alzano solo nel momento in cui la coppia partenopea si rivolge direttamente al pubblico.

I momenti clou dello spettacolo sono sicuramente le scene finali, nelle quali il tenebroso e misterioso Ciarlatano costringe Pulcinella e Felice – esponenti, ovviamente, di un teatro fondato sulla spontaneità e l’improvvisazione – a una recitazione biomeccanica da avanguardia russa che prevede l’uccisione di Sciosciammucca da parte dell’amico – il che rappresenterebbe emblematicamente la fine della Commedia dell’Arte. Al contrario, il finale sancisce l’immortalità della tradizione attorale italiana.

La cosa più sorprendente è, comunque, vedere come in scena le tecniche avanguardiste russe riescano – seppur in maniera assurda e irreale – a coesistere con la recitazione improvvisata delle macchiette di Felice e Pulcinella, fino a farne dimenticare le differenze teoriche e pratiche.

Petitoblok è, in conclusione, un interessante e originale esperimento scenico che mostra come l’arte (e il teatro nello specifico) trascende e va oltre le categorie e gli stili. E anche quell’unione tra Petito e Blok del titolo, all’apparenza stridente, si rivela naturale ed estremamente armoniosa.

Lo spettacolo continua:
Teatro Elfo Puccini
corso Buenos Aires, 33 – Milano
fino a domenica 17 febbraio
orari: da martedì a sabato, ore 21.30 – domenica, ore 18.30
 
Petitoblok
Il baraccone della morte ciarlatana
liberamente ispirato alle opere di Antonio Petito e Aleksandr Blok
regia Emanuele Valenti
drammaturgia Antonio Calone
con Giuseppina Cervizzi, Christian Giroso, Giovanni Vastarella, Valeria Pollice ed Emanuele Valenti
costumi Daniela Salernitano
luci Antonio Gatto
spazio scenico Emanuele Valenti, Daniela Salernitano
maschera Marialaura Buonocore
tecnico Giuseppe Di Lorenzo
aiuto regia Antonio Calone
produzione Punta Corsara, 369 gradi, Armonia/Festival Inequilibrio