La follia è una cosa semplice

Fino al 19 maggio nella sala Gassman del teatro dell’Orologio va in scena il dramma quotidiano di due esistenze in fiore, costrette ad attraversare un lungo inverno che minaccia di farle appassire. Con Rose di maggio, Giancarlo Moretti sonda la “normalità” di ogni giorno e la follia che vi si annida, pronta ad esplodere e a deturpare ogni cosa.

La casa è un nido, un microcosmo confortevole arredato di certezze, dove perdersi è impossibile e ogni cosa necessaria alla vita è lì, a portata di mano. La vede così Elena, appena trasferitasi in un’altra città, in una casa nuova, col suo novello sposo Paolo. Esistenze normali, le loro, fatte di ufficio e fabbrica, orride suppellettili ricevute in dono al matrimonio, fiori sul balcone, e tanto amore. Quando c’è quello, ogni cosa è al suo posto, nulla può accadere. O forse tutto, ineluttabilmente, senza scampo. Il sogno di una famiglia numerosa, di un percorso di crescita e cambiamento – non troppo audace, il cambiamento, né repentino, diciamo a piccole, minime dosi – all’interno delle mura domestiche e del nucleo amorevole che si va costruendo e rinforzando, protetti.
Ma la vita è un giardino senza recinto, e ci si può – ci si deve – aspettare che estranei facciano il loro ingresso, e animali liberi lo attraversino senza tanti complimenti, mandando in malora aiuole fiorite e sollevando intere zolle di prato. Paolo ha un approccio disinvolto a queste eventualità, e una giovialità che lo porta a relazionarsi naturalmente, e felicemente, con l’esterno; Elena invece mostra da subito un carattere problematico e diffidente, che le crea un disagio nel contatto con gli altri. Nel corso del dramma, in un climax implacabile sollecitato dagli eventi che si susseguono – minimi e feroci – con ritmo incalzante, le difficoltà di Elena sono destinate  a crescere senza misura né limiti, fino a tracimare. Fino ad annullare il senso stesso del termine “protezione” proprio nella ricerca forsennata della sua realizzazione.
Rose di maggio è una storia semplice, fatta di cose semplici, le piccole cose che ognuno persegue nella propria piccola esistenza, e di cui anche la follia, inevitabilmente, fa parte. Il testo è straordinariamente convincente proprio perché allineato con questa semplicità. L’arte talvolta non ha bisogno di grossa inventiva, le basta attingere alla realtà per avere a disposizione un campionario di scenari e deliri pronti per l’uso. Fa questo Giancarlo Moretti, scrive della vita vera, di ciò che inevitabilmente conosce, e predispone una regia intelligente e misurata che porta gli attori in scena a offrire una recitazione straordinariamente credibile: Chiara Ricci, volto noto del piccolo schermo, regala una prova attoriale stupefacente e buca la quarta parete lasciando lo spettatore rapito, coinvolto e sconvolto. Marcello Mancusi le corrisponde perfettamente, con la sua naturalezza assoluta, quasi che recitare e vivere siano due facce della stessa sottile membrana esistenziale. Il resto del cast fa da ottimo contorno, riproducendo le situazioni del quotidiano con bella nonchalance. A chiudere il cerchio come fosse un bracciale di valore, gli inserti musicali, potenti e prorompenti, frutto di un rimaneggiamento di Moretti su estratti degli Archive (il regista e autore di Rose di maggio, che è anche attore, si espone qui nella sua formazione primaria di musicologo, che lo portò a collaborare con la Rai e l’Accademia di Santa Cecilia prima di accostarsi al teatro).
Un’occasione da non perdere, dunque, come mai alcun istante della vita va perduto, per quanto piccolo, semplice, folle possa sembrare.

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Lo spettacolo continua:
Teatro dell’Orologio
via de’ Filippini 17/a – Roma
fino a domenica 19 maggio
orari: da martedì a sabato ore 21.15, domenica ore 17.45
(durata 1 ora e un quarto circa senza intervallo)

Rose di maggio
di Giancarlo Moretti
regia Giancarlo Moretti
con Chiara Ricci, Marcello Mancusi, Assia Favillo, Francesco Castaldi, Laura Petroni, Paolo Franzini, Antonio Atte
foto di scena Benedetta Rescigno
film maker Giuseppe Bucci
musiche Archive (rivisitate  da Giancarlo Moretti)
regia luci Giancarlo Moretti