La bruttezza è solo un fallimento del vedere

Al Piccolo Bellini di Napoli si rilegge la storia di Cenerentola, con uno spettacolo che, portando in scena gioie e dolori delle sue sorellastre, purtroppo non convince.

Ci sono spettacoli che nascono già morti, per una svariata serie di ragioni. Ranavuottoli è uno di questi. Sulla carta l’idea è stuzzicante: la storia di Cenerentola letta al contrario, dal punto di vista delle due sorellastre. Nascere già “svantaggiate”, confrontarsi con sé, col mondo, ricercare approvazione e accettazione (spesso senza successo), rigettare la realtà, mistificarla. Ranavuottoli, per raccontare tutto ciò, rifiuta di scegliere un registro unico e mal riesce ad amalgamare quelli che poi di fatto adotta: parte puntando tutto sul comico, veicolato attraverso le battute, i dialoghi, la mimica, la gestualità. Poi però sceglie di virare – bruscamente – sul tragico e offre allo spettatore uno spiegone non affatto necessario, condito da stucchevoli rivelazioni, lacrime e altri pietismi. Nessuno dei due registri spicca per originalità e affastella invece già detti, già sentiti e già visti, in un turbinio di espressioni (verbali e non) più che abusate. Insomma, uno spettacolo che sembra “vecchio”, datato, superato. Anche la fruizione è parsa poco piacevole, non solo perché di fatto era talvolta impossibile sentire chiaramente il parlato, ma anche per l’infelicissima scelta di mantenere per tutta la durata dello spettacolo un tulle di proiezione che risulta davvero fastidioso.

Lo spettacolo è in scena
Piccolo Bellini

Via Conte di Ruvo 14 – Napoli
Dal 10 al 15 aprile 2018

Ranavuottoli (Le Sorellastre)
di Roberto Russo e Biagio Musella
con Nunzia Schiano, Biagio Musella, Pino L’Abbate
e con la partecipazione in video di Giovanni Esposito, Niko Mucci, Claudia Puglia, Carmen Pommella, Sergio Assisi
musiche Niko Mucci e Luca Toller
scenografie Tonino Di Ronza
costumi Anna Zuccarini
grafica e videoproiezioni Salvatore Fiore
aiuto regia Pino L’Abbate
regia Lello Serao