In ricordo di Stefano Cucchi

Il teatro Ambra alla Garbatella, con Associazione Federico Aldrovandi, Associazione a Buon Diritto e Amnesty Italia presentano una serata speciale per commemorare il terzo anniversario della scomparsa di Stefano Cucchi, picchiato a morte nel padiglione penitenziario dell’ospedale Pertini.

Una serata per ricordare e per mobilitarsi: inserire il reato di tortura in Italia, dopo episodi raccapriccianti come questo, è d’obbligo.

Il 22 ottobre del 2009 i carabinieri bussarono a casa della famiglia Cucchi per comunicare ai genitori la morte del figlio Stefano, arrestato sei giorni prima per il possesso di qualche grammo di hashish e trovato morto nel letto di un reparto penitenziario dell’ospedale Pertini. L’esame autoptico stabilisce la presenza di sangue nello stomaco e nell’uretra. Si riscontra un edema cerebrale e traumi plurimi. L’occhio destro risulta rientrato nell’orbita; l’arcata sopraccigliare sinistra gonfia e la mascella destra ha un solco verticale, che presuppone il segno di una frattura; si evidenzia la lesione delle vertebre nella regione lombare e sacrale con frattura del coccige.
Le cause della morte del giovane geometra romano e chi l’abbia ridotto in quelle condizioni sono oggetto di un processo difficilissimo che vede imputati solo alcune delle guardie carcerarie con cui Stefano entrò in contatto e un gruppo di sanitari dell’ospedale. Da quel maledetto giorno, i genitori di Stefano e la sorella Ilaria hanno ingaggiato una battaglia legale per ottenere la verità sulla sconcertante uccisione di Stefano. Dichiarano Giovanni, Rita e Ilaria Cucchi: «Vogliamo, oltre che testimoniare i fatti ed esporre la situazione processuale, fare un grave atto di accusa contro tutte le resistenze che incontriamo nello svolgimento del processo penale, e andare ancora avanti per creare una rete di solidarietà con le persone più sfortunate a cui offrire aiuto, mediante idee, iniziative, progetti, lavori, incontri, commemorazioni, contributi di tutti. L’attuale legislazione italiana, infine, non prevede il reato di tortura. Questa occasione ci permette di lanciare un messaggio: mobilitiamoci per contribuire a sensibilizzare la gente per far sì che venga prevista. Se ci fosse stata forse i processi contro gli abusi di alcuni esponenti delle forze dell’ordine avrebbero già avuto una svolta. Questa è un’occasione per parlarne insieme».

Nel terzo anniversario della morte di Stefano Cucchi, nessuno ha dimenticato. Sul palco del teatro Ambra si riaccendono le luci sulla memoria, sui racconti e sui luoghi, si ascoltano le parole della famiglia Cucchi e di Lucia Uva, sorella di Giuseppe, un’altra vittima di “malapolizia”; intervengono inoltre Fabio Anselmo, uno dei legali della famiglia Cucchi, Luca Barbarossa, Andrea Purgatori, Ulderico Pesce, Marco Morandi, Tosca, Josafat Vagni, Massimo Wertmuller, Anna Ferruzzo, Domenico Ascione, Giovanna Pini, Claudia Campagnola, Cinzia Mascoli, Luca Angeletti, Roberto Pensa, Riflessi, Antonio Pascuzzo dei Rossoantico. I Dibattiti e i momenti musicali si alternano alle proiezioni di alcuni stralci dei documentari 148 Stefano – Mostri dell’inerzia di Giancarlo Castelli, Nei secoli fedele – Il caso di Giuseppe Uva di Adriano Chiarelli e È stato morto un ragazzo di Filippo Vendemmiati.

È amaro constatare come l’Italia rimanga un paese che ha bisogno di eroi: c’è bisogno di piangere il sangue, per vederci affamati di giustizia. In Italia, come in ogni altra parte del mondo dove regni incontrollato l’abuso di polizia, si muore anche così ed è normale, ed è lo Stato. Ma lo Stato, in teoria, siamo noi.

L’evento è andato in scena:
Teatro Ambra alla Garbatella
piazza Giovanni da Triora, 15 – Roma
lunedì 22 Ottobre, ore 21.00

Associazione Federico Aldrovandi, Associazione a Buon Diritto, Amnesty Italia presentano
Serata per ricordare Stefano Cucchi
con Luca Barbarossa, Andrea Purgatori, Ulderico Pesce, Marco Morandi, Tosca, Josafat Vagni, Massimo Wertmuller, Anna Ferruzzo, Domenico Ascione, Giovanna Pini, Claudia Campagnola, Cinzia Mascoli, Luca Angeletti, Roberto Pensa, Riflessi, Antonio Pascuzzo