L’arma più potente: la parola

In scena al Teatro Oscar di Milano, fino a domenica 3 giugno, la follia verbale di Re Lear per la regia di Riccardo Margherini.

All’origine, a dominare nella vaga e imprecisata Britannia precristiana di King Lear (Re Lear), è il dualismo tra rabbia paterna e ingratitudine filiale. Tale rabbia, come tutti sanno, si trasformerà in furia e poi in follia, nel momento in cui Lear scoprirà di aver scambiato l’amore vero – quello della dolce Cordelia – per il falso – intessuto delle menzogne delle altre due figlie: Goneril e Regan.

Parallela alla vicenda del re, scorre quella di Gloucester, anch’egli accecato – simbolicamente e poi effettivamente – dalle menzogne di un figlio. L’incrocio tra queste due storie si attua in una brughiera, durante una notte apocalitticamente tempestosa – a immagine della follia imperante. Qui la raccapricciante violenza perpetrata su Gloucester sottolinea in maniera concreta sia la deficienza di giudizio del vecchio sia l’accecamento morale di Lear in una tra le tragedie shakespeariane dove maggiori sono le corrispondenze tra eventi naturali e passioni intimamente umane.

Da una parte, quindi, una natura esagerata, mostruosa e stridente. Dall’altra, l’artificio verbale – l’eufuismo sommo shakespeariano – che si presta all’adulazione, alla menzogna e possiede la capacità creativa di dare nome “all’areo nulla”.

Ed è proprio l’uso dell’artificio verbale il fulcro della pièce messa in scena al Teatro Oscar: è la parola che riesce a offuscare la ragione; e solo attraverso il dolore, la morte, la follia e – paradossalmente -anche la cecità, si riuscirà finalmente a distinguere ciò che è vero da ciò che è falso.

Con una scenografia essenziale ma, al contempo, atta a sostenere e a dare vitalità a una prova attorale frizzante, ottimamente accompagnata da musiche – che riescono anche da sole a esprimere emozioni struggenti e ricreare tempeste e battaglie – il pubblico è accompagnato in un viaggio attraverso una tragedia senza tempo in cui, come afferma il regista Riccardo Magherini: “L’angoscia, la solitudine, la disperazione e la follia, il senso del vuoto, dell’illusorietà, della precarietà della vita, vi trova posto”.

Lo spettacolo continua:
Teatro Oscar
via Lattanzio, 58 – Milano
fino a domenica 3 giugno
orari: da martedì a sabato, ore 21.00 – domenica, ore 17.00

Re Lear
di William Shakespeare
adattamento e regia Riccardo Magherini
con Francesco Paolo Cosenza, Maria Eugenia D’Aquino, Riccardo Magherini, Annig Raimondi e Antonio Rosti
luci e audio Giuliano Almerighi
scene e costumi Alessandro Aresu e Mirella Salvischiani
tecnico Emanuele Cavalcanti
assistenti alla regia Marzia Laini, Federico Lotteri e Mattia Maffezzoli
produzione PACTA . dei Teatri
un ringraziamento ad Amedea Lombardini