La musica ci salverà

In anteprima è approdato al Teatro Vascello di Roma lo spettacolo-concerto Rievoluzione-Un viaggio alchemico attraverso i Pink Floyd, tratto dal libro di Andrea Pietrangeli Romanzo Alchemico. Il risultato non è del tutto convincente, ma la grandiosità dei brani eterni dei Pink Floyd rende il tutto più piacevole.

Sperimentare nuove forme di spettacolo o, meglio, dar vita ad una pièce che riunisca al suo interno tutte la arti – teatro, musica, video, letteratura – è un intento nobile. Purché tutti gli elementi siano amalgamati armonicamente e godano di una forte struttura drammaturgica, sia a livello di contenuti che di costruzione logica dei personaggi che in essa si muovono.
Purtroppo in Rievoluzione – Un viaggio alchemico attraverso i Pink Floyd manca una base solida e credibile che possa valorizzare gli innesti artistici, i quali, tuttavia, hanno un loro interesse intrinseco.
La storia, narrata più per quadri che attraverso dialoghi, vede per protagonista un trentenne odierno, Carlo, che a un certo punto del suo percorso umano si ritrova alienato e letteralmente imprigionato nel lavoro. Diventa un tutt’uno con la scrivania del suo ufficio – una delle trovate più carine di tutto lo spettacolo a livello scenografico – e gli altri oggetti da lavoro quali pc, mouse e tastiera, prendono il sopravvento su di lui. A destarlo da questo torpore sono le incursioni di quattro figure, ovvero l’amico d’infanzia Maurizio e altri tre personaggi non meglio identificati. Ed è proprio sui personaggi che si riscontra la prima e forse più forte perplessità: a esclusione del solo Maurizio, le altre tre figure – un uomo anziano e due donne – apparentemente non hanno alcun ruolo significativo, non hanno spessore caratteriale né psicologico, non sono funzionali al percorso di conoscenza di sé che intraprende Carlo. L’anziano signore fa la sua comparsa avvertendo Carlo delle insidie nascoste nel vivere una vita fatta solo per il lavoro, ma non va oltre, rimanendo in scena muto e immobile, senza più dare altri contributi.

Anche le altre due figure femminile sembrano costruite con superficialità. La prima a comparire in scena appare inizialmente una figura smarrita in cerca di se stessa, fino a quando non inizia a distribuire al pubblico alcune carte dei tarocchi. Il gesto fa pensare che durante lo svolgimento dello spettacolo accadrà qualcosa a esso collegato: potrebbero forse i tarocchi diventare una sorta di linea guida nel percorso del protagonista? Alla domanda, sorta spontanea, tuttavia non seguirà risposta. Tornata in scena a metà spettacolo, quando Carlo intraprende un cammino iniziatico vagando per quella che potrebbe essere «una selva oscura», la troveremo urlare con fare lancinante – nonché fastidioso poiché eccessivamente insistito – per intuire la reale difficoltà di un percorso di cambiamento da intraprendere fino in fondo.

L’altra presenza femminile assurge, invece, a figura di guru/santone di cui il protagonista (forse) si innamora, aiutandolo a comprendere e portare a termine il proprio «viaggio alchemico». In un brevissimo arco di tempo – o almeno così sembra dalla narrazione, poiché non viene dato alcun tipo di riferimento temporale – Carlo scopre una forza energetica sconosciuta, capace di farlo estraniare da se stesso e da quella che è stata la sua vita fino a quel momento, fornendogli una visione delle cose e del mondo pari a quella di un uomo illuminato.
Se, dunque, la trama e i personaggi si compiono con estrema semplicità e superficialità per un argomento che, forse, non è del tutto adatto a essere trattato in uno spettacolo-concerto così costruito, altresì va ai Fluido Rosa – cover band ufficiale dei Pink Floyd – il plauso per aver reso con intensità e maestria le atmosfere di alcuni dei brani più significativi e conosciuti della band psichedelica per eccellenza: da Speak to me/Breath, Time, Money, a Wish you were here, Comfortably numb e The wall, solo per citarne alcuni.
In conclusione il tentativo di far convergere brani dai molteplici significati e argomenti tanto attuali quanto interessanti – la ricerca interiore e le potenzialità nascoste dell’essere umano – è rimasto intrappolato in una delle insidie più caratteristiche dello stesso tema che viene affrontato, ovvero quello della banalità.

Lo spettacolo è andato in scena
Teatro Vascello
Via Giacinto Carini, 78 – Roma
28 e 29 settembre, ore 21

Rievoluzione
Un viaggio alchemico attraverso i Pink Floyd
tratto da Romanzo alchemico di Andrea Pietrangli
adattmento teatrale Maura Gancitano
regia Andrea Colamedici
con Enrico Epifani, Vanina Marini, Nicola Bonimelli, Marco Diorio, Amalia Morrone
e con Fluido Rosa:
Maurizio Perfetto – chitarra elettrica
Cristiana Polegri – sax e cori
Danilo Cherni – tastiere
Gabriele Marciano – voce e chitarra acustica
Adriano Lo Giudice – basso
Derek Wilson – batteria
Roberta Bombardini – cori
Andrea Pietrangeli – voce e chitarra acustica