Immaginazione e speranza

Per il Festival dello Spettatore, ad Arezzo, Collettivo Controcanto va in scena al Teatro Pietro Aretino con Sempre domenica, interessante riflessione sul lavoro.

Nato da una ricerca sul tema del lavoro, Sempre Domenica del Collettivo Controcanto, è qualcosa di più di una semplice riflessione teorica. Il metodo di creazione adottato dal gruppo ha previsto infatti un lavoro di immaginazione concernente quel baratro che si apre quando, finiti gli studi, ci si affaccia sul mondo del lavoro. Un esercizio non troppo difficile per i sei ragazzi coinvolti, che si trovano quasi tutti proprio in quel momento della vita e hanno, quindi, ideato un alter ego che si trova a vivere in situazioni da loro temute.
C’è una pagina del Canto di Natale in cui Dickens descrive perfettamente quel momento doloroso in cui il lavoro e la vita adulta ti vengono a cercare, mettendo fine all’età dei giochi. Al figlio maggiore di Bob Cratchit si trova un’occupazione. E non è prevista domanda o, tantomeno, discussione. Come accade per Lorenzo, uno tra i personaggi: nessuno chiede, o si chiede se è davvero quello che vuole o si augura. C’è uno scarto nella vita fra il prima e il dopo, in termini di dolorosa rassegnazione. Il problema, così come è stato indagato dal Collettivo, riporta in luce l’incubo di un destino che piomba sul futuro. Gli alter ego pensati dai sei interpreti sono intrappolati in un’occupazione senza prospettive, e si trovano a rinunciare non solo ai sogni, ma a tutto: tempo, energia, sostanza. Ossia a quanto rende la vita degna di essere vissuta. E a poco valgono le compensazioni, i viaggi lampo, le chimere (che siano i progetti per il futuro o il sogno dell’amore).
Il corto circuito decisamente intenso si crea però con il riferimento a Vasco Rossi. Il “sempre domenica” del titolo è, infatti, un riferimento a T’immagini, intonata dai personaggi durante lo spettacolo, e utilizzata come brano conclusivo.
I ragazzi della Compagnia portano a teatro la vita di tanti, esprimendo la stessa verità che Rossi mette in poesia e musica – la stessa verità che hanno cantato, in coro, i fan al Modena Park quest’estate.
Le sei storie sono innervate da un’autenticità e da una sincerità, sia nel sentire che nel tratteggio, davvero notevoli. Così come è notevole la perizia tecnica dei sei e il lavoro di montaggio con cui le sei linee si alternano nel racconto complessivo. Un tema urgente e potenzialmente universale, che può toccare nel profondo molti; attori decisamente preparati; un bel ritmo. Eppure manca qualcosa. Un grip, uno scarto. O forse questa sensazione è data dalla generale mancanza di dinamismo che caratterizza la messinscena (in fondo, i sei sono attivi e interagiscono solo a livello verbale, visto che restano seduti sulle sedie in proscenio per l’intera durata dello spettacolo).
Vincitore del premio In Box, Sempre domenica è fruibile, godibile, ma abbastanza tradizionale nella forma e nel contenuto (lo schieramento da seduti è una modalità a cui siamo ormai abituati; mentre, a livello drammaturgico, si ha solo l’intreccio di sei storie). Tutto questo fa riflettere su come un premio, creato per favorire la circuitazione dei nuovi spettacoli, abbia privilegiato un lavoro che – pur offrendo una bella riflessione su un tema caldo e potenzialmente profondo e presentando uno specchio dell’esistenza che può risvegliare le coscienze – può dirsi tradizionale. Fa riflettere perché sotto un certo punto di vista dimostra come i giurati stessi, dovendo scegliere quale spettacolo far entrare in Stagione nei loro teatri, ne scelgano uno tutto sommato piuttosto “innocuo” per il pubblico.

Lo spettacolo è andato in scena nell’ambito del Festival dello Spettatore:
Teatro Pietro Aretino

Arezzo
giovedì 5 ottobre, ore 21.15

Collettivo Controcanto presenta:
Sempre domenica
drammaturgia collettiva
regia Clara Sancricca
con Federico Cianciaruso, Fabio De Stefano, Riccardo Finocchio, Martina Giovanetti, Andrea Mammarella ed Emanuele Pilonero
spettacolo vincitore Premio In-Box 2017