L’arte del riciclo

FestiValdera 2018 si sposta all’Anfiteatro della discarica di Peccioli, che si trasforma in scenografia per i Racconti dal Decamerone di Michele Santeramo.

Immaginare una discarica e, contemporaneamente, pensare a una performance teatrale può sembrare alquanto bizzarro, ma la relazione al contrario funziona e rimanda segnali positivi. L’Anfiteatro del Triangolo Verde, in località Legoli, a lato dell’area per la nuova discarica, ha infatti superato da tempo i pregiudizi degli spettatori, giunti fin qui numerosi, e offre il suo spazio all’aperto per esibizioni artistiche e una moderna struttura – al coperto – per attività di diverso genere.
In attesa del quarto appuntamento di FestiValdera, al calar della notte, l’Anfiteatro si popola di figure che seguono una lunga linea di candele che segna il percorso per accedervi; al centro della struttura semicircolare si trova il palco, alle spalle del quale si erge un busto di donna che fa da scenografia – grazie a un gioco di luci cangianti..
Nel buio appaiono due fanali di automobile e – come nel film Gomorra – una grossa vettura scura si ferma al centro dello spazio performativo. Ne scendono tre personaggi che reggono alcune custodie. Un attimo di suspence, nel silenzio più assoluto (precedentemente richiesto al pubblico), e il gruppetto sale sul palco: dai contenitori non estrae, ovviamente, armi da fuoco, come in un vecchio film di gangster, bensì tre strumenti ad arco che daranno avvio alla serata. Le melodie, suadenti e un po’ nostalgiche, sono composizioni originali di Francesco Mariozzi – accompagnato dai solisti dell’Orchestra da Camera di Roma, Manfred Croci  e Luigi Gagliano.  
Altri fanali all’orizzonte annunciano ulteriori arrivi, ossia quello gli attori coinvolti nel progetto FestiValdera 2018, ossia Anna Foglietta, Marco D’amore e Claudio Santamaria, accolti da scroscianti applausi.

La serata ha in programma – in prima nazionale – l’episodio Il caso e l’invenzione tratto dalla serie Storie dal Decamerone, testo che attinge al capolavoro del Boccaccio, rivisitato e adattato alla società contemporanea, e firmato del drammaturgo Michele Santeramo. Le musiche – un po’ retrò – rimandano ai film della nouvelle vague e alla metropoli francese, introducendo il testo – letto alternativamente dai tre interpreti.
«La vita è scema», ripeterà spesso Claudio Santamaria: «le cose capitano per caso e senza un perché. È vero soltanto quello che si crede vero».
La trama racconta di Chirico e Mariana che, in seguito al loro casuale incontro, sulla spiaggia a contemplar la luna, in silenzio fino all’alba, diverranno marito e moglie. Alla domanda rivolta a Chirico da sua madre: «Ma tu la ami? », il futuro sposo non risponderà, incamminandosi verso la sua Mariana.
A Parigi, in luna di miele, i due entreranno in un teatro per assistere a una commedia di Molière; qui si sentiranno a loro agio finché, nonostante l’ingenua incredulità di Chirico, uomo mite e silenzioso, non succederà qualcosa di talmente surreale, eppure reale e concreto, da sconvolgerli. Un gruppo di uomini armati invaderà il teatro e l’atmosfera serena sarà improvvisamente distrutta. 
In un attimo, vediamo i ruoli ribaltarsi: gli spettatori diverranno attori, diretti dal gruppo terrorista. Gli interpreti scenderanno dal palco lasciando il loro posto a persone scelte a caso tra il pubblico. Terminata la commedia di Molière, sarà la tragedia a invadere il teatro. A cadenza di 15 minuti, qualcuno sarà fatto salire sul palcoscenico e freddato – senza ripensamenti – davanti agli occhi di tutti. Però, in mezzo allo shock generale, succederà qualcosa che intralcerà il corso degli avvenimenti, insinuando il dubbio: Chirico non ha paura, neanche quando sarà il suo turno di salire sul palco per uccidere la moglie. Neanche lei avrà paura: a dispetto della situazione surreale, sorriderà al suo sposo.
Irrompe finalmente dentro al teatro la gendarmeria francese e Chirico, con la pistola puntata contro Mariana, sarà ammanettato insieme ai terroristi e portato via.
Il pubblico, a Peccioli, comprende: le cose capitano per caso, senza un perché, e la vita, a volte, è proprio “scema”.

Sul palco Anna Foglietta, Claudio Santamaria e Marco D’Amico, appassionati e puntuali, procedono con la lettura di un racconto che non terminerà qui, ma si aprirà a imprevedibili sorprese.
Il testo di Michele Santeramo, Il caso e l’intenzione, vanta un intreccio convincente, con un finale insieme salvifico e irreale. Poiché le cose sono vere solo se si credono tali, e Chirico ha intuito come salvare la sua amata Mariana grazie alla propria purezza d’animo. E se la vita è “scema”, ci sono sempre possibilità per raggirarla. Basta crederci.

Lo spettacolo è andato in scena nell’ambito di FestiValdera 2018:
Anfiteatro della Discarica di Legoli
via Libbiano – Legoli, 64 Peccioli (PI)
domenica 10 giugno, ore 21.30

Racconti dal Decamerone. Il caso e l’invenzione
di Michele Santeramo
con Anna Foglietta, Claudio Santamaria e Marco D’Amore