Due madri, ogni madre

Al Teatro Lo Spazio di Roma va in scena Post Partum, uno spettacolo che affronta il tema della maternità con sguardo finalmente disincantato e realista, rivelando le difficoltà e i drammi che si celano dietro l’immagine patinata e artificiale della “mamma perfetta”.

In sala è un continuo di commenti e assensi – «È proprio così», «è vero» – accompagnati dalle risate di donne che ben sanno di cosa sta parlando sul palco la bravissima Sonia Barbadoro, intenta in un monologo dal ritmo serrato che non dimentica neanche un dettaglio: dal corso preparatorio, con accanto un marito che sembra Superman e che in sala parto sviene come Ralph Supermaxieroe prima di indossare il costume, alle prime interminabili ore passate accanto al neoarrivato senza riceve un consiglio e un’assistenza utili da parte del personale; dai tiralatte di ogni marca e modello – manuali, elettrici, comunque un tormento – alle notti insonni trascorse a decifrare pianti disperati e sperticate richieste d’aiuto; dalle impronunciabili confessioni rivolte a se stessa – non sono in grado, è posseduto, lo vendo al miglior offerente – alla paura di essere una degenere, un’immonda, una pazza.
Essere madre significa anche questo, ma le riviste specializzate e il conformismo dilagante dei benpensanti non possono, non vogliono dirlo. Avere un figlio è la rivoluzione copernicana dell’esistenza di una donna, è spostare il centro della propria vita su quella di un altro essere, è perdere per sempre la propria individualità e scomporsi in un binomio perfetto ed eterno. E accade a molte che l’irreversibile passaggio non sia vellutato e miracoloso, ma infernale e difficile. In questa intercapedine di consapevolezza è necessario – vitale – che la donna si senta in diritto di chiedere aiuto, di poter dichiarare a piena voce il suo strazio, ed è fondamentale – doveroso – che la società civile risponda adeguatamente a queste urgenze.
Post Partum nasce da un’inchiesta sul campo condotta con perizia da Betta Cianchini, che l’ha poi trasformata in un testo magistrale, in cui ironia e senso del tragico si fondono in un tessuto drammaturgico impeccabile. La regia millimetrica di Luciano Melchionna compone il tutto in un allestimento minimale e profondamente suggestivo, che non dà spazio a sbavature e inchioda lo spettatore alla nuda verità dei fatti. Determinante il disegno luci: per gran parte dello spettacolo il volto di Sonia Barbadoro è il solo elemento illuminato in scena, e la potenza della sua straordinaria interpretazione risiede nell’espressività di questo e nel controllo della modulazione vocale.
La rappresentazione si chiude con Per grazia ricevuta, il corto teatrale firmato Cianchini che ha vinto la scorsa edizione del Festival Donna mostra Donna e che porta in scena una Maria finalmente umana e ferita, divinamente saccheggiata del suo unico figlio per l’inutile riscatto di un’umanità recidiva. L’archetipo della madre osannata e sacrificata, in chiusura di un’opera dedicata a ogni madre, a ogni donna.

Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro Lo Spazio
via Locri, 42/44 – Roma
da venerdì 13 a domenica 15 gennaio
orari: venerdì e sabato ore 21.00, domenica ore 17.00
(durata 1 ora e dieci circa senza intervallo)

Associazione Culturale Aktivamente presenta
Post Partum
di Betta Cianchini
regia Luciano Melchionna
con Sonia Barbadoro
inchiesta condotta grazie al sostegno della Dott.ssa Lisa Canitano, della Dott.ssa Flavia Coffari e della sua Equipe (psicologhe e sessuologhe di Roma), di Fabrizia Ferrazzoni del Gruppo Donne Che si Fanno Sentire, della Dott.ssa Antonietta Donatelli e al sostegno del Maestro d’Immagine Pino Le Pera
progetto sostenuto da Vita di Donna Onlus, Fonderia delle Arti, Radio Rock