Dietro le quinte del dietro le quinte

libero-teatro-milanoFino a venerdì 29 marzo, la compagnia Skenè porta al Teatro Libero di Milano Rumori fuori scena: brillante commedia di Michael Frayn che esalta il teatro sottolineandone le contraddizioni e i “vizietti”.

Per chi ha visto il film dell’82 diretto da Bogdanovich, il rischio di un confronto è dietro l’angolo, ma bisogna dirla tutta: la compagnia Skenè regge benissimo il confronto. C’era il rischio di diventare copie, imitatori, pallide controfigure di attori che esaltano ogni singola parola di un testo geniale, che nasce per il teatro ma che il cinema ha saputo rendere al meglio soprattutto nelle sfaccettature più importanti – quelle del retroscena.
La compagnia che vediamo sul palco del Libero, non solo ha saputo attualizzare il testo, adattandolo alla dimensione italiana per renderlo più fruibile al nostro pubblico (per esempio, con la dialettizzazione di certi caratteri e con riferimenti culturali a noi pienamente comprensibili, quali l’immancabile appuntamento pomeridiano con Beautiful, e con certi riferimenti a Edoardo de Filippo) ma, soprattutto, ha saputo impreziosire genialmente il senso di una scenografia difficile su un palco relativamente piccolo come quello del teatro milanese: la trovata di fingere uno sciopero dei tecnici e dei macchinisti, facendo lavorare gli attori stessi nel montaggio del dietro le quinte è stata una pausa tanto necessaria quanto divertente e utile per chiarire meglio lo sviluppo della storia.
Questo testo, Frayn lo scrisse quando stava assistendo – dietro le quinte, ovviamente – ad uno spettacolo da lui stesso scritto per Lynn Redgrave, Chinamen. Rimase talmente affascinato da quello che succedeva nel retroscena da decidere che era molto più interessante raccontare ciò che non un’altra “comunissima” commedia da palcoscenico.
Quello che emerge è un vero e proprio inno a un’arte tanto volubile quanto affascinante, come quella del teatro, pur e soprattutto con i suoi difetti, con i suoi rischi, con le sue debolezze – rappresentati sagacemente attraverso tutto quanto sta dietro le quinte.
Gli attori sono bravissimi nel mettere in scena la figura abbastanza tipica del regista che amoreggia contemporaneamente con l’attrice giovane (svampitissima) e con l’aiuto regista (stressata e zerbinizzata oltremodo); risultano brillanti e innovativi nel ridicolizzare quei mattatori che si credono arrivati e che si erigono a interpreti assoluti – e assurdi – del testo teatrale, bisognosi di motivazioni amletiche inadeguate per un testo comico; rendono in maniera scoppiettante la lotta tra le attrici che si contendono il ruolo di primadonna con smanie, pretese, capricci ancora molto vicine, nonostante gli anni e le avanguardie, alle colleghe viziose del primo Novecento. Ma soprattutto, la Compagnia mostra di essere affiatata e rodata nel saper reggere una fatica immensa come quella richiesta dalla pièce di Frayn: saper ricordare e tenere sott’occhio contemporaneamente due piani di narrazione, quello della scena e quello del retroscena, stando in perfetto ascolto e, in certe circostanze, sapendo anche improvvisare con abilità su una scena oltremodo complicata – in quanto prevede un perfetto incastro di ingressi, uscite, battute, oggetti. Tutto ciò è eseguito senza intoppi, cali di tensione o anche minime sbavature che potrebbero rovinare l’intera situazione.
In un’escalation che, in tre atti, ci porta dalle difficoltose e rovinose prove generali (condotte solo la notte prima del debutto) alla prima replica – nella quale il fuori scena inizia a influenzare la resa dello spettacolo – fino ad arrivare a una replica qualunque del terzo mese di tournée – dove gli screzi personali sfociano in uno spettacolo che, nel suo essere disastroso, risulta ancora più esilarante (con esiti quasi alla Ionesco) – la Compagnia sa far ridere di gusto senza mai scadere nel già visto o nel ripetitivo.
Da vedere assolutamente per iniziare a distendersi prima della pausa pasquale. E per chi non l’avesse visto, consigliato un ripassino esilarante col film durante le vacanze.

 

Lo spettacolo continua:
Teatro Libero
via Savona, 10 – Milano
orari: da lunedì a sabato, ore 21.00 – domenica, ore 16.00

Rumori fuori scena
di Michael Frayn
regia di Claudia Negrin
traduzione Filippo Ottoni
con Michele Bottini, Luca Criscuoli, Alberto Pistacchia, Anna di Maio, Claudio Gherardi, Claudia Negrin, Gabriele Amietta, Cecilia Broggini ed Elena Redaelli
scene Aldo Mandozzi
luci Ornella Banfi
costumi Paola Arcuria
produzione Skenè Company Milano