Il cuore oltre l’ostacolo

palazzo-santa-chiara-romaIn scena al Palazzo Santa Chiara di Roma, il duo Fusi e Piraino alle prese con l’impossibile Primo volo.

Primo volo non è uno spettacolo teatrale tradizionale. Non è neanche quella particolare forma di teatro-canzone, spesso citata a margine delle news online riguardanti il nuovo corso del percorso artistico di Paolo Fusi.

Del primo patisce, con tutta evidenza, l’assenza di un canovaccio adeguatamente drammatizzato. Perché quello che Fusi declama per quasi due ore, accanto alle felici parentesi di una Carlotta Piraino eroica nel resistere salda di fronte all’imprevedibile partner, manca di quell’indispensabile ritmo e di quella tensione necessaria per la credibilità di ogni allestimento.

Rispetto al format reso celebre da Giorgio Gaber, invece, è il testo a con-cedere troppo ai personalismi, impedendo così la formazione di quel senso comune che avrebbe creato com-partecipazione tra palco e platea. Come nel caso dei continui riferimenti a sinistra, cifra di una appartenenza ideologica che Fusi sente tradita dalla storia e che pure – almeno a tratti – riesce a esprimere con pungente nostalgia e sagace ironia.

Per la commistione tra musica live della Osama’s Sisters (che aspettiamo al varco in esecuzioni più impegnative), improvvisazioni e un racconto principale sull’incontro-scontro generazionale tra i personaggi di Bianca e Nerone (simpaticamente accompagnato dalla celebre colonna sonora di John Williams de Lo squalo) Primo volo allora potrebbe essere catalogato semplicemente come performance, ovvero come esperienza culturale contemporanea caratterizzata da contaminazione e/o ambiguità.

Tuttavia, il miglior modo per parlare di Primo volo è fare riferimento all’assoluto protagonismo di Fusi, perché esso altro non è se non il tributo che l’autore, attore e regista fa a se stesso e al quale Carlotta cerca di dare l’indispensabile apporto in termini di talento.

E, in attesa che Fusi e la Piraino trovino il bandolo della matassa, perché di trovarlo in effetti c’è bisogno (magari tagliando la durata delle canzoni e dei soliloqui a favore dei dialoghi, dando maggiore spazio alla parte narrativa e curando con particolare attenzione l’acustica – l’utilizzo di strumenti elettrici non è stata una scelta saggia) non possiamo che parteggiare per quello che ne è venuto fuori. Ovvero un’esperienza che di certo farà storcere il naso ai puristi e a chi ritiene che il teatro (o l’arte in genere) sia ad appannaggio di chi ne è interprete più o meno impeccabile, ma che – almeno a parere di chi scrive – si presta a essere vissuta come opera di testimonianza di chi ha qualcosa da dire. E vuole farlo nonostante acclarati limiti espressivi dal punto di vista drammaturgico.

Lo spettacolo è andato in scena:
Palazzo Santa Chiara

Piazza di Santa Chiara 14
venerdì 21 e sabato 22 febbraio 2014, ore 21.00

Primo volo
opera originale di Paolo Fusi e Carlotta Piraino
con Paolo Fusi, Carlotta Piraino
musiche dal vivo Osama’s Sisters
arrangiamenti Markus Büchel