In scena al Teatro i una rilettura del Risorgimento italiano visto attraverso gli occhi di Garibaldi e della sua gamba ferita.

Mettete insieme due preti laici, Britney Spears, Garibaldi, Mazzini e un pizzico di storia dell’Ottocento, sheckerate bene et voilà: ne otterrete Risorgimento pop. Spettacolo che rivisita il mito dell’Unità d’Italia, raccontando una storia che non c’è, inventando fatti che sarebbero dovuti accadere ma che non sono mai accaduti, descrivendo un Paese che non esiste e che non è mai “risorto”, in un’atmosfera surreale in bilico tra realtà e immaginazione, dove la linea di confine è molto sottile.

Sembrerà impossibile ma il Risorgimento si può condensare in 4 minuti e 33 secondi: questo l’esperimento che tentano i due attori; ne esce un veloce e confuso flusso di parole, nel quale si afferrano nomi e date studiati sui libri di scuola.

Vengono tirati in ballo Garibaldi – presente sulla scena come un mucchio di cenere, in quanto cremato – e Mazzini – un fantoccio imbalsamato che, a tratti, cade a pezzi. I due attori cercano di far riappacificare i padri della Patria, ma nessuno dei due fa il primo passo! “Forse serve un po’ di privacy?”, pensano i due preti, che abbandonano la scena e chiedono al pubblico di fare altrettanto. Ma il pubblico – spiazzato – non si muove e quando gli attori rientrano e vedono la platea piena iniziano a inveirle contro, uscendo dal foyer. Gli spettatori si ritrovano più che mai spiazzati – non sanno se lo spettacolo sia finito oppure no – così con gli occhi si scrutano gli uni con gli altri, mentre alcuni iniziano timidamente ad alzarsi. “Gli interpreti rientreranno per gli applausi finali?”, ci si chiede. La risposta è no: sul palco sono rimasti solo Mazzini e Garibaldi, forse i protagonisti dello spettacolo sono proprio loro e a loro vanno gli applausi.

“E Britney Spears cosa c’entra?”, vi chiederete. Oltre a riempire con la sua musica la scena, durante i momenti più intensi dello spettacolo, è considerata una neogaribaldina – tanto da attribuire una sua intervista a Giuseppe Garibaldi, rendendo quest’ultimo attuale e moderno oltre che in piena sintonia col mondo contemporaneo. Sì, perché se Garibaldi fosse ancora qui, sarebbe POPolare quanto Pippo Baudo, Madonna, l’amaro Ramazzotti e la birra Moretti.

Spettacolo alternativo nei modi, ben studiato nei testi, divertente e con un finale fuori dagli schemi che lo rende diverso e unico – e in un mondo dove essere popolari a volte significa omologarsi, questa unicità suona come un bel messaggio di innovazione.

Lo spettacolo continua:
Teatro i
via Gaudenzio Ferrari, 11 – Milano
fino a domenica 07 Febbraio
orario: ore 21.00

Risorgimento pop
drammaturgia e regia Daniele Timpano e Marco Andreoli
con Daniele Timpano e Gaetano Ventriglia
disegno luci Marco Fumarola
realizzazione cadavere di Giuseppe Mazzini Francesco Givone
musiche originali Marco Maurizi
collaborazione artistica Elvira Frosini
foto di scena Luigi Avvantaggiato e Jacopo Quaranta
abiti di scena Barbiconi
produzione Amnesia Vivace, Circo Bordeaux, RialtoSantambrogio, Voci di Fonte
con il sostegno di Scenari indipendenti e Provincia di Roma
in collaborazione con Ozu, Area 06, Centro di documentazione Teatro civile, Consorzio Ubusettete
si ringrazia Armunia Festival “Costa degli Etruschi”