La prima stanza_Studio | Tristissimo | SU’DDOCU! …omaggio al soffitto n.°1.1 (LA REPRISE)

Attraversamenti-Multipli-2015Continua presso il Centrale Preneste Teatro il festival Attraversamenti Multipli. Il pubblico catturato dalla magia del movimento e delle parole in tre performance teatrali dove la sperimentazione è regina. E anche donna.

Il festival Attraversamenti Multipli ha mostrato nella serata del 3 ottobre la faccia forse meno appariscente della sua aspirazione. Il muoversi tra danza, street art, musica, happenings, performance, sembrerebbe suggerire infatti l’idea d’una circolazione orizzontale tra le esperienze estetiche coinvolte. Il nostro sabato sera ha invece in qualche modo confermato quanto percorsi artistici autoriali assai differenti possano, per naturale inclinazione, convergere tra loro nell’indagine-scavo rivolta all’uomo contemporaneo all’insegna di una vertiginosa verticalità.

Perfetta la location: il Centro Preneste Teatro è un luogo accattivante, poliedrico, laboratoriale già nel suo porsi, tra murales giocosi, giardino, sale diverse. Ci si sente a proprio agio, nel posto giusto: la stessa organizzatrice, Alessandra Ferraro, ci è parso scivolasse tra i capannelli degli incuriositi spettatori con l’umile sorriso del giusto sulle labbra. Promuovere la sperimentazione nelle arti è oggi infatti sempre più arduo: quando ci si riesce, si raggiunge spesso l’obiettivo sostenuti da una vocazione non inferiore a quella degli artisti stessi. In questo caso le artiste, perché, escludendo la partecipazione di Carlo Massari del duo C&C, della scena ieri sera sono state protagoniste le donne.
Alla grazia disgregante delle Qui e Ora Residenza Teatrale è stato dato il compito di aprire la serata con La prima stanza_Studio, come recita il titolo completo, inteso a scandagliare se stessi, che qui si è fatto soprattutto esplorazione dell’unità casa-corpo simbolica del Femminile. Le tre attrici della compagnia, Francesca Albanese, Silvia Baldini e Laura Valli, guidate dalla sensibile regia di Silvia Gribaudi, hanno provveduto a smantellare con movimenti a tratti materni, rotondi, invasivi o morbidi fino al languore, l’individualismo abituale imposto dalla scena, nonché dal mondo occidentale. Lo scopo delineare un corpo femminile non convenzionale, mostrarlo nella sua autenticità al di là degli stereotipi imperanti, farne un essere umano scevro da ritrosie, censure, nella verticalità spasmodica del suo perenne perdersi e offrirsi.

Una ricerca costantemente in fieri, un fare teatrale già in partenza lavoro analitico di destrutturazione dei linguaggi e, dunque, dell’immaginario abituale. La sensazione è stata sentirsi catapultati nel backstage di una videoarte dislocata, come la vita, invasa dal rimosso, dal non detto, in un atto di espiazione-assoluzione per le cadute più rovinose dello spirito. I corpi delle attrici interagiscono con la musica straniante, con le immagini di paesaggi urbani proiettate sulle pareti, tra frammenti di discorso sfuggenti, dagli spettatori quasi origliati. Al centro della scena una porta bianca, una serratura a sancire la chiusura ma anche lo spiraglio segreto verso ogni stanza dell’io. La stanza fisica, tutta per sé, di woolfiana memoria, è qui al tempo stesso la metafisica cantina dell’anima della Dickinson, luogo di identità e sconcerto, di epifania e trasalimento, non sempre incruento. Che l’indagine sulla forma sia imprescindibile per le artiste di Qui e Ora Residenza Teatrale appare evidentissimo entrando in relazione con il loro evocativo teatro fisico: la nuda Sala Bianca di Centrale Preneste Teatro si è dilatata in visione simbiotica, integrale.

Ad accrescere la vertigine hanno provveduto di seguito i C&C, nati dalla collaborazione tra due artisti indipendenti, Carlo Massari e Chiara Taviani. La loro miscela di teatro fisico e danza è stata una piacevole scoperta per il pubblico, che aveva avuto modo di apprezzare il duo nella prima giornata di questi Attraversamenti, anche se l’affiatata coppia di artisti ha paradossalmente messo in scena proprio la perdita di sintonia.
In Tristissimo, infatti, l’innocenza edenica iniziale, incarnata dalla statuaria nudità dei due protagonisti, si diluisce in fretta, a colpi di luci caravaggesche, approdando alla barbarie, al primitivismo in stile homo homini lupus, reso visivamente grazie al metaforico, inverosimile infoltirsi di capigliature e peluria.
La mancanza di armonia cova nella coppia, ma solo per esplodere poi nei confronti di tutto il resto. Alla base della guerra che oppone gli uomini c’è forse quello stato d’animo cupo, quel «blu monday» che ammanta orma la specie umana, cosmica depressione in agguato già tra le note vibranti del Tristan und Isolde Prelude, il cui ossessivo candore accompagna la scoperta dell’amore, il sentimento che più la Scolastica medioevale penò a classificare. La coreografia muta però la duttilità sofferta del corpo in un heideggeriano esser scagliati nel mondo: indifferenti allo spleen romantico, i C&C fanno della ribellione una rivalsa non prometeica ma ironica, alludendo a una patetica e ambigua involuzione. Perché i nuovi Tristano e Isotta sono gli erratici sopravvissuti di un’utopia ormai randagia, di una monade opacizzata dal testardo desiderio d’una fusione impossibile. Ognuno resiste a suo modo, si dirà, ma la lezione subliminale di Tristissimo è che ogni resistenza è un ribaltamento del mito, una perdita disastrosa di cui si può arrivare a sorridere solo grazie alla consapevolezza intrinseca all’atto artistico.

Un’altra coppia, stavolta di donne (le bravissime Valentina Lupica e Magherita Ortolani, anche regista), ha chiuso la serata in bellezza con SU’DDOCU! …omaggio al soffitto n.°1.1 (LA REPRISE), una produzione Blitz. Descrivere la pièce in oggetto è pressoché vano: la recitazione vive del dialogo sincopato e assurdo delle attrici, una discesa verticale nel cortocircuito tra significanti e significati, dove il dolore è in agguato nei panni dell’incomunicabilità, del nonsense, della distorsione o divaricazione dei sensi che tuttavia, ineluttabilmente, nuovo senso produce. Il sogno belligerante, tutt’altro che inconscio, è quello di scardinare il linguaggio per sovvertire infine il sistema binario dell’essere. Frastornate da voci e silenzi più che Giovanna d’Arco in prigione, le giovani donne in realtà non si parlano, passivamente assorbono e restituiscono al mondo, come una bizzarra spugna strizzata dal più spettrale Ionesco, un sistema grammaticale sgretolato dal gioco, dalla rêverie, dal sostrato ancestrale che la sicilianità del testo rende, più che solare, abbacinante. Il refrain è all’insegna del Beckett più spudorato: «Tu ci dicisti. Io niente ci dissi» si accusano a vicenda le due protagoniste in un crescendo grottesco. L’essere umano ridotto a persona, ovvero, come da etimologia del termine, a maschera, nella sua svuotata logorrea può permettersi infine tutti i toni: nulla cambia.

E la profezia ultima sembra parafrasare Euripide: «In questo modo il mondo finirà: non con uno schianto, ma con un lamento». Su’ddocu (sunnu ddocu) significa del resto sono là. Ad additarci la farsa di un eccessivo e onomatopeico non esserci, presa di coscienza irrinunciabile affinché la dialettica tra «soggetti/oggetti diversi» alla ricerca di inedite zone di contatto – su cui ormai da anni Attraversamenti Multipli si interroga – possa davvero aver luogo. Per nostra fortuna, emozionandoci ancora.

Gli eventi e le performance sono andate in scena all’interno di
Attraversamenti Multipli – Zone di Contatto
teatro – danza – performance – musica – fumetti – street art
organizzato dal gruppo artistico Margine Operativo
direzione artistica di Alessandra Ferraro e Pako Graziani
realizzato con il sostegno di Roma Capitale Assessorato alla Cultura
con il contributo del programma dell’ Unione Europea Creative Europe

sabato 3 ottobre
Centrale Preneste Teatro – Via Alberto da Giussano 58
sala bianca, ore 20 e 22.30
La prima stanza_Studio
di Qui e Ora Residenza Teatrale
progetto di | project by Qui e Ora Residenza Teatrale
ricerca materiali / search of materials Francesca Albanese, Silvia Baldini, Silvia Gribaudi, Laura Valli
regia / director Silvia Gribaudi
con / with Francesca Albanese, Silvia Baldini e Laura Valli
durata ’40

sala teatro, ore 21
Tristissimo
di C&C Company
regia/ coreografia | direction and choreography by: C&C
con | performed by: Carlo Massari e Chiara Taviani
musica / music: Wagner- Tristan und Isolde Prelude, Rameau- Tristes apprêtes pâles flambeaux, Rick James-SuperFreak
partner: Pim Off, Ballet National de Marseille, Next 2014
con il supporto di:/ Support by Danzarte, Residenza Idra, Istituto Italiano della Cultura di Edinburgh, U.O.T, La pergola Monaco
durata ‘50

sala teatro, ore 22
SU’DDOCU! –Omaggio al soffitto n°1.1 (LA REPRISE)
di BLITZ
drammaturgia e regia / written and directed by: Margherita Ortolani
con / with: Magherita Ortolani e Valentina Lupica
produzione/ production: BLITZ
musiche originali/ original music: Manfredi Clemente
costumi/ costume: Vito Bartucca
maschere/ masks: Paolo Roberto D’Alia
immagine/ illustration: Francesca Frigoli
selezione i Visionari / Kilowatt festival
durata ’40