Quando i grandi artisti vivono per sempre

La stagione estiva del Globe non poteva non iniziare con l’opera che ne sancì l’apertura quasi vent’anni fa. La regia è del compianto Gigi Proietti, direttore da sempre del teatro elisabettiano romano che condivideva col Bardo la concezione del teatro come arte eminentemente popolare.

Dopo appena tre mesi di lavoro, nel 2003 il Globe Theatre venne eretto nel cuore di Villa Borghese e aperto al pubblico; nel giro di poco tempo, riuscì ad imporsi come uno dei punti di riferimento della stagione culturale estiva della capitale, un ambiente concepito e realizzato per costruire un ponte tra la grandezza della più nobile tradizione teatrale e il pubblico popolare. Costruito grazie ai finanziamenti della fondazione intestata a Silvano Toti, il Globe romano è una perfetta ricostruzione del Globe londinese, il tempio del teatro elisabettiano. D’altronde, proprio il teatro di Shakespeare, rappresentato per centinaia di anni tanto per i ceti benestanti e intellettualmente elevati quanto per le persone più umili della società, è probabilmente l’esempio più efficace di una cultura sofisticata capace però di emozionare e coinvolgere il largo pubblico.

Il progetto del Globe Theatre era stato, fin dalle origini, fortemente voluto da Gigi Proietti, altro grande artista che ha fatto dell’avvicinamento al gusto popolare una missione costante per tutta la sua esistenza; fine conoscitore dell’opera shakespeariana, Proietti è stato fin dalla fondazione il direttore artistico di questo luogo, ansioso di riaprire i battenti per offrire quanto meno l’opportunità di un’estate “normale” di cultura alla luce dell’orrore che abbiamo attraversato. Di quell’orrore che ha attraversato l’ultimo anno ha fatto parte anche la scomparsa proprio di Proietti, a novembre all’età di 80 anni. Inutile fare riferimento al vuoto lasciato dal grande attore e interprete, soprattutto per la città di Roma, un autore che proprio in Shakespeare trovò un “contemporaneo”, un alleato potentissimo, perché Proietti come Shakespeare voleva raggiungere il massimo grado di convergenza dell’arte teatrale: dramma e comicità, riflessione e ironia, pensieri profondi e abissali da un lato e il godimento per i toni lievi e i linguaggi quotidiani.

Tutto questo era il suo Romeo e Giulietta, l’opera che proprio nel 2003 accolse i primi spettatori del Globe e che in questi giorni viene riproposto all’interno della programmazione estiva: una stagione interamente dedicata a Gigi Proietti, per cui la riproposizione di un grande classico melodrammatico come Romeo e Giulietta è innanzitutto un omaggio al suo regista. Proietti così continua a vivere grazie a messe in scena da lui curate e studiate: poche le modifiche rispetto alla versione di 19 anni fa, perché anche qui le epoche si rincorrono all’interno di corto-circuiti temporali che insistono su come la vicenda d’amore tragico e disperato del Bardo continui a parlare attraverso le epoche e le generazioni. Ed esattamente come voleva il “poeta romano” Proietti, la tragedia non occlude l’opportunità di sorridere davanti a battute e gag divertenti, che ribadiscono come la stessa realtà sia plurale, molteplice, perché in essa si ride e si piange, si vive e si muore. Questo ci ha insegnato e continua a insegnarci Shakespeare, e attraverso il drammaturgo inglese questo continua a raccontarci Gigi Proietti: per entrambi, sono le opere a sopravvivergli e che vivono per loro.

Lo spettacolo continua
Silvano Toti Globe Theatre
Parco di Villa Borghese, P.zza di Siena – Roma
Fino al 25 luglio
ore 21.00, dal mercoledì alla domenica

Romeo e Giulietta
di William Shakespeare
regia Gigi Proietti
con Fausto Cabra, Mimosa Campironi, Francesca Ciocchetti, Martino Duane, Diego Facciotti, Gianluigi Fogacci, Tommaso Ramenghi, Roberto Mantovani, Loredana Piedimonte, Guglielmo Poggi, Raffaele Proietti, Matteo Vignati