Rialto Sant’Ambrogio

Via di Sant’Ambrogio, 4

info.rialtosantambrogio@gmail.com

Ulteriori informazioni: programma completo di Rialo Ri-Start

Rialto, day one
Me ne vado via dalla prima serata di inaugurazione della riapertura del Rialto con in mano un cartoccio di falafel calde, comprate a un take-away kosher appena girato l’angolo di via Sant’Ambrogio. Mi aggiro per il Ghetto un po’ stordita dal bagno di folla che ho dovuto per forza affrontare per uscire da lì.

Sicuramente è stato un bel ri-partire: le persone accorse a festeggiare sono tante, parecchie non riescono a entrare e premono sulle transenne. Il servizio d’ordine è ineccepibile: entra solo il numero giusto di persone.

L’accoglienza è calda e sorridente. Energia positiva e interessanti proposte performative hanno caratterizzano la prima parte della serata. Apre il teatro Autobahn, l’esilarante racconto di Tondelli eseguito in jam session da PAD. Seguono, rarefatti nel tempo, le pillole teatrali di Davide Grillo, Maria Barberio, Roberto Guccione, Fiora Blasi, Natoli+Cohen e le performance di Psicopompo Teatro. In parallelo la performance Giardino del Teatro delle Apparizioni con Daria Deflorian, Antonio Tagliarini, Tamara Bartolini e Michele Baronio che, in poco più di due ore, disboscano letteralmente il meraviglioso giardino dove, nel corso di questi cinque anni, è cresciuta abbondante l’edera. Lo consegnano al pubblico che, subito dopo, lo invaderà chiacchierando e bevendo una birra.

Per l’arte contemporanea il progetto Coming Soon di Alessandro Onofri e Manuela Pacella e con la collaborazione di Rachele Palma, propone tre interventi di collegamento con la storia passata del RialtoSantamborgio. Si parte dall’allestimento di una selezione di flyer, poster, manifesti e riviste realizzati durante la precedente attività, a una serie di scatti fotografici realizzati dopo il blitz della polizia. Il terzo intervento è un video di John Cascone sulla musica come strumento di protesta e di proposta: dal punk alla dance, da Sid Vicious a Tony Manero, la sovrapposizione dei generi, con un finale di tecno-noise creata dall’artista.

Oggi e domani ancora aperta la possibilità di partecipare alle varie performance artistiche, per chi ieri notte è arrivato un po’ tardi per riuscire a entrare.

Rialto, day two
Il secondo giorno di festeggiamenti per la riapertura del Rialto è trascorso al ritmo di tamburi spontanei il cui coinvolgente sound è risuonato nel giardino interno dell’ex-convento. C’era musica nelle due sale al primo piano e tuttavia qualcuno ha sentito nascere l’esigenza di riempire l’aria con ritmi tribali, quasi fosse una festa a Dioniso per l’arrivo dell’estate.

C’era allegria e chiacchiericcio nei corridoi e lungo le scale, e ancora tanta folla che premeva all’ingresso per entrare. Nel pomeriggio sono andate in scena alcune proposte dei laboratori teatrali Percorsi Rialto (Compagnia Melemarce e Francoise Bougault). Esilaranti e impeccabili nel loro stile, Daniele Timpano ed Elvira Frosini hanno scaldato l’atmosfera serale con il loro Alla città morta, cui sono seguite le ipnotiche performace sonore Bangalore di MK. Per le arti visive sarà ancora presente fino a domani l’allestimento fotografico Giorni Luce di Moro.

L’entusiasmo è stato alto.
Dalla fotocopia del verbale di notifica contenente l’ordine di dissequestro dell’immobile, datato 19 febbraio 2014 e distribuito in fotocopia: «Come se gli anni non fossero mai passati, l’attenzione di artisti, creativi, semplici frequentatori delle più varie provenienze e generazioni è stata dilagante, a riprova che c’è più bisogno che mai di un luogo come il Rialto».

Domani ultimo giorno per prendere parte ai festeggiamenti.

Rialto, day three
L’ultima serata dedicata alla ripartenza delle attività cultural-performative del Rialto si è chiusa con l’ennesimo sold-out e bagno di folla fuori dal convento ex-scuola. Un coro di proteste si è, però, levato da parte di chi, al terzo giorno, non era riuscito ancora a entrare e soprattutto, durante le due ore in coda, non ha avuto notizie dall’organizzazione sulla possibilità di farlo. Arrivando prima, da quanto rilasciato dagli organizzatori del RialtoSantAmbogio, tutto ciò si sarebbe potuto evitare. Sarà, ovviamente, per la prossima volta.

La terza giornata di rappresentazioni ha visto protagonisti per il teatro Componibile Cortazar della Compagnia Barone/Chieli/Ferrari, Come tu mi vuoi di Veronica Cruciani, e alcune proiezioni di Tony Clifton Circus, Maddalena Parise, Andrea Cosentino. Installazioni e performance sparse hanno riempito corridoi, giardino e auditorium. Inoltre, sono stati sresentati i lavori di Muta Imago, Mike Cooper, Arcalhò, Maddai e Industria Indipendente. Il Rialto è ripartito insomma e con una velocità da parte di artisti e pensatoritale che «ci ha stupiti» tutti, addetti ai lavori e organizzatori.

Alla luce degli ultimi eventi di chiusura di spazi come l’Angelo Mai, del cambio della destinazione d’uso di alcuni teatri come il Palladium o, ancora, dell’incapacità di nomina del nuovo direttore del Teatro di Roma, in realtà non c’è da stupirsi se performer e creativi decidono di volgere la propria attenzione a spazi che investono energie per la creazione di ambienti protetti per lo sviluppo di idee. Elemento questo imprescindibile per la creazione artistica, ancor più per la sperimentazione.

A cinque anni dalla chiusura, il panorama artistico e la stessa città di Roma sono mutati. Il Rialto è pronto a mettere sul tavolo elementi di discussione sul come fare cultura nella capitale senza guardare con troppa nostalgia al passato, anche se nulla è cambiato dal punto di vista della difficoltà di dialogo con le istituzioni e della carenza di risorse per la cultura.
La richiesta delle forza che animano Rialto è, dunque, rivolta a tutti coloro che sono interessati a ripartire insieme, iniziando dalla realizzazione della sede assegnata dell’ex autoparco dei vigili urbani di Porta Portese. Da parte sua lo stesso Rialto è pronto a fare il punto su chi continua a sperimentare in maniera indipendente e a ripartire, già da settembre, con una programmazione regolare.

L’augurio alla città è di poter godere di un futuro prossimo appagante delle proprie necessità artistiche contemporanee.