La stagione del Teatro Flavio inizia nel segno della tradizione teatrale, portando coraggiosamente in scena Le tre sorelle di Checov, attraverso la rilettura di Franco Venturini, che firma sia la regia che l’adattamento.


L’obiettivo – come nota lo stesso Venturini – è quello di attualizzare il linguaggio rappresentativo di Checov, l’intima e incomunicabile infelicità della condizione femminile della Russia ottocentesca, per riflettere sulle ansie e le frustrazioni delle donne contemporanee, nella lotta tra le necessità lavorative, i ritmi logoranti della carriera e il bisogno ancestrale della maternità, sempre più succube dell’esigenze economico-produttive della società dei consumi.

Venturini imposta tutta la ridefinizione testuale sottolineando l’irriducibile naturalità procreativa della donna, come realizzazione umana e sociale (pena oltretutto l’estinzione biologica della specie), e con essa, la possibilità di intravedere un’alternativa alla reificazione della società ipertecnologica presente, in cui “l’essere naturale” dell’uomo cede sempre più il passo – fino a scomparire – “all’essere storico”, condizionato dalle regole del mercato, schiavo del conformismo tecnocratico dominante.

Questa precisa indicazione polemica segna tutto il cartellone del Teatro Flavio, da Le tre sorelle passando per La vedova scaltra di Goldoni, fino a La scomparsa di Ettore Majorana, in cui Venturini – coadiuvato dall’ipotesi pirandelliana – offre al pubblico il dilemma lacerante e ancora irrisolto tra le ragioni imperiose e oggettive del progresso scientifico e la salvaguardia lungimirante dell’essenza naturale del pianeta.

Ma tornando a Le tre sorelle, nell’intento di rispondere alle ossessive contraddizioni della donna contemporanea – stretta tra l’emancipazione lavorativa e le gioie della maternità, che nessuna altra conquista (benessere economico, riconoscimento sociale), può cancellare o limitare – Venturini elabora una messa in scena dalla regia asciutta – sebbene nella prima parte un po’ didascalica – e attenta alla gestualità emotiva delle tre protagoniste: Masa (Federica De Vita), Irina (Chiara Conti) e Olga (Bianca Maria Merluzzi).

Una scenografia ridotta all’essenziale, una recitazione dinamica e avvolgente, oltremodo carica di inflessioni creative, una luce pensata per rimarcare l’impaziente ricerca di una stabilità esistenziale totale ma irraggiungibile, una gestualità ricca di quella radicale inadeguatezza che colpisce i diversi e chi soprattutto cerca, contro tutto e tutti, di essere quello che è, il tentativo di restare fedeli al testo cecoviano riadattandolo però agli ostacoli, alle difficoltà insormontabili e alle scelte tragiche che oggigiorno milioni di donne si trovano di fronte.

Lo spettacolo continua:
Teatro Flavio
via G.M. Crescimbeni, 19 (Colosseo) Roma
info prenotazioni tel.: 06.70497905
fino a domenica 7 novembre
orari spettacoli: da martedì a sabato, ore 21.00 – domenica ore 17.30

Le tre sorelle di Anton Cechov
regia e adattamento Franco Venturini
con Federica De Vita, Chiara Conti, Bianca Maria Merluzzi
scene CTMC
costumi Flavia 2000