Polifonia multietnica

Prima nazionale al Teatro della Cooperativa per Sarabanda, dall’omonimo testo di Salvatore Veca: un melting pot di storie e culture in cui momenti toccanti e danze spensierate si mescolano felicemente.

Fare del teatro socialmente impegnato oltre a essere oggettivamente difficile è anche rischioso: si può cadere nel banale, nella retorica e in un buonismo gratuito che non lascia scampo. Se però lo si fa con intelligenza, ironia ed evitando la retorica della tragedia a ogni costo – anche se, ironia della sorte, lo spettacolo si apre proprio con la maschera del tragicus – il risultato può essere interessante.
Laura Pasetti – brava interprete che, per l’occasione, veste i panni del regista – fa, innanzi tutto, scelte ben mirate. Dodici attori – tutti di nazionalità diversa – raccontano la storia di un sogno comune: fuggire da quella che è la loro realtà – da società che non accettano coloro che non si piegano a violenze e pregiudizi, o a fondamentalismi religiosi – imbarcandosi su una delle tante “carrette del mare” che, di quando in quando, approdano anche sulle nostre coste. Il risultato è un lavoro corale nel quale si punta sulle vicende umane e personali attraverso una serie di flash-back, in cui si raccontano gli episodi che hanno spinto i vari protagonisti a imbarcarsi in cerca di un futuro migliore.
Piace l’impegno di questi interpreti che, probabilmente, sentono vicine le circostanze; piace il nero sarcasmo con cui si rappresenta l’Occidente in tutta la sua violenza, il suo consumismo e la sua ipocrisia – facendo sfilare, alla fine di ogni episodio, un’immagine volutamente kitsch, sempre diversa, che produce un effetto straniante, reso ancor più esplicito da musiche di sottofondo che ne sottolineano l’aspetto ridicolo. Identificarsi con questa kermesse grottesca, da un lato, è inevitabile, mentre dall’altro, si ha l’impressione di rientrare in una dimensione “normale” appena inizia un nuovo racconto.
Anche la voglia di interagire con il pubblico è un grande pregio dello spettacolo e arriva quasi come un atto provvidenziale, dopo il quarto episodio – proprio quando lo spettatore sperimenta una certa stanchezza dovuta allo svolgimento della performance, fino a quel momento ripetitiva. D’un tratto, ecco esplodere la dimensione giocosa, un Gregory Letterman Show che indaga i pensieri del pubblico, puntando un microfono sulla testa dei prescelti mentre, ironicamente, si materializzano cocci che si rompono, folate di vento, uccellini che cantano, e un Gassman d’annata che legge l’inicpit della Divina Commedia. La tensione cala, gli spettatori si rilassano – così come sarà distensivo e liberatorio il finale, in un tripudio di canti e balli che partono dal palco per poi scendere in platea in un epilogo gioioso.
Esperimento ben riuscito che ha ancora un buon margine di miglioramento per quanto riguarda il ritmo generale dello spettacolo: i tempi morti, tra un racconto e l’altro, tendono infatti a distogliere l’attenzione del pubblico. Probabilmente il tutto andrebbe maggiormente compattato per favorire un dinamismo che, a volte, manca e che “toglierebbe d’impaccio” lo spettatore. Per le riflessioni, ci sarà tempo a casa.

Lo spettacolo continua:
Teatro della Cooperativa
via Hermada, 8 – Milano
fino a domenica 30 settembre, ore 20.45 – festivi, ore 16.00

Teatro Franco Parenti
da mercoledì 3 a domenica 7 ottobre
mercoledì, ore 19.30 – da giovedì a sabato, ore 21.15 – domenica, ore 16.30

Sarabanda
dall’omonimo testo di Salvatore Veca
drammaturgia di Salvatore Veca e Laura Pasetti
regia di Laura Pasetti
con Deniz Azhar Azari, Mohamed Ba, Lisa Capaccioli, Mavis Castellanos, Martin Chishimba, Yordy Cagua, Odelys Cruz Perez, Davide Del Grosso, Kacem El Attioui, Aram Ghasemy, Isabella Picchioni, Rossella Raimondi
assistente alla regia Nicola Ciaffoni
costumi Ginevra Danielli
luci e fonica Luca Grimaldi
video Lorenzo Babbi
voce registrata Salvatore Veca
collaboratori alla drammaturgia Lisa Capaccioli, Davide Del Grosso, Rossella Raimondi
produzione Associalzione Pier Lombardo e Teatro Franco Parenti
in collaborazione con Teatro della Cooperativa