Ė la globalizzazione, baby!

La domenica a Mittelfest 2011 è all’insegna dell’impegno e della denuncia sociale, attraverso due prove artistiche speculari ed entrambe ad alto contenuto emotivo: Show Your Face! e Zlati Zmaj – Il Drago d’Oro.

Cronache festivaliere: in mattinata l’incontro con la stampa per ascoltare i pensieri in libertà degli attori e capire i meccanismi della produzione e messinscena degli spettacoli; quattro passi all’ombra delle antiche mura; un’occhiata in libreria; scoperte eno-gastronomiche che rendono Cividale del Friuli una meta per palati fini. L’esaltazione della joie de vivre accompagnata dal torpore domenicale: tutto sembrerebbe scorrere nella placida contentezza se non fosse che, a sera, gli spettacoli in programma a Mittelfest sono accomunati da un obiettivo: assestare un bel colpo nello stomaco degli spettatori.

Show Your Face! nasce dall’incontro di due gruppi di performer, gli sloveni Betontanc e i lettoni Umka.LV: là dove nell’ ’89 – con la caduta del Muro di Berlino – un’intera generazione sognava che i fiumi di latte e miele del capitalismo sarebbero esondati nei Paesi dell’ex blocco socialista, oggi vive una nuova generazione che a quel sogno non crede più, anzi, lo rifiuta denunciandone i limiti e i falsi ideologici. La messinscena sloveno-lettone è un’esperienza di denuncia socio-politica operata non attraverso sproloqui pseudo-intelletualistici, ma attraverso la molteplicità dei mezzi propri del teatro – pupazzi, ombre cinesi, mimica, teatro-danza, canto e musica dal vivo, parodie dell’immaginario cult cinematografico – all’interno di una struttura rigorosa che sfugge però a qualsiasi catalogazione. Il risultato – lo smascheramento della violenza e della falsa realtà massmediatica che ci circondano e che possono trasformare un comune nessuno nel nemico numero 1 del nostro instabile status quo – è insieme il primo gancio della serata e un momento di profonda commozione e autentica poesia. Gli interpreti – insieme burattinai, danzatori e mimi – sono tutti eccellenti e la voce del cantante rimanda a sonorità lontane: a quel Ziggy Stardust caduto sulla Terra che non sapeva capacitarsi del perché l’umanità gli si accanisse tanto contro. E così quel pupazzo, Branko, fatto di una semplice tuta da sci per bambini, senza volto, si riempie di tali e tanti significati, che è davvero facile riconoscerci in lui e fissare nella sua, la nostra vacuità.

… strane ricorrenze: 1989 – 2001.

Dieci anni fa a Genova 300mila persone manifestarono per dire un secco “no” alla globalizzazione. Qualcuno ha creduto di averle cancellate dalla Storia (con la S maiuscola). Così non è: lo ha dimostrato quell’Italia che ha rivendicato l’acqua quale bene comune e ha affossato l’energia nucleare che, fino a ieri, sembrava un must – e oggi è messa in dubbio persino in Paesi filo-nuclearisti come la Francia. E per dire no a questo genere di globalizzazione – fatto di sfruttamento del lavoro e circolazione dei capitali, ma non di allargamento dei diritti – arriva il Teatro Stabile sloveno. «Piove Governo ladro», si diceva un tempo. E se da oggi aumentano i ticket sulla Sanità, ieri il temporale faceva approntare in tutta fretta un palco all’osso all’interno della Chiesa di San Francesco perché Il Drago d’Oro doveva e sarebbe andato comunque in scena.

Il testo di Roland Schimmelpfennig ha lo spessore per creare «personaggi complessi, che si esprimono attraverso frammenti», dettagli di vita, più o meno importanti – come spiega una tra le protagoniste, Lara Komar. E soprattutto ha la forza – sebbene la retorica della ripetizione a volte porti lo spettatore sull’orlo dello sfinimento – di tessere una rete di relazioni tra gli interpreti, con i fili sottili costituiti dai momenti tragici della vita dei cinque cuochi asiatici: migranti, schiavi legati al remo di quella galera che chiamiamo società capitalista, globalizzazione o Unico mondo possibile.

Ottima prova attorale degli interpreti – che impersonano diversi ruoli denunciando al pubblico, con i cambi di costume a vista e la recitazione delle note a margine, la metateatralità di un testo che pure è permeato di realtà. Ogni attore è in grado di fare propri la complessità emotiva dei personaggi, per poi decomporla a favore della messinscena frammentata e quasi vomitata in brevi quadri, che solo alla fine ricostruiranno l’interezza di un’esistenza: la loro, ma anche la nostra.

Due ganci ben assestati che tramortiscono il pubblico: stamattina, al risveglio, non possiamo più nasconderci dietro una falsa ignoranza.

Gli spettacoli sono andati in scena:
Mittelfest 2011

Cividale del Friuli

Teatro Ristori
domenica 17 luglio, ore 20.30
Show Your Face!
progetto e realizzazione Betontanc e Umka.LV
regia Matjaž Pograjc
musiche Silence e Ugis Vitins
coreografia Branko Potočan
figure e oggetti Barbara Stupica
coproduzione Bunker, Slovenia and New Theatre Institute Latvia
(prima nazionale)

Chiostro San Francesco
domenica 17 luglio, ore 22.15
Zlati Zmaj – Il Drago d’Oro
di Roland Schimmelpfennig
regia Janusz Kica
musiche Arturo Annecchino
con Romeo Grebenšek, Maja Blagovič, Lara Komar, Vladimir Jurc, Primož Forte
produzione Slovensko Stalno Gledališče – Teatro Stabile Sloveno – Trieste