Piccole donne?

Sister, cousin and aunt va in scena al TeatroDue Roma grazie alla direzione artistica della Kit, fondata e promossa da Laura Caparrotti, che è anche regista e interprete della pièce teatrale.

La Caparrotti è impegnata dal 2000 nella sua attività volta ad incentivare lo scambio culturale tra Italia e America; si occupa di tradurre e adattare testi teatrali dei due Paesi portandoli sulle scene sia in lingua italiana che inglese.
L’autore Dave Johnson è di origine americana e il testo è ambientato nel South Carolina in un contesto sociale caratterizzato da una forte distanza tra ruolo maschile e femminile.

Sebbene questa storia sia ambientata non in anni recenti nel sud degli Stati Uniti, la tematica è più che mai attuale e appartiene a ogni luogo. Nella logica patriarcale a rimetterci è la figura della donna, emarginata, rilegata in casa con l’unica prospettiva di diventare moglie o amante, simbolo del focolare domestico o stimolo sessuale, senza dignità di poter “dire la propria” nel contesto familiare, senza possibilità di affermazione personale e di accedere a un ruolo ulteriore nella società.
Lo scrittore si sofferma a riflettere su quanto coraggio ci vuole ad accettare questa situazione, vuole sottolineare la forza e lo spirito positivo delle donne che sopportano ogni dolore dentro le mura domestiche.

Le donne si muovono nel salotto di casa aspettando l’arrivo a cena dei loro uomini che non arriveranno mai a causa di un incidente.
Zia Louise, radiosa in quanto sta per sposarsi, è felice di questa seconda opportunità dopo aver perso tragicamente il primo marito.
Marta è la più giovane, sogna di innamorarsi leggendo l’Ars Amatoria di Ovidio, ma non avrà tempo di incontrare il grande amore perché è gravemente malata. Nonostante questo sorride e guarda al futuro.
Jackie, la più dura caratterialmente perché ha subito le violenze di un padre anaffettivo e di un amante assente che l’ha messa incinta, prende in giro la cugina affermando che «l’amore non esiste».
Nonostante le problematiche, le donne ricercano il buon umore. Ma una volta annunciata la tragedia che ha colpito gli uomini, hanno reazioni scomposte e autodistruttive, che le vede, al termine della pièce, sdraiate e stordite sul divano.
Dov’è allora la forza delle donne, nonostante tutto? La loro grandezza è rifugiarsi nell’alcool o drogarsi per non sentire dolore? Nello spegnere la mente e sdraiarsi immobili nel buio di una stanza?

Laura Caparrotti merita un plauso per l’impegno della sua iniziativa culturale, ma per quanto riguarda l’interpretazione la sua presenza scenica risulta insufficiente. Il ruolo toccante del suo personaggio, che Johnson coraggiosamente affronta nel testo teatrale, non è forse nelle corde emotive dell’attrice.
Giulia Adami, attrice giovane, mostra a volte inesperienza accentuando ingenuamente il gesto o sottolineando una battuta con la voce laddove sarebbe sufficiente suggerire; ma in generale riesce a comunicare il suo personaggio, la sua voglia di vivere, la giovinezza e la atroce certezza di non poter invecchiare.
Perfetta Lydia Biondi, che tiene la scena in modo magistrale. La sua presenza sul palco è perfetta, ogni gesto naturale ed espressivo, la sua voce mai forzata e sempre ricca di sfumature emozionali così come la mimica del volto. L’applauso più convinto del pubblico è per lei.

Lo spettacolo continua:
Teatro Due Roma
vicolo dei due Macelli, 37 – Roma
fino a domenica 20 novembre, ore 21.00

Sguardi S-velati e Kit presentano
Sister, Cousin, Aunt. Sorella, cugina, zia
di Dave Johnson
regia Laura Caparrotti
traduzione e adattamento Laura Caparrotti, Dave Johnson
con Lydia Biondi, Laura Caparrotti, Giulia Adami