Prometeo: greco e comunista

Un prigioniero aspetta la propria esecuzione identificandosi con il mitico eroe magnificato da Eschilo e ripercorrendo un viaggio che mescola sapientemente i ritmi del sirtaki al timbro di Bessie Smith.

Nell’anima di un uomo incatenato a una sedia e in attesa di salire sul patibolo, di fronte al plotone d’esecuzione, si fondono il mito e la storia. I versi di Eschilo, il sangue blues di Bessie Smith e i percorsi psichedelici dei Pink Floyd si mescolano alle storie di uomini diversi dal diverso destino: tangheri, ladri e danzatori di sirtaki.

È un monologo “polifonico” quello presentato dalla compagnia Groucho Teatro – per la rassegna Linee d’Orizzonte – sul palco del Teatro Studio Uno di Roma, giovedì 15 luglio. Prometeo in blues è la storia dell’ex militare greco Alexander, fatto prigioniero all’epoca della dittatura dei colonnelli. Il giovane militare, interpretato da Raffaele Schettino – anche ideatore dello spettacolo – identifica la propria immagine e la propria condizione con quella della figura mitologica, l’uomo punito da Zeus con un terribile ed eterno supplizio, per aver tradito gli dei, donando agli uomini il segreto del fuoco. Così come il suo alter-ego Prometeo, Alexander spezza i legami che lo legano all’esercito quando si trova a dover convivere come infiltrato con i giovani protagonisti della Resistenza. Seguendo le riunioni dei comunisti greci, Alexander si rende conto della propria condizione e di essere, suo malgrado, dalla parte sbagliata della barricata. Anche grazie all’amore che lo lega a Maria – una “nemica” – il soldato capisce che è ormai giunto il momento di abbandonare gli “dei” – i veri traditori oscurantisti – e di unirsi agli uomini che sperano nella libertà e nella diffusione dei saperi, della cultura e della conoscenza. Sarà così costretto a fuggire negli Stati Uniti e, proprio a New Orleans, una terra che più di altre custodisce le urla di dolore e di ribellione di migliaia di oppressi, conosce il blues delle origini e si appassiona alla musica. Ma non gli basta. Le sue peregrinazioni lo porteranno in America Latina, in Argentina e poi in Italia, a Napoli – dove scoprirà le trame nascoste nei rapporti che legarono Stati Uniti e Paesi del Sud e del Centro America negli anni cruciali dell’Operazione Condor.

La scelta dell’identificazione di Alexander con la figura di Prometeo presenta riferimenti anche storici, visto che proprio nel 1966 un’altra operazione portata avanti dal Governo greco per impedire la sollevazione comunista, venne chiamata con il nome della figura mitica.

Schettino, che interpreta magistralmente la figura del prigioniero, sa amalgamare sapientemente diversi registri vocali e, grazie alla ricerca sui fondamenti dell’antropologia teatrale – che da anni rappresentano alcune fra le linee guida principali della compagnia Groucho – sa utilizzare la propria energia per traslare repentinamente da un personaggio all’altro, percorrendo stati d’animo differenti, anche coadiuvato dal gioco di luci che si articola sul palcoscenico, un altro degli elementi chiave della performance. La musica è l’altro importantissimo fil rouge della pièce. Così come il personaggio stesso, essa non appare legata a un solo stile ma travalica i confini di genere, passando dal blues delle origini alle sperimentazioni dei Pink Floyd in The Wall, per poi approdare al tango argentino, al sirtaki, ai riff di Jimi Hendrix e alle grida di Mick Jagger. Suggestivo è anche l’immaginario botta e risposta del prigioniero con la voce di Roger Waters – ex bassista della mitica band. Schettino traduce in tempo reale le strofe di una delle tracce più famose di The Wall, rivolgendosi a un’ipotetica guardia carceraria che si prende gioco di lui oltre le sbarre: ‘’Hey you, out there on the road always doing what you’re told, Can you help me?’’ (“Ehi tu, là sulla strada sempre a fare quello che ti dicono, Puoi aiutarmi?).

Prometeo in blues – recentemente presentato anche in America Latina e in Germania – è una tappa davvero interessante del percorso seguito dalla rassegna Linee d’orizzonte, capace di offrire al pubblico spettacoli densi di significati e ricchi di spunti di riflessione.

Per la rassegna Linee d’Orizzonte
Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro Studio Uno
via Carlo della Rocca, 6 – Roma
venerdì 15 luglio, ore 21.30

Compagnia Groucho Teatro presenta:
Prometeo in blues
drammaturgia e testo Mara Calcagni
Alexander, Raffaele Schettino
scenografie e costumi Groucho Teatro, Giada Conte
disegno luci Marco Laudando
produzione Groucho Teatro