L’ospizio delle Drag Queen

Chi penserebbe mai che ospizi e vecchiaia, malattia e morte possano avere a che fare con uno spettacolo di Drag Queen?

Ovviamente le Nina’s Drag Queens, scoppiettante gruppo di fantastici attori che dal 2007 ha deciso di fare del costume della drag queen la propria cifra stilistica; con grande eclettismo e successo, negli anni le Nina’s hanno affrontato tanti classici, da Čechov a Cocteau passando per Brecht e non poteva passare ancora tanto tempo prima che decidessero di confrontarsi anche con un mostro sacro come Shakespeare: non solo perché ai tempi le donne erano interpretate dagli uomini e questo ha un che di meravigliosamente filologico, ma anche perché in tutte le opere del Bardo risulta fondamentale l’unione di contenuti popolari e momenti alti e su questo campo, le Nina’s giocano decisamente in casa.

Partendo come pretesto dalla trama del Re Lear, il gruppo si è immaginato la storia di Lea Rossi, appunto la Queen Lear del titolo, che emigrata in Inghilterra negli anni ’70, si ritrova a essere una debole anziana costretta a dover chiudere lo storico negozio di giocattoli che ha tirato su con tanti sacrifici. A fare i conti con la senilità, l’accompagneranno in chiave negativa le due figlie maggiori, egoiste e vanesie (Goneril e Regan), mentre a cercare di condurla verso la fine della vita con amore e comprensione ci saranno la fedele amica Miss.Kent e la figlia più piccola, Cordelia. A essere divise tra le figlie non sono i territori da lasciare in eredità, ma le preziose bambole con le quali Lea ha un rapporto speciale; l’Edmund del quale si contendono l’amore le due figlie più grandi non è un principe illegittimo, ma il badante della casa di riposo, anch’egli emigrato e discriminato da una società razzista.

Tra dialoghi costruiti con strofe di celebri brani pop, inserti operistici, citazioni originali dal testo di Shakespeare e incursioni cinematografiche in cui emergono le voci delle grandi dive dei film in bianco e nero, le Nina’s hanno saputo parlare con dolce ironia, ma anche con sfrontatezza, di temi delicati come la vecchiaia, l’integrazione, la malattia, la morte: la scena dell’ospizio è davvero un grande esempio di felice intuizione creativa dal punto di vista registico e scenografico e di grande sensibilità interpretativa da parte degli attori che sanno dosare e alternare con sapienza il dramma, l’ironia, l’assurdo e l’estremamente concreto.

Lo spettacolo è andato in scena
Teatro Carcano

Corso di Porta Romana 63
da giovedì 10 gennaio a domenica 20 gennaio

Queen Lear
di Claire Dowie
da Shakespeare
Musiche originali Enrico Melozzi
Ideazione Francesco Micheli
Regia Nina’s Drag Queens
Interpreti Alessio Calciolari, Gianluca Di Lauro, Sax Nicosia, Lorenzo Piccolo, Ulisse Romanò
Scene Erika Natati
Costumi Rosa Mariotti
Traduzione Michele Panella
Disegno luci Andrea Violato
Suono Alessandro Baldo
Preparatore vocale Elena Arcuri
Parrucche Marco’s WIGS
Regia Nina’s Drag Queens
Assistente alla regia Camilla Brison
Assistente alle scene Giulia Bruschi
Assistente ai costumi Leonardo Locchi
Incisioni musicali Orchestra Notturna Clandestina
Co-produzione Aparte Soc. Coop. | Centro d’Arte Contemporanea Teatro Carcano| Teatro Metastasio di Prato
Con il sostegno di Fondazione Cariplo nell’ambito del progetto fUnder35 e Kone Foundation (FI), Kilowatt Festival, Manifattura K, Sorellanza