L’Associazione Culturale Novembre presenta al Teatro Stanze Segrete, Racconti da Edgar Allan Poe, con Diego Migeni, Sebastiano Gavasso e Sofia Vigliar, per la regia di Andrea Teodori.

Il piccolo ma accogliente spazio del Teatro Stanze Segrete è perfetto per ricreare l’atmosfera rarefatta e avvolgente di Racconti, tratto da Edgar Allan Poe, attraverso un mistico gioco di specchi e luci in cui la testimonianza dei tre protagonisti emerge chiara e quasi brutale nella sua sanguinosa semplicità.

Lo spettacolo tenta di riannodare il filo dell’immaginario narrativo di Poe, prendendo spunto da alcuni suoi lavori quali Il cuore rivelatore, Il gatto nero e Il genio della perversione, per delineare e offrire al pubblico le confessioni di tre condannati a morte durante il loro ultimo giorno di prigionia, prima dell’esecuzione. Ne risulta un’operazione linguistica grammaticalmente ineccepibile, che dimostra come il teatro è forse oggi l’unico luogo in cui è ancora possibile articolare simbologie, significazioni, immagini e psicologie non omologate – bensì avulse da qualsiasi compromesso con il formalismo dominante, tipico dei mass media popolari – in grado di trasmettere un piano emotivo autocritico in cui riconoscersi e rielaborarsi al suono della parola e dell’indagine psichica dei propri demoni. Ed è precisamente a partire dalla radicale disamina del loro passato criminale, nel confessare agli occhi e alle coscienze del pubblico – in una sorta di osmosi ravvicinata che tende alla sovrapposizione – il perché dei loro efferati delitti, che la narrazione acquista forza e coraggio nell’esplorare sociologicamente lo strazio interiore nel fare e subire un crimine tanto odioso, come uccidere un padre troppo oppressivo e inquietante, un marito anonimo e una moglie insopportabile che ama un gatto che, viceversa, ci inquieta. In queste tre variabili di un’unica confessione che parte dall’attesa snervante in una cella – in una sospensione eterna – fino a proiettarsi prepotentemente nell’anima di chi ascolta, quasi come fosse l’ultimo baluardo di umanità prima della morte, non c’è il desiderio miope di liberarsi della colpa ma l’impossibilità di fare i conti fino in fondo con l’acuta irrazionalità che ha corroso pian piano la logica razionale, deformando i contorni del vivere quotidiano.

Il confine tra genio e follia, tra controllo razionale dell’istinto e libero sfogo dei propri deliri, l’andare oltre le regole della mondanità civile, è un tema caro ad Allan Poe, che qui si riverbera nella squallida semplicità di una scena nuda, spogliata di qualsiasi orpello, adatta alla “messa a nudo” della coscienza dei protagonisti, in cui lo svuotarsi delle loro anime dannate riempie lo spazio scenico delle loro paure, dei loro rimpianti, dei loro perché senza risposta, dei loro ricordi. Non vi è nella loro nevrotica gestualità e nella pacata ricostruzione dei fatti nessun intento consolatorio né assolutorio ma la tragica consapevolezza della ineluttabilità dell’accaduto, del destino beffardo che li attendeva, dell’inconsistenza dei loro alibi mentali: la vacuità esistenziale, oltre che sociale, del loro crimine.

L’attenta miscela dei suoni di passi lungo i viali – che danno l’impressione allo spettatore di rivivere, insieme al protagonista, le sue gesta criminali oltre che la sua patetica confessione – di pioggia in lontananza, di voci e commenti degli inquirenti durante le indagini, permette di dare un senso compiuto al filo logico, o forse illogico, che lega le tre storie, elaborando una sorta di diario dell’orrore, che ci mette di fronte non solo alla millenaria angoscia verso l’anormalità criminale ma alla mostruosa ignominia del delitto in quanto sovversione della morale pubblica.

La facilità potremmo dire “infantile”  – nel crimine si diventa sempre un po’ bambini disubbidienti e anarchici ma spietatamente lucidi nel voler commettere il “male” – con cui si può passare dall’altra parte, da onesti e probi cittadini a mostri senza identità, è del resto tema sempre più attuale.

Lo spettacolo continua:
Teatro Stanze Segrete
Via della Penitenza 3 – Roma (Trastevere)
(consigliata la prenotazione tel.: 06.6872690/3889246033)
fino a domenica 5 dicembre

Racconti
da Edgar Allan Poe
regia Andrea Teodori
con Diego Migeni, Sebastiano Gavasso, Sofia Vigliar
disegno Luci Giovanna Bellini
musiche ed effetti Marco Fieni
scenografia Giada Tosto
artwork Luca Valerio D’Amico