Anime fragili

Sul palco del Teatro San Girolamo di Lucca va in scena il racconto ironico e amaro del naufragio esistenziale di una generazione che non sa crescere.

D’Alatri (re)interpreta con “fedeltà” il testo di Bergman, Scene da un matrimonio, lasciando chiaramente intravedere la sua riconoscibile cifra stilistica: se i dialoghi sono costruiti attraverso citazioni dal capolavoro originale, la messa in scena è, al contrario, quella della commedia amara di cui il regista è uno dei rappresentanti “canonici” del cinema italiano (La febbre, Commediasexi).

Nel lungo dialogo – circa due ore – tra Giovanni e Marianna (interpretati da Daniele Pecci e Federica Di Martino, complessivamente convincenti nel rappresentare l’alternanza di umori all’interno di quel costante sottofondo di ipocrisia e menzogna che ne caratterizza i personaggi) emerge con forza ed evidenza il tema centrale di questa pièce: la condizione derelitta dei giovani italiani, didascalicamente espressa dalle affermazioni senza contraddittorio dei protagonisti («se fossi un operaio e tu una casalinga non potremmo essere felici come invece siamo») e mostrata esemplarmente nella scena finale del letto (tornato a essere matrimoniale, dopo la parentesi single di lei), quando lo sconsolato Giovanni giunge ad ammettere di esserlo ancora, adolescente, pur avendo superato (e non di poco) l’età di mezzo.

La critica radicale al familismo borghese e il disvelamento del fondamentale nichilismo dei valori liberali e progressisti diventano nella visione di D’Alatri “rilettura dei comportamenti in chiave contermporanea e contestualizzata alla nostra cultura” (come si legge nelle note di regia), ovvero analisi della condizione delle giovani generazioni del nostro Paese; mentre la ricerca dell’identità di genere e sociale (che, alternativamente, tormenta i protagonisti, arrivando in questa rappresentazione teatrale a una troppo ottimistica, quasi ingenua, catarsi), l’analisi della funzione disciplinare della famiglia (all’interno della quale l’esistenza viene scandita da ritmi e meccanismi che “recludono” chi ne fa parte) e l’angoscioso/alienante desiderio di felicità sono assunti dal regista romano senza seguire l’ampio, profondo e tortuoso percorso di Bergman nei meandri della psicologia (umana e collettiva). D’Alatri, infatti, si limita a isolare un preciso e riconoscibile elemento – spesso presente nei suoi film – da sottoporre a critica (appunto, della crisi “giovanile” nell’Italia di oggi).

Scene da un matrimonio in versione teatrale ci mostra una generazione che vive nel rimpianto di ciò che ha perso e nel rimorso per ciò che ha fatto: la “fedeltà ai genitori” e il senso del dover essere e fare come gli altri vorrebbero sono solo due esempi che spiegano la perenne frustrazione, alla quale gli stessi Giovanni e Marianna sentono di essere (auto)destinati e dalla quale – riprendendo idealmente la metafora dell’ostrica de I Malavoglia di Verga – non è possibile staccarsi senza ulteriore e più grave pena.

Un’ottima idea, quella di riportare sulla scena italiana un testo da troppo tempo assente, che – pur nascendo sotto i migliori auspici (una struttura cinematografica, quindi congeniale al regista, scandita dalla suddivisione in capitoli e “con il linguaggio tipico della sceneggiatura da cinema”, come lo stesso D’Alatri afferma) – mostra però il fiato corto, complice soprattutto un adattamento che risulta – per l’eccessiva dilatazione dei tempi e la mancanza di ritmo – incapace di elevare la comprensione dal semplice riconoscimento (di una situazione potenzialmente “tipica” della coppia) e suscitare nel pubblico quell’empatia necessaria per far esperire con autenticità il dramma vitale consumato sul palco.
Una rappresentazione di una “insostenibile leggerezza”.

Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro San Girolamo
sabato 3 dicembre, ore 21.00
via San Girolamo – Lucca

Produzione Teatro Stabile d’Abruzzo presenta:
Scene da un matrimonio
di Ingmar Bergman
adattamento e regia Alessandro D’Alatri
scene Matteo Soltanto
costumi Francesco Verderame
musica Franco Mussida
disegno luci Paolo Mazzi
con Daniele Pecci e Federica Di Martino
http://www.teatrodelgiglio.it

Lo spettacolo continua:
domenica 4 dicembre 2011, ore 21:00
TEATRO COMUNALE LAMPORECCHIO
Via della Costituzione 11 Pistoia

Teatro India
Lungotevere Vittorio Gassman, Roma
dal 01 al 12 febbraio, 21.00
sabato e domenica ore 19.00

Teatro della Regina
piazza della Repubblica 1, Cattolica (RN)
dal 16 al 17 febbraio 2012, ore 21.15