Musica da Camera a Palazzo Barberini

chamberIl Rome Chamber Music Festival arriva alla decima edizione, confermandosi come uno degli eventi più prestigiosi della capitale

Quando un’iniziativa culturale arriva alla decima edizione, allora la prima considerazione da fare è che funziona; se poi quella iniziativa è dedicata alla promozione di giovani talenti della musica classica, allora non si può non lodare la costanza e il successo degli organizzatori. Ci riferiamo a una delle realtà più consolidate nell’attività culturale della capitale, ovvero il Rome Chamber Music Festival, divenuta nel corso degli anni un’autentica istituzione, un appuntamento tra i più importanti che in qualche modo inaugura la stagione estiva. Come è accaduto negli ultimi anni, il Festival si svolge anche in questa edizione presso un luogo d’eccezione, ovvero Palazzo Barberini (dopo aver attraversato in passato il Gianicolo e l’Oratorio del Gonfalone); il padrino e direttore artistico è Robert McDuffie, violinista di fama internazionale, protagonista della scena musicale nei teatri e negli auditorium di tutto il mondo nonché detentore del “Premio Simpatia” consegnatogli dal sindaco di Roma come riconoscimento del suo contributo alla vita culturale della città, ideatore del progetto che prevede anche un’attività di studio rivolta a studenti e allievi destinati a una fortunata carriera. Per merito dei contributi della Nando Peretti Foundation, un nutrito gruppo di giovanissimi musicisti ha intrapreso un percorso preparatorio finalizzato all’esibizione dal vivo in occasione del Festival; per questo, i concerti che si terranno dal 9 al 13 giugno avranno come protagonisti giovani musicisti e interpreti navigati, in un connubio eccitante reso tale anche dalla straordinaria Sala affrescata da Piero da Cortona dove si svolgono i concerti. Veniamo però al concerto di martedì, uno spettacolo di altissima qualità sia per l’esecuzione, sia soprattutto per il programma vario, prestigioso e per niente ovvio. In apertura il Sestetto per Archi (Sinfonia n. 3) di Philip Glass, arrangiato da Michael Riesman, eseguito dallo stesso McDuffie come primo violino e da cinque allievi del McDuffie Center for Strings della Mercer University e vincitori della selezione che li ha condotti in Europa. L’opera riflette la sensibilità di Glass, definito dallo stesso McDuffie nella sua introduzione il “Vivaldi americano”: tensione esecutiva, note prolungate, ma anche ritmo ed energia, come spesso accade nelle opere del noto compositore americano, autore di memorabili colonne sonore. La difficoltà dell’esecuzione non intimorisce i giovani archi, che sostengono l’opera con grande professionalità.
Il concerto prosegue con un capolavoro della più alta tradizione classica, ovvero il Trio per pianoforte in Si-bemolle maggiore, op. 97, “dell’Arciduca”, una delle più belle e trascinanti composizioni da camera di Ludwig van Beethoven, interpretata dal Cortona Trio, ovvero Elizabeth Pridgen, al piano, Amy Schwartz Moretti al violino, e Julie Albers al violoncello, artiste affermate dell’entourage del Festival. Per chiudere la straordinaria serata, un altro capolavoro, ovvero il Quintetto per archi in Do maggiore, D. 956, op. post. 163 di Franz Schubert, che spazia tenacemente tra evocative venature romantiche ed estro tipico della musica ungherese nel poderoso finale.
Come già detto, il Festival proseguirà fino a giovedì, offrendo agli spettatori concerti unici in uno degli spazi più belli di Roma, perciò un’occasione impedibile per vivere la grande musica.

Lo spettacolo è andato in scena:
Palazzo Barberini – Salone di Peltro da Cortona
via delle Quattro Fontane 13 – Roma
martedì 11 giugno, ore 21.00

Rome Chamber Music Festival presenta:
Sestetto per Archi di Philip Glass
Trio per pianoforte op. 97, “dell’Arciduca” di Ludwig Van Beethoven
Quintetto per archi op. 163 di Franz Schubert