Gli psicofarmaci non sono una cura

I deliri di una donna fendono la nebbia della mente malata. Al Teatro Abarico di San Lorenzo non è più il tempo della vita, resta solo il suicidio.

Il teatro Abarico propone lo spettacolo Psicosi delle 4 e 48, ultima opera della drammaturga britannica Sarah Kane. La scena è dominata da un’unica donna che indossa una vistosa parrucca e una lunga vestaglia; servendosi di pochi oggetti di scena come un antico bauletto e una sedia d’antiquariato, l’attrice instaura il sostenuto monologo di un personaggio profondamente sofferente nello spirito.

La psicosi si accompagna alla depressione e a uno spasmodico desiderio suicida, mentre i continui deliri della protagonista narrano una storia fortemente rarefatta e sottilmente nascosta dietro le righe, la storia travagliata di una donna che cerca di ritrovare l’amore perduto d è costretta a sedute psichiatriche congiunte all’assunzione di forti e invasivi medicinali.

L’inefficacia di tutte le cure sperimentate dai dottori avrà l’unico effetto di acuirne la depressione e di portarla a desiderare la morte. La vicenda è un ottimo specchio dei pensieri e delle condizioni mentali dell’autrice Sarah Kane suicidatasi il 20 febbraio del 1999.
L’interprete Rossella Rhao espone la psiche del personaggio con grande fisicità; si toglie progressivamente i vestiti fino a non averne più e l’interiorità della mente viene rappresentata da un corpo nudo, da carne che non ha più niente da nascondere e che cerca di spogliarsi di tutto ciò che non è, analizzando e rivelando i pensieri più reconditi del proprio io. Il corpo si muove spesso con gesti casuali e meccanici, come una marionetta che, senza burattinaio, non riesce a trovare coordinazione; ma la confusione dei gesti non è altro che il riflesso di un’anima travagliata, offuscata dalla nebbia della psicosi e deviata dall’ipotetico retto cammino della vita.
Se la psiche della donna viene meticolosamente descritta, anche delle sue cure viene data una certosina rappresentazione e l’attrice si ritrova a urlare tutti i nomi delle medicine usate, ma mai efficaci, come uno strillone.

Il tutto, accompagnato da musica classica in netto contrasto con le movenze da cantante metal, un mix poco armonico che, da una parte, risulta però quasi comico e spezza la drammaticità caratteristica dello spettacolo, ma, dall’altra, attira efficacemente l’attenzione dello spettatore al tentativo di chiarire che nessuna medicina e nessuno psichiatra potrà guarire i disagi interiori di una persona se non ne sopraggiunge l’accettazione interiore, perché le medicine sono, dunque, solo un’illusione fugace che dura fino a quando non vengono metabolizzate dal corpo.

Rispetto al chiarire cosa sia psicosi e quali siano le sue conseguenze, lo spettacolo, allora, va oltre questi concetti che, seppur intriganti, lo avrebbero reso troppo didascalico. Della psicosi non appare mai una spiegazione definitiva ma si profila una delle tante facce che essa possa mostrare, esaltando quanto la mente umana può essere meravigliosamente e terribilmente complessa.

Lo spettacolo è andato in scena
Teatro Abarico

Via dei Sabelli, 11600185 Roma
Il 25 marzo alle ore 21:00

Psicosi delle 4 e 48
di Sarah Kane
regia di Ivano Capocciama
con Rossella Rhao