Les Nuits de Fourvière ont accueilli The Blaze pour, sans doute, le meilleur concert de cette édition
Il festival lionese delle Nuits de Fourvière ha dato il benvenuto a The Blaze per, forse, il miglior concerto di questa edizione. Il duo parigino composto dai cugini Guillaume e Jonathan Alric è stato accolto da un tutto esaurito annunciato da diversi mesi e i fortunati spettatori presenti non sono certo rimasti delusi. Formatisi nel 2016 e con all’attivo un solo Ep Territory (Believe, 2017) e un album Dancehall (Believe, 2018), i The Blaze sono divenuti una parte fondamentale della nuova scena musicale francese. E giustamente. Il concerto di Lione ha confermato tutte le cose buone che avevamo letto e sentito su di loro. È stato il nostro primo concerto dei cugini Alric e l’impressione che ci hanno dato assomiglia a quella di uno stupore difronte alla perfezione scientifica della gestione delle emozioni musicali e ciò ha permesso la costruzione di un’architettura non spettacolare, ma solenne e saggiamente equilibrata. Una costruzione che non richiede alcun input esterno, e ciò grazie a una ricetta semplice ed efficace. Guillaume e Jonathan suonano e cantano sul palco, maestri indiscussi di questo universo musicale, mescolando techno, disco, house e trance e disegnando una produzione elettronica puntuale e penetrante. Ogni pezzo ha una vita particolare, ma è l’alchimia globale, prodotta dalla giustapposizione di queste singolarità musicali, che raggiunge un risultato sorprendente. Heaven, dolce e affascinante come un abbraccio, rende perfettamente il passaggio tra la lunga apertura e la rauca ed esplosiva She. Runaway prepara il terreno per Places e il suo infinito coro di “You danse so well”. E qui emerge un’altra delle caratteristiche gestite con intelligenza e savoir-faire dal duo parigino: il minimalismo. Questo mezzo espressivo è infatti una delle forme utilizzate per finalizzare un discorso musicale preciso e lontano da qualsiasi forma di dissipazione. L’insistenza sugli schemi sonori gioca il ruolo di battito fondamentale per trasformare l’idea dei cugini Alric. Ma ciò non si limita al territorio dell’espressione musicale, ma è esternalizzato, delimitando anche il luogo dell’evento, la scena ridotta al blocco degli strumenti e dei corpi degli artisti. Qui il centro da cui viene irradiato il suono di The Blaze, è circoscritto in linee minime e le immagini incendiarie sembrano rappresentare la necessità scopica dell’universo musicale. Rise and Territory formano la definizione perfetta di questo approccio con immagini anestetizzate di auto bruciati e di corpi che si stagliano su uno sfondo indefinito. La tripletta finale Breath / Queens / Faces definisce con ancora maggiore precisione la prospettiva artistica di The Blaze: cori semplici e ripetuti formano loop perfetti per la formazione di un vortice in cui i ritmi disco possono mescolarsi con un respiro tribale che viene da lontano. Nulla di caotico e confuso emerge da lì. Solo la precisione di una ripetizione sempre differente.
Le duo parisien composé des cousins Guillaume et Jonathan Alric a été accueilli par un sold out annoncé depuis des mois et les chanceux spectateurs présents n’ont pas été déçus par un concert de très haut vol. Actifs depuis 2016 et après seulement deux publications (l’ep Territory (Believe, 2017) et l’album Dancehall (Believe, 2018)), The Blaze s’est désormais fait une place importante au sein de la nouvelle scène musicale française. Et à juste titre.
Au-delà de toutes les bonnes critiques, confirmées par ce concert lyonnais, c’est la perfection scientifique de leur gestion des émotions musicales qui étonne, permettant la construction d’une architecture non seulement spectaculaire, mais solennelle et sagement équilibrée. Guillaume et Jonathan jouent et chantent sur scène, maîtres incontestés de cet univers musical mêlant techno, disco, house et transe et dessinant une production électro ponctuelle et perçante. Chaque morceau est animé d’une existence particulière mais c’est l’alchimie globale, produite par la juxtaposition de ces singularités musicales, qui parvient à ce résultat étonnant.
Heaven, douce et charmante comme une accolade, effectue parfaitement la transition entre la longue ouverture et la rauque et explosive She. Runaway prépare le terrain pour Places et son refrain infini de «You danse so well ». Ici émerge une autre des caractéristiques maniées avec intelligence et savoir-faire par le duo parisien : le minimalisme. Ce moyen expressif est une des figures utilisées pour finaliser un discours musical précis et loin de toute dissipation. L’insistance sur les pattern sonores joue le rôle de tempo fondamental afin de transformer l’idée des cousins Alric. Cela ne se limite pas au territoire de l’expression musicale mais s’extériorise, délimitant ainsi le lieu de l’évènement, la scène réduite au bloc des instruments et des corps des artistes. Le centre à partir duquel s’irradie le son de The Blaze est circonscrit dans des lignes minimales, et les visuels incendiaires semblent représenter la nécessité scopique de l’univers musical. Rise et Territory forment la définition parfaite de cette démarche avec des images anesthésiées de voitures brulées et des corps qui se détachent sur un fond indéfini. La triplette finale Breath/Queens/Faces définit avec une précision également magistrale la perspective artistique de The Blaze : les chœurs simples et répétés forment des boucles parfaites pour la formation d’un vortex où rythmiques disco et souffle tribal se mêlent. Le résultat n’est en rien chaotique ou confus ; il s’en dégage au contraire la précision maîtrisée d’une répétition sans cesse renouvelée.
Le concert a eu lieu :
Grand Théâtre – Parc Archéologique de Fourvière
6 rue de l’Antiquaille – Lyon
jeudi 25 juillet 2019 à 21h00
Le festival Les Nuits de Fourvière a présenté The Blaze + Love Supreme
Setlist The Blaze
Prelude
Interlude
Sparks & Ashes
Heaven
She
Runaway
Places
Rise
Territory
Juvenile
Mount
Breath
Queens
Faces
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