Con le migliori intenzioni

All’interno della rassegna EXIT – Emergenze per identità teatrali va in scena al Teatro Sala Uno di Roma Politicamente bastardo, un’opera in bilico tra realtà e finzione che indaga i lati oscuri e maledetti degli ingranaggi mediatici.

La conoscenza delle cose si fonda sull’identificazione del vero e del falso, e sulla loro precisa contrapposizione. Un’antitesi su cui l’umanità ha costruito millenni di storia del pensiero e definito il concetto inossidabile di progresso. Laddove venga meno la possibilità di operare nettamente questa distinzione, svanisce il presupposto di ogni certezza e di qualsivoglia statuto etico e pratico rivolto al bene.

L’utilizzo perverso dei mezzi di comunicazione – dal quale la società presente è drammaticamente affetta – verifica questo assunto dal mero sapore filosofico e lo radica con violenza nella realtà. Come un gregge al pascolo dopo mesi di carestia, la collettività divora stralci d’informazione distorta, immagini di verità inventate trasformandosi ignara, essa stessa, in fiero pasto.

Nel capovolgimento di vero e falso, di bene e male, si colloca l’indagine spudorata e senza filtri di Politicamente bastardo: attraverso l’analisi di stereotipi ben precisi, lo spettacolo percorre il lento e fatale degrado a cui la diabolica industria televisiva può condurre un’identità animata dalle migliori intenzioni.

Aureliano è un produttore di fiction senza scrupoli: un uomo aberrante, dall’eloquio volgarissimo e l’attitudine sistematica a trattare chi gli sta davanti come fosse un mucchio di polvere. Donatella è un’autrice di sceneggiature ambiziosa e intraprendente, ma decisamente inadatta a far parte del gioco: secondo la definizione che ne dà Aureliano, infatti, non è che una lesbica croata vestita male, e questo la esclude automaticamente dalla scalata al successo – fatta, com’è noto, di bella presenza e accondiscendenza sessuale verso gli uomini che contano. Ma la determinazione di Donatella non si ferma neanche davanti a questa evidenza inammissibile: forte di una creatività illimitata, medita con il produttore un copione perfetto in cui collocarsi, e lo persuade a metterlo in atto. Nasce quindi Donà, malata terminale affetta da un morbo rarissimo, ignorata dalle istituzioni e dai media – ma non per molto – con forti tendenze omicide nei riguardi del Presidente del Consiglio, che considera unico responsabile dell’oblio in cui è confinata.

Gli ingredienti dello psicodramma che fa audience ci sono tutti: se poi si vive in Italia, Paese dove l’unico ponte mai annunciato e subito edificato è quello che unisce la televisione alla politica, il successo è garantito. Ma un demone arguto e petulante si intromette a complicare le cose, e niente sarà come lo si era immaginato.

Politicamente bastardo è un esperimento audace, che racconta il sistema mediatico con i suoi stessi linguaggi – numerosi gli inserti video proiettati durante la rappresentazione – e ne restituisce un profilo grottesco e molesto insieme. I personaggi sono fortemente caratterizzati e agiscono con coerenza inossidabile: sconcerta l’abnegazione della protagonista, pronta a cedere la vita in cambio di un successo che sente di meritare ma che la società ostinatamente le nega.

L’esito dello spettacolo è indubbiamente positivo, per le intenzioni che manifesta e per la recitazione di un cast brillante e capace: affligge a tratti una certa prolissità, una eccessiva reiterazione dello schema alternato messa in scena/inserti video che affatica e distrae.

Ciò non priva l’opera del suo valore, tanto meno del carisma con cui grida un messaggio forte che squarcia l’aria e arriva diretto e persuasivo alle orecchie di chi lo vuole ascoltare.

Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro Sala Uno
piazza di Porta San Giovanni, 10 – Roma
giovedì 7 aprile, ore 21.00
(durata 2 ore circa senza intervallo)

Compagnia Teatro della Giostra presenta:
Politicamente bastardo
di Manuel Fiorentini
con Fosca Banchelli, Marco Zordan, Paolo Ricchi, Antonia Fama